Balcani Cooperazione Osservatorio Caucaso
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Retrospettiva di Lordan Zafranovic

27.09.2005   

3 film inediti in Italia, dedicati al regista croato
Mercoledì 5 ottobre 2005
"Occupazione in 26 immagini"
1978, Arena d'oro a Pola, in concorso a Cannes

Fu il film più visto in Jugoslavia e in Cecoslovacchia nella stagione 1978/79. Il racconto delle atrocità commesse dai collaborazionisti ustasa durante l'occupazione italiana e tedesca della città di Dubrovnik nel 1941 è famoso per una memorabile scena su un autobus in cui si scatena la ferocia degli assassini.


Giovedì 6 ottobre 2005
"La caduta dell'Italia"
1981, Arena d'oro a Pola, premio Jelen sempre a Pola, Grand Prix a Valenzia, presentato a Venezia

Analizza la brutalità fascista attraverso le imprese compiute dalle truppe d'occupazione italiane e tedesche e dai collaborazionisti ustasa e cetnici in un'isola della Dalmazia.


Venerdì 7 ottobre 2005
"Il tramonto del secolo/Testamento"
1994

Appartiene invece al genere documentario e può essere considerato la sintesi della sua opera nell'ambito del filone storico-politico dedicato alla Seconda Guerra Mondiale.



Il regista, presente in sala, introdurrà personalmente i film.

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.


LORDAN ZAFRANOVIC - Maslinica, isola di Solta (Croazia), 1944

Cineasta controverso e scomodo, il suo tema o la sua ossessione è l'analisi del male e del delitto, individuale e collettivo, a cui si contrappone spesso il potere dell'eros. Laureato in Lettere e Belle Arti a Spalato, pittore, completa gli studi di regia all'Accademia di Cinema di Praga (FAMU), dove in
seguito insegna.
Inizia con film amatoriali e sperimentali nel 1961 (ne realizza una sessantina), e nel 1965 entra nel mondo della produzione professionale di cortometraggi, con una serie di lavori (Pomeriggio, Ave Maria) in cui già sono presenti i temi del male e della violenza nell'animo umano. Al lungometraggio si era già avvicinato come studente (La domenica, 1969), ma il suo primo lungometraggio importante è Muke po Mati (La passione secondo Matteo) del 1975, premiato a Pola con il premio della critica.
La sua opera si può dividere secondo due filoni: quello esistenziale-metafisico-erotico – che include il già citato Muke po Mati, Ujed andjela (1984), Haloa-praznik kurvi (1988), basato sul tema del triangolo erotico, e Lacrimosa (1995), caratterizzato dal tema della vendetta - e quello storico-politico, dedicato alla Seconda Guerra Mondiale e compiuto ne La Trilogia: Okupacija u 26 slika (L'occupazione in 26 immagini), Pad Italije (La caduta dell'Italia), Vecernja zvona (Le campane a sera).
Okupacija u 26 slika (1978, Arena d'oro a Pola, in concorso a Cannes) fu il film più visto in Jugoslavia e in Cecoslovacchia nella stagione 1978/79. Il racconto delle atrocità commesse dai collaborazionisti
ustasa durante l'occupazione italiana e tedesca della città di Dubrovnik nel 1941 fu reso famoso da una memorabile scena su un autobus in cui si scatena la ferocia degli assassini. Pad Italije (1981, Arena d'oro a Pola, premio Jelen sempre a Pola, Grand Prix a Valenzia, presentato a Venezia) continua ad analizzare la brutalità fascista attraverso le imprese delle truppe d'occupazione italiane e
tedesche e dei collaborazionisti ustasa e cetnici in un'isola della Dalmazia.
La Trilogia di guerra termina con il film Vecernja zvona (1986, premio per la regia, premio Jelen a Pola), che affronta le contraddizioni e le tragedie di un'epoca significativa nella storia della Jugoslavia, e del movimento comunista, quella del contrasto Tito-Stalin. Ma anche nei due film precedenti vengono posti i temi della disuguaglianza tra gli uomini, della ricchezza e della povertà, della consapevolezza e della libertà, temi aperti a cui il regista non dà risposte predefinite.
Una caratteristica dei film di Zafranovic è il continuo indugiare sulla bellezza dei paesaggi, quasi a indicare una contraddizione tra la bellezza del mondo e la ferocia della specie umana.
La sua opera include anche la realizzazione di molti documentari, tra i quali spiccano Antika (1972), Rad zida grad (1975) e Krv i pepeo Jasenovca (1983), premiati al Festival del Documentario di Belgrado. Una sintesi un po' particolare della sua opera è il film Zalazak stoljeca/Testament - Il tramonto del secolo/Testamento (1994): un documentario della durata di più di tre ore, in cui si intrecciano spezzoni di provenienza nazista e ustasa.
Si è anche dedicato a regie televisive per le televisioni di Zagabria e Belgrado. Dopo i cambiamenti politici degli anni '90 e la disgregazione della Jugoslavia, si allontana dalla Croazia; a Praga, dove vive
attualmente, si dedica a nuovi progetti, spesso comunque legati alle tematiche del territorio della ex- Jugoslavia. Un' interessante realizzazione è il recente documentario, commissionato dal governo della Repubblica Popolare Cinese, sulla città di Shangai (Simfonija nebeskog grada/The Symphony of the Heavenly City) e realizzato dalla Radio-televisione serba.



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