La seconda puntata dell’inchiesta sul turismo in Croazia, che nel 2005 ha stabilito un record arrivando a quota 10 milioni di presenze. Interventi infrastrutturali (autostrade, aeroporti), potenziamento dell’offerta alberghiera e affinamento delle strategie di marketing sono il modo in cui si conta di superare, nel 2010, gli 11 milioni. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Croazia 2005 Clup - De Agostini
Di Riccardo Masnata
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Un fatturato di 10.6 miliardi di euro. E’ l’obiettivo dichiarato per il turismo in Croazia nel 2010, anno in cui si prevede di arrivare all’impressionante cifra di 11 milioni di presenze nell’arco dei dodici mesi.
Non ci sono molti settori in cui i Paesi ex-jugoslavi facciano scuola e siano considerati un modello da imitare a livello internazionale ma quando si parla di turismo sicuramente la Croazia è fra questi. E se si tratta di abbinare bellezze naturali, storiche e arte dell’ospitalità i croati hanno dimostrato di essere dotati di strutture e professionalità ai massimi standard.
Ma come si fa a migliorare ancora partendo da numeri record e da una situazione che è già di eccellenza? Il direttore dell’Ente nazionale croato per il turismo di Milano, Klaudio Stojnic, è una persona concreta e parte da una considerazione realistica: “Il numero dei turisti in arrivo dai Paesi più ricchi e avanzati come la Germania e l’Italia, che oggi rappresentano i primi due ‘gruppi’ dei nostri clienti, non potrà aumentare più di tanto” spiega, e aggiunge: “L’incremento che ci possiamo attendere da queste nazioni oscilla tra lo 0 e il 2 per cento annuo”.
Prolungare il periodo di permanenza di questo tipo di turisti, che generalmente dispongono di una buona disponibilità di denaro, scolarizzazione e preparazione culturale medio-alta, è quindi la chiave per lo sviluppo futuro, obiettivo che si raggiunge anche facendo leva su altri punti.
Uno è quello relativo a strutture e infrastrutture: la Croazia punta molto sulla riqualificazione degli hotel, oltre a voler prolungare l’autostrada costiera da Spalato fino a Dubrovnik, opera che dovrebbe concludersi nel 2008. Secondo Stojnic “oggi l’offerta alberghiera a disposizione è buona per cui, ad esempio, un turista che sceglie un qualunque ‘tre stelle’ sa che non andrà di fronte a brutte sorprese, come invece capita ancora da altre parti. Credo però che sia necessario innalzare ulteriormente il livello, diciamo di una categoria” . Più ‘quattro stelle’, quindi, tramite ristrutturazioni o nuove costruzioni, per un’offerta di qualità rivolta a una clientela sempre più esigente.
Altro fronte caldo è quello delle grandi opere: oltre all’autostrada citata e al progettato ponte sulla penisola di Peljesac, di cui si occupata anche questa testata (vedi newsletter 46/2005 del 25 novembre scorso), si intende agire anche in ambito aeroportuale: “Attualmente abbiamo sei aeroporti con collegamenti internazionali: Zagabria, Pola, Zara, Spalato, Dubrovnik e Krk, dove naturalmente i voli charter costituiscono la gran parte dell’offerta. Dobbiamo migliorarli e potenziarli” conclude Stojnic.
Uno strumento prezioso sarà poi il marketing, indirizzato a obiettivi specifici. Sono diverse infatti le nicchie individuate: una è quella del turismo nautico, in crescita da tempo, che rappresenta un’utenza molto qualificata e “generosa”. In Croazia, considerata un paradiso per i diportisti con le sue 1.180 isole e i 5.835 km di costa, ci sono 50 porticcioli turistici (o ‘marina’) per un totale di 15.407 posti barca complessivi, e 115 compagnie nautiche registrate. Nel 2005 sono stati registrati circa 500 mila diportisti, un numero in crescita, e la tendenza positiva sembra destinata a continuare.
“Pochi ma buoni” anche i croceristi: nei primi dieci mesi del 2005 sono stati circa 440 mila (+5%), e la presenza di americani in questo settore specifico è fortissima.
I turisti “verdi”, infine, sono un altro obiettivo futuro per gli operatori croati: con i suoi otto parchi nazionali e i dieci parchi naturali la Croazia può rappresenta una meta di grande interesse per chi è attento a concetti come la vita sana e attiva all’aria aperta, il wellness ecc. tutti fattori che finora sono rimasti un po’ in secondo piano rispetto alle arcinote bellezze del mare, delle spiagge e delle città d’arte.
Senza inventare nulla di particolarmente rivoluzionario ma agendo con strumenti di marketing tradizionali come campagne pubblicitarie, fiere, worskshop, relazioni pubbliche e simili, la Croazia conta così di ampliare la propria “clientela” nei prossimi cinque anni.
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