Bosnia Erzegovina: carcerati in sciopero
07.02.2002
Sciopero nel carcere di Zenica. I detenuti protestano per le pessime condizioni di vita. Anche il Comitato di Helsinki denuncia lo stato dei carceri bosniaci. Le autorità competenti rispondono: “mancano i finanziamenti”.
Scioperano pure loro. I carcerati. In Bosnia capita anche questo. Le motivazioni alla base della protesta sono le misere condizioni di vita all’interno dei carceri. Circa 400 “cattivi” della prigione di Zenica sono in questi giorni al centro dell’attenzione.
Sommossa, ribellione, protesta e sciopero oppure evento da “circo” balcanico? Per ora i detenuti si sono rifiutati di mangiare i pasti preparati all’interno del carcere. Anche se la mensa rimane affollata: in questi giorni sono raddoppiati i pacchi consegnati ai carcerati da amici o parenti.
Non si può andare avanti in queste condizioni, affermano i “rivoltosi”. Siamo in troppi ed il cibo è pessimo.
Al primo posto della hit parade delle “schifezze” propinate, la noiosissima marmellata che accompagna giornalmente le prime colazioni. Non riusciamo più a sopportare questa “gioia dei bambini” (djecja radost), affermano i detenuti. Ma la situazione è grave.
I prigionieri sono riusciti a comunicare il loro disagio anche ai media bosniaci cercando di far comprendere i loro problemi anche all’opinione pubblica. Innanzitutto il sovraffollamento. “Nel carcere di Zenica siamo attualmente in 700” hanno ricordato, “aspettiamo per 200 di noi la grazia in modo si possa almeno in parte risolvere il problema”.
Zvonko Mijan, ministro federale della giustizia e Hidajet Jabandzic, direttore del carcere, hanno
confermato più volte che le condizioni di vita e di alloggio sono miserabili, ma alle richieste dei detenuti ribattono che “sono tutti problemi legati alla mancanza di finanziamenti”. Il Ministero della Giustizia ha chiesto a questo proposito al Governo Federale 4.700.000 KM (circa 2.350.000 euro) per iniziare ad affrontare il problema (Nezavisne Novine, 02.02.2002).
Anche un rapporto del Comitato di Helsinki BiH conferma che le condizioni nelle quali sono obbligati a vivere i detenuti di Zenica sono allarmanti. “Gli edifici sono squallidi, l’impianto idraulico carente ed inefficiente, c’è alta probabilità si propaghino malattie infettive". Nel carcere, secondo lo stesso rapporto, si fa uso di sostanze stupefacenti e non di rado i prigionieri sono costretti da altri detenuti a rapporti omosessuali. E le guardie carcerarie non sono esenti da responsabilità a questo proposito.
Mentre le autorità stanno cercando di risolvere il “caso Zenica” i prigionieri non cedono. Questo strano “sciopero della fame” va avanti. Eppure, grazie alla rinomata buona cucina bosniaca ed al buon cuore dei parenti, si continua a mangiar bene.