Terza ed ultima giornata della III edizione dei Colloqui Adriatici "Territori liquidi"
La caduta del muro di Berlino ha inaugurato simbolicamente un periodo storico caratterizzato da dinamiche sociali conflittuali e ambivalenti generalmente noto come transizione post-comunista. A quindici anni da quella data, la transizione è ancora in pieno svolgimento e coinvolge tanto i paesi dell'Europa Orientale che quelli Occidentali. Entrambi devono infatti gestire trasformazioni profonde e sono, volenti o nolenti, costretti ad essere partner di questa gestione.
Tra gli aspetti di novità più evidenti dal 1989 a oggi vi è certamente l'incremento della mobilità per tutto il continente europeo: i confini sono stati cancellati e nuovamente definiti, i paesi sono simbolicamente in movimento tanto dall'Est all'Ovest geopolitico quanto il contrario, i flussi migratori sono mutati in direzione ed intensità, le attività economiche sono state progressivamente de-localizzate e internazionalizzate, le vie di comunicazione e le rotte del traffico sono soggette a radicali trasformazioni.
L'Europa Centrale, che ha rappresentato la frontiera tra Est ed Ovest ai tempi della guerra fredda, è oggi diventata il teatro privilegiato per le trasformazioni della mobilità e per gli esperimenti di gestione dei cambiamenti post-comunisti. In questo spazio strategico, l'interesse nazionale italiano e le prospettive di sviluppo delle regioni peninsulari sono naturalmente orientati verso la regione adriatica, che rappresenta insieme a quella Baltica la dimensione marittima dell'Europa Centrale. In altre parole, il bacino Adriatico si ritrova ad essere un mare di frontiera che dalla sostanziale immoblilità del secondo dopoguerra (rappresentata dall'immagine della «cortina di ferro») sta diventando uno spazio di mobilità, favorendo i contatti strategici, i processi di integrazione europea e la collaborazione trans-frontaliera.
Le dinamiche sopra accennate si propongono con particolare evidenza nella regione Adriatica, aprendo spazi di discussione e rimescolando le carte delle appartenenze e dei rapporti solidificatisi da decenni. In questa regione, la modernità liquida, descritta dal sociologo Zygmunt Bauman come aspetto trasversale in tutte le questioni identitarie contemporanee, si combina con la ricerca di una nuova semantica dei territori. Questi ultimi sfuggono oramai alle categorie westfaliane e non funzionano più come spazi neutri di esercizio del potere politico sovrano: si caricano anch'essi di contenuti culturali e di aspettative identitarie connesse alla ridefinizione dei processi e degli attori dello sviluppo.
La relazione per molti versi inedita tra liquidità delle appartenenze sociali e riconfigurazione concettuale del territorio, si consuma all'insegna di una crescente mobilità nel continente europeo. In questo contensto, emergono alcune questioni di fondo che la terza edizione dei colloqui adriatici si propone di affrontare.
Intervengono:
Anna Di Lellio, Kosovo Institute of Journalism and Communication, KIJAC, SCG
Damir Grubisa, Università di Zagabria, Croazia
Daniele Ungaro, Università degli Studi di Teramo, Italia
Coordina:
Emilio Cocco, Università degli Studi di Teramo, Facoltà di Scienze Politiche
Programma completo
INFO:
Università degli Studi di Teramo, Facoltà di Scienze Politiche
Dipartimento di Teoria dei Sistemi e delle Organizzazioni
Dott. Emilio Cocco
Telefono: 0861 266730
Fax: 0861 266030
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