Albania: ancora senza un nuovo governo
05.02.2002
Dopo le dimissioni di Ilir Meta ancora divisioni all'interno del Partito socialista albanese. Ed intanto Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale congelano i finanziamenti.
Il 29 gennaio scorso il premier albanese Ilir Meta ha dato le sue dimissioni accusando il compagno di partito Fatos Nano di aver voluto e causato la crisi di governo.“Da alcuni mesi il governo che ho condotto ed io personalmente siamo stati oggetto di attacchi senza precedenti, irresponsabili ed immorali da parte del presidente del Partito socialista (Fatos Nano)” ha dichiarato Meta alla conferenza stampa durante la quale ha annunciato le proprie dimissioni. “Stiamo assistendo ad un caso del tutto particolare: parte della maggioranza si oppone al governo da essa espresso con una durezza che supera addirittura quella di un’opposizione tutt’altro che costruttiva” ha aggiunto Meta.
Le dimissioni sono state ben accolte da Nano e anche da Sali Berisha, da pochi giorni rientrato in Parlamento dopo lunghi mesi sull’ “Aventino”. Quest’ultimo ne ha in ogni caso denunciato il ritardo aggiungendo che ora, per l’Albania, si apre una crisi politica senza precedenti avendo il Partito socialista dimostrato di non saper governare, lacerato dalle lotte intestine.
I 17 principali dirigenti del Partito socialista si sono oramai incontrati quattro volte, senza riuscire ad accordarsi su di un possibile nome in sostituzione di Meta anche se sembra che tra i più accreditati vi sia Ermelinda Meksi, attuale ministro per la Collaborazione economica ed il commercio.
Attualmente il Partito socialista si ritrova diviso in due gruppi capeggiati da Nano e Meta. Il primo ha dalla sua circa 27 deputati, grazie all’appoggio dei quali è riuscito recentemente ha bloccare in parlamento, i primi di gennaio, la fiducia ai nuovi ministri nominati da Meta in sostituzione di quelli dimissionari accusati da Nano di corruzione.
Meta ha invece dalla sua parte un maggior numero di parlamentari, circa 42, e gode di un maggior appoggio all’interno del Consiglio generale del Partito socialista, massimo organo decisionale composto da circa 110 delegati. Il gruppo che supporta Meta lo ha più volte esortato a ricandidarsi, cosa che quest’ultimo non ha escluso. I “suoi” deputati spingono inoltre per la convocazione di un congresso del partito dove è loro intento mettere in crisi la leadership di Nano.
E la tensione tra i due in questi giorni non si è placata. Durante un’intervista a TV Klan Meta ha dichiarato che Nano farebbe bene a cimentarsi direttamente nell’azione di governo senza mandare avanti irresponsabilmente suoi “pupazzi”.
Certo è che entrambi i leader socialisti hanno un supporto tale in Parlamento che ciascuno di loro potrebbe decidere di portare il Paese ad elezioni anticipate. Ed intanto l’Albania è da una settimana senza primo ministro e la soluzione della crisi non è ancora all’orizzonte.
Le conseguenze, almeno sul piano internazionale, si fanno già sentire. FMI e Banca Mondiale hanno immediatamente bloccato finanziamenti rispettivamente di 30 e 70 milioni di dollari destinati in particolare ad alleviare il deficit albanese e la crisi del settore elettrico.