Na drugi strani reke - Dall’altra parte del fiume
17.10.2005
Presentazione del video realizzato da Karaula MiR – MigrazioniResistenze e da Candida TV di Roma, con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e del Ministrstvo za kulturo Republike Slovenie
Un gruppo di persone si aggira per la campagna friulana, sulle tracce dei campi di concentramento di sessant’anni fa. I campi di concentramento friulani, istituiti fra il 1941 e il 1942, erano dislocati lungo una linea che corre parallela alla costa e taglia a metà la pianura che congiunge le Prealpi al mare.
Seguendo la direttrice dei lager il gruppo di persone giunge a Gradisca dove incontra un lungo muro alto quattro metri, fresco di calce. I carabinieri bloccano e identificano chiunque si avvicini troppo.
Fervono attività, si costruisce…
A che servirà il bunker di cemento armato realizzato entro il perimetro della caserma di Gradisca d’Isonzo? Chi vi verrà rinchiuso?
Quanto accade a Gradisca ci interroga sulla connessione fra passato e presente.
Che senso ha questa caserma-bunker nel cuore di un territorio ferito, marcato da una storia di sofferenze, deportazioni, migrazioni forzate? Che significato ha questa struttura, che pare la fotocopia del lager di Visco?
La risposta è a portata di mano.
Basta attraversare l’Isonzo, fare due passi na drugi strani reke - dall’altra parte del fiume.
Intervengono:
Roberto Pignoni, uno degli autori del video
Alessandra Kersevan, storica