Da Sarajevo a Sarajevo: l’ereditá di un secolo di guerre
18.11.2005
Nell'ambito di "Udine capitale della guerra, Udine capitale della pace", seconda fase. In collaborazione con Osservatorio sui Balcani, Cec – Centro EspressioniCinematografiche, Cineteca del Friuli, D.A.R.S. – Donna arte ricerca sperimentazione, Donne in Nero di Udine, Teatro Club Udine e Vicino/lontano
Continua la riflessione sulla guerra e sulla pace inaugurata dalle giornate di maggio di “Udine Capitale della guerra, Capitale della pace”. Il testimone, dopo aver analizzato gli ambiti relativi al primo conflitto a partire dalle immagini della guerra, della stampa d’epoca, degli spettacoli e dei dibattiti sull’informazione di guerra, passa ad uno dei più recenti e insostenibili esempi di conflitto attuale: quello che ha insanguinato le terre della ex Jugoslavia negli anni Novanta, piaga ancora sanguinante che ha visto l’Europa tutta per lo più passiva osservatrice.
Il format rimane lo stesso: incontri, dibattiti, eventi, mostre, rassegne cinematografiche e teatrali. Il tema, invece, assume connotati specifici: sono la giustizia e il diritto ad essere protagonisti della riflessione. Due elementi chiave della vita democratica che, proprio in tempo di guerra, devono dimostrare tutta la loro solidità.
Per questo ci è sembrato importante concentrarci sui luoghi nei quali questi due concetti sono stati maggiormente messi in crisi. Su quegli Stati nati dagli equilibrismi politici dalla Prima Guerra Mondiale e che, alla fine di una guerra che ha sanguinosamente violato la pax europea che durava dal ’45, rimangono la vera spina nel fianco al completamento maturo dell’Unione.
È perché l’Europa nasce e muore a Sarajevo che la riflessione di “Udine Capitale della pace, Capitale della guerra” si concentrerà su quanto successo negli anni Novanta in Bosnia Erzegovina, nella sua capitale, ad un popolo dalla lunga tradizione etnica negata. Perché se a distanza di novant’anni, forse, è possibile capire quello che comportò all’Europa la fine della Prima Guerra Mondiale, ad un decennio dai trattati di Dayton è urgente iniziare a decifrare le dinamiche future di questa parte di continente.
Senza la cui integrità, senza la cui trasparenza, senza la cui integrazione l’Europa continuerà a rimanere un sogno instabile.
Venerdì 18 novembre 2005, ore 17:00 - ANTEPRIMA (c/o Visionario)
Incontro di presentazione generale
"Souvenir Srebrenica"
Visione, in anteprima nazionale, del documentario di Roberta Biagiarelli
Martedì 22 novembre 2005, ore 20:30 - CINEMA 1 (c/o Visionario)
Incontro con il cinema di Giancarlo Bocchi (con la presenza del regista)
MILLE GIORNI A SARAJEVO (Giancarlo Bocchi, 1994, 24’)
Alija, impiegato alla radio di stato, Graca, grafico del quotidiano di Sarajevo, Idaet, manager in una grande industria di stato. Tre vite che nella “normalità” dell’assedio vengono appianate da un’unica sorte, quella di “impiegati” di guerra, al fronte per difendere la loro città. Il film ha vinto un premio speciale al festival di Bellaria del 1996.
SARAJEVO, TERZO MILLENNIO (Giancarlo Bocchi, 1994, 18’)
Quotidianità della guerra nella Sarajevo assediata. Esse, giovane pittore della città, divide ogni sua settimana tra l’Accademia d’arte e la prima linea, dove fa l’antisniper, il cacciatore di cecchini. Primo premio al Festival Arcipelago - Roma 1996.
NEMA PROBLEMA (Giancarlo Bocchi, 2004, 96’)
Primo lungometraggio di Giancarlo Bocchi, ha per sottotitolo “La verità è la prima vittima della guerra”. Ronde di inganni che coinvolge i due protagonisti principali, un cinico e spregiudicato veterano degli inviati di guerra e un giovane collega apparentemente più corretto e scrupoloso, il film trova nella situazione bosniaca, a lungo frequentata dal regista, un’occasione di riflessione ampia sulla guerra contemporanea.
Mercoledì 23 novembre 2005, ore 20:30 - CINEMA 2 (c/o Visionario)
Incontro con il cinema di Vesna Ljubic (con la presenza della regista)
ECCE HOMO (Behold the Man) (Vesna Ljubic, 1994, 30’)
Ecce Homo è il personale grido di dolore, ma multietnico e antiretorico, che la regista Vesna Ljubic decise di dedicare alla sua città non appena rientratavi con l’ultimo volo disponibile. Girato e montato in condizioni proibitive (trasportando le pellicole da Sarajevo a Cinecittà per la stampa prima della fase di montaggio), nato, nelle parole della regista, per “scoprire e registrare ciò che è immortale dentro la mortalità del mondo”.
ADIO KERIDA (Vesna Ljubic, 2001, 60’)
Viaggio nella memoria degli ebrei sefarditi che vivevano a Sarajevo. Cronaca di morte e sparizione (13000 persone prima della seconda guerra mondiale, in 10000 perite nell’Olocausto, ridotte a 30 al tempo della realizzazione del film) che si trasforma in un setaccio magico della forza e della vitalità della cultura ebraica nella città.
Venerdì 25 novembre 2005, ore 20:30 - INCONTRI/CONFRONTI 1 (c/o Palamostre)
GUERRA, CRIMINE, DIRITTO, GIUSTIZIA: IL PUNTO DI VISTA DELLE DONNE
Partire dal ricordo di ciò che è stato, in un confronto a più voci moderato da una delle più apprezzate giornaliste italiane, per riflettere sull’urgenza di temi irrisolti, come la necessità di mantenere regole certe anche in situazioni di crisi estrema. Il diritto e la giustizia non possono essere transitori o intermittenti. Il conflitto non è sospensivo di qualsiasi regola. Al contrario, è solo nell’applicazione delle regole certe del diritto che si possono evitare i caotici disastri verificatisi durante le guerre nella ex Jugoslavia. A parlare di questo sono state chiamate delle donne che hanno vissuto sulla loro pelle quanto successo nei Balcani negli anni Novanta e che, ancora oggi, sono fondamentale parte in causa nel possibile approdo ad una pace duratura.
Con:
Giovanna Botteri, giornalista Rai
Interventi di:
- Florence Hartmann, portavoce del procuratore del Tribunale internazionale per crimini contro l’umanità dell’Aja, Carla del Ponte
- Bakira Hasecic, Associazione donne vittime della guerra Sarajevo
- Vesna Ljubic, cineasta Sarajevo
- Nadira Sehovic, giornalista ANSA, Sarajevo
Sabato 26 novembre 2005, ore 15:30 e domenica 27 novembre 2005, ore 9:00 - INCONTRI/CONFRONTI 2 (c/o Sala Aiace)
GUERRE ARMI DISARMO
La guerra è oggi riproposta non solo come forma possibile di risoluzione dei conflitti internazionali, ma come forma ”normale” e necessaria dell’agire politico. Configurandosi come operazione di polizia e di prevenzione con il “terrorismo”, ha assunto, rispetto al passato, caratteristiche peculiari. Scelte unilaterali, la crisi del diritto internazionale e del sistema delle alleanze, l’alto livello tecnologico degli attuali armamenti, i mutamenti strategici e tattici che hanno imposto la ristrutturazione dei modelli di difesa, una preoccupante e generale corsa al riarmo che coinvolge sempre più spesso il nucleare, il conseguente aumento delle spese militari: sono le diverse sfaccettature di un unico grande problema. Conoscere è premessa necessaria ad ogni consapevole partecipazione: il convegno vuole permettere di indagare ambiti poco noti e affrontare argomenti che hanno a che fare con la nostra vita e il nostro futuro.
26 novembre
Con:
- Isidoro D. Mortellaro, Università degli Studi di Bari
- Lidia Menapace, giornalista
- Achille Lodovisi, studioso
- Gianni Salio, attivista movimento non-violento
27 novembre
Con:
- Gian Antonio Danieli, Università degli Studi di Padova
- Danilo Zolo, Università degli Studi di Firenze
- Maria Luisa Boccia, Univerisità degli Studi di Siena
Sabato 26 novembre 2005, ore 21:00 - TEATRI DI GUERRA 1 (c/o Auditorium Zanon)
A COME SREBRENICA
di Roberta Biagiarelli e Giovanna Giovannozzi, consulenza di Luca Rastello, con Roberta Biagiarelli, regia di Simona Gonella
Mentre la guerra in Bosnia sembra volgere al termine, l’11 luglio 1995 le truppe serbo-bosniache massacrano a Srebrenica oltre 9.000 civili inermi, la maggior parte dei quali viene sepolta in fosse comuni. Tra orrori indicibili, è l’epilogo di una storia iniziata tre anni prima, una storia di assedio a una cittadina, grande come uno spillo, dove erano state ammassate 40.000 persone, e che infine, nella paralisi della politica internazionale, fu attaccata all’improvviso dai “vicini di casa”, imbestialiti in feroci aggressori. Si dice che chi è sopravissuto a Srebrenica sia stato privato anche dei sentimenti. Ed è anche per risarcire questa identità ferita a morte, e impedirne l’oblio, che Roberta Biagiarelli, co-autrice del testo con Giovanna Giovannozzi e Luca Rastello, ispiratore primo con il libro ”La guerra in casa”, ha voluto raccontare questa moderna variante del genocidio, aggiornato in truce pulizia etnica. Da lì, un’emozionante orazione civile, che trascende la performance teatrale e si fa denuncia di crimini orrendi, della cui colpa ci si può macchiare anche con l’indifferenza.
Mercoledì 30 novembre 2005, ore 20:30 - CINEMA 3 (c/o Visionario)
Incontro con il cinema di Gian Vittorio Baldi (con la presenza del regista)
I CANI E I BAMBINI DI SARAJEVO (Adriano Sofri, 1995, 45’)
Girato ad altezza di cane, I cani e i bambini di Sarajevo è uno dei lavori video che Sofri, al tempo corrispondente da Sarajevo, spedì nel vicino/lontano occidente per denunciare l’inanità della comunità internazionale di fronte al massacro che da tre anni colpiva la città.
IL TEMPORALE (Nevrijeme) (Gian Vittorio Baldi, 2002, 120’)
Gian Vittorio Baldi, regista (Fuoco!, L’Ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale), sceneggiatore, produttore (di Bresson, Pasolini, Straub-Huillet), uno degli autori italiani più invisibili in quanto più colpiti dalle leggi non scritte della produzione e della disitribuzione, con Il Temporale rinnova la sua idea di un cinema fatto rigorosamente in presa diretta, con macchina a mano e luci naturali, raccontando la storia di un usuraio ortodosso, venditore di oggetti e anime sullo sfondo della Sarajevo devastata dalla guerra.
Lunedì 5 dicembre 2005, ore 14:00 - INCONTRI/CONFRONTI 3 (c/o Università, Palazzo Antonini)
A NOVANT’ANNI DALL’INTERVENTO DELL’ITALIA IN GUERRA, LE GUERRE DEGLI ITALIANI
In occasione dell’ultima ristampa del fondamentale testo di Mario Isnenghi, il convegno è un occasione per riflettere in maniera trasversale sulle guerre, le loro storie, il sentire, il vissuto e quanto hanno sedimentato nella cultura, costume ed abitudini degli italiani. Un percorso trasversale che passa dalle immagini ai canti, dall’arte alla narrazione, per arrivare alla politica e alla storia che si è fatta in Italia, dal Risorgimento ai giorni nostri.
Interventi:
- Mario Isnenghi
- Umberto Sereni
- Stefano Pivato
- Paolo Giovannetti
- Alessandro Del Puppo
- Enrico Folisi
- Paolo Ferrari
Lunedì 5 dicembre 2005, ore 21:00 - INCONTRI/CONFRONTI 4 (c/o Palamostre)
MA CHI RACCONTA LA GUERRA?
Due giornalisti, inviati di guerra, testimoni diretti dei conflitti che insanguinano il mondo riflettono sul senso del racconto, della cronaca, della funzione di un mestiere in rapida e definitiva trasformazione. Quale giornalismo, quale informazione nella società della comunicazione globale? Un incontro che vuole contribuire a chiarire le tante verità, spesso inspiegabili, che si nascondo dietro la cronaca che diventa storia.
Incontro con Giuliana Sgrena e Valerio Pellizzari
Lunedì 12 dicembre 2005, ore 21:00 - GUERRA PACE E ARTE Anteprima (c/o Visionario)
PRIMAVERA, ESTATE, AUTUNNO, INVERNO, PRIMAVERA
Proiezione del film del regista Sudcoreano Kim-Duk (2004). La pellicola esprime in linguaggio cinematografico una lettura del tema che costituisce il nodo centrale della mostra internazionale di arti visive D.A.R.S. “Nasceremorirenasceremorirenascere”.
Martedì 13 dicembre 2005, ore 21:00 - TEATRI DI GUERRA 2 (c/o Auditorium Zanon)
CERCIVENTO
Dal testo “Prima che sia giorno” di Carlo Tolazzi, con Riccardo Maranzana e Massimo Somaglino
(lo spettacolo sarà proposto in matinée per gli studenti delle scuole superiori, all’Auditorium Zanon, con inizio alle ore 11, in giorni 14, 15 e 16 dicembre)
“Cercivento” racconta l’ultima notte del carnico Basilio Matiz e del veneto, di Maniago, Angelo Massaro, due dei quattro alpini che il 1° luglio del 1916, dopo un processo sommario per “rivolta in presenza del nemico”, subirono l’ignominia della fucilazione, a esemplare deterrente per altre eventuali forme di dissenso. Un episodio dell’assurda ferocia militare della Grande Guerra, cancellato dalla memoria storica dei libri di scuola ma non da quella orale della Carnia e ora fatto rivivere in questo intenso atto unico, spettacolo-rivelazione di Mittelfest 2003 ed esempio perfetto di dramma a porte chiuse in cui l’uomo, condannato alla macelleria del fronte e delle retrovie, esalta e consuma l’intera gamma dei sentimenti e delle reazioni emotive, in attesa di una grazia che non arriverà mai.
Mercoledì 14 dicembre 2005, ore 9:30 - INCONTRI/CONFRONTI 5 (c/o Visionario)
SULLE TRACCE DELLA GRANDE GUERRA
Incontro-convegno sul progetto (Interreg Italia/Slovenia III A) della Cineteca del Friuli sugli itinerari storico-turistici a cavallo del confine Italo-sloveno. Verranno anticipati gli interventi, i contributi di immagine e video contenuti nel cd-rom in via di pubblicazione. La giornata sarà completata dalla proiezioni di filmati originali sulla Grande Guerra.
Mercoledì 14 dicembre 2005, ore 18:00 - INCONTRI/CONFRONTI 6 e GUERRA PACE E ARTE (c/o Sala Aiace)
IMMAGINI DEL FEMMINILE NELL’ESPERIENZA DELLA GUERRA
Confronto di testimonianze e contributi fra storia (“per un’analisi e una riflessione sulla violenza delle donne e la guerra”), arte (“un viaggio tra le figure della guerra nel linguaggio dell’arte”) e letteratura (“per la memoria della prima guerra mondiale sul nostro territorio registrata da tre scrittrici friulane”)
Con:
- Marialuisa Accati, Università di Trieste
- Isabella Deganis, Artista e studiosa di storia dell’arte
- Marina Giovannelli, Scrittrice
- Maria Tore, Scrittrice
Venerdì 16 dicembre 2005, ore 18:00 - TEATRI DI GUERRA 3 (c/o Auditorium Zanon)
FESTA POETICA
Tutti siamo d’accordo sul fatto che la poesia non abbia fini utilitaristici. È puro dono, offerto senza secondi fini. Come la pace. Ecco perché, in una sera, legare le riflessioni dei poeti sulla pace e sulla guerra a confronto su quanto è accaduto e sta accadendo nel mondo. Occasione per leggere e presentare i primi risultati di “Pensare la guerra per fare la pace”, la spontanea partecipazione della città alla riflessione su guerra e pace attraverso le 20.000 cartoline distribuite da maggio 2005.