Il seminario intende presentare le iniziative intraprese da INTERSOS in Kosovo dal 2000 al 2005 per favorire la ripresa del dialogo alla fine del violento conflitto. Finita la guerra, bisogna infatti costruire la pace. Compito difficile, perché alle motivazioni della guerra si aggiungono gli incalcolabili effetti di morte e devastazione da essa prodotti nelle identità soggettive e sociali. Essi colpiscono tutto ciò che è simbolo visibile della storia, della cultura, della religione, dell’identità dell’altro, minandone alla radice archetipi e rappresentazioni. Essi sono lì a ricordare il tentativo di annientamento reciproco e sono pervasivi nell’influenzare l’anima, i sentimenti e l’intelligenza di un intero popolo.
Proprio questa consapevolezza ha spinto INTERSOS a partecipare con celerità alla ricostruzione di quanto era stato distrutto: passaggio obbligato per tentare l’avvio della ricostruzione più difficile, quella degli animi e delle intelligenze.
In Kosovo, dopo gli immediati interventi umanitari e pur continuando l’impegno per il ritorno a casa dei profughi, INTERSOS ha fatto la scelta di dare avvio ad un programma di alto valore simbolico che, pur toccando contenuti che sono stati fattori di divisione tra le due comunità, serba e albanese, potesse rappresentare un’occasione di confronto costruttivo, di interesse reciproco e di dialogo.
In quella terra secoli di storia parlano di cultura, cristiana serbo-ortodossa e ottomano-islamica in particolare, con espressioni religioso-culturali che rappresentano un patrimonio incommensurabile per le popolazioni dell’area e per l’intera umanità. La guerra non ha troppi riguardi per la cultura, né per l’arte, ancor meno per le religioni. Anzi, nel caso dell’ex Jugoslavia, abbiamo visto con quanta stoltezza e spregiudicatezza la cultura dell’odio e della guerra ha usato, strumentalizzato e deturpato le religioni e, quindi, con quale livore e ferocia ha attaccato e devastato i suoi simboli: le chiese, le moschee, i luoghi sacri del culto. In Kosovo moschee e chiese cristiano-ortodosse sono state bombardate e incendiate forse con maggiore accanimento e odio rispetto ad altri obiettivi, proprio perché simboli dell’appartenenza all’una o all’altra comunità etnica.
Rimanendo convinti che la diversità culturale rappresenti uno dei valori su cui si basa una società pacifica, sana ed equilibrata, e che comunque e in nessun caso possa essere ignorata o abolita ma debba invece essere accettata e valorizzata, abbiamo scelto di fare del patrimonio religioso e culturale, ottomano-islamico e cristiano serbo-ortodosso, il punto di partenza del nostro impegno a favore della difficile ripresa del dialogo in Kosovo.
Abbiamo così scelto di riparare e restaurare la Moschea Bayrakli e di contribuire alla tutela dall’umidità dei preziosissimi affreschi del Patriarcato, di riabilitare il Leontije konak presso il monastero di Decan/i, patrimonio dell’Umanità Unesco, di riparare e trasformare in centri di dialogo interculturale l’Hamam, il bagno turco di Pec/Peja e il vecchio mulino di Decan/i, di avviare un programma di monitoraggio e tutela degli affreschi sia nel Patriarcato di Pec/Peja che nella chiesa di Decan/i, di riabilitare la moschea Kurshumli, di sviluppare visite e incontri interetnici e interculturali. Ci è parsa la migliore formula per dare concretezza a quell’idea di ricostruzione che inglobasse anche la cultura e gli animi, che portasse alla riscoperta del proprio diverso ma al tempo stesso comune passato, del proprio diverso ma anche comune patrimonio artistico. Lo abbiamo fatto dando, inoltre, un’opportunità a dei giovani kosovari di formarsi alle pratiche di base del restauro.
Lo scopo del seminario è che i partecipanti:
- condividano le loro esperienze sulla protezione del patrimonio culturale in questi anni del dopo guerra;
- identifichino il valore e le ragioni culturali e politiche della necessità di una attiva cooperazione;
- valutino le opportunità di possibili attività congiunte per la salvaguardia dell’inestimabile patrimonio culturale in Kosovo ne per il rafforzamento del dialogo;
- discutano l'istituzione di un comitato di esperti regionale per la salvaguardia di tale Patrimonio.
PROGRAMMA
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