Momento di condivisione di ‘memorie’, ricordi, sentimenti tra quanti hanno vissuto in prima persona gli anni del conflitto bosniaco e tutti coloro che non hanno direttamente partecipato a quella importante stagione di solidarietà
L’esperienza del volontariato solidale italiano durante gli anni del conflitto dichiarato in Bosnia (dal 1992 al 1995) ha cambiato il modo di intendere l’aiuto umanitario e di fare la cooperazione.
Si è trattato di una grande mobilitazione trasversale che ha coinvolto tutti, le istituzioni centrali e locali, le Regioni, il mondo associativo, le scuole, i quartieri, le singole persone nella raccolta e distribuzione di aiuti, nell’accoglienza dei profughi, nelle forme di sostegno umanitario a distanza, nei programmi di emergenza e poi di ricostruzione.
L’Arci è stata un’importante protagonista di questa stagione di solidarietà, con i suoi comitati, i suoi circoli, i suoi dirigenti, dal campo di accoglienza dei profughi in Erzegovina a Posuje, a quello di Vis, dalle attività a Mostar, Banja Kuka, Tuzla, Sarajevo alla campagna Adotta La Pace, dai gemellaggi tra le scuole italiane e bosniache ai progetti di cooperazione in loco e di accoglienza in Italia.
E, insieme agli altri attori della cooperazione decentrata, non ha mai smesso di sostenere i programmi e le attività per la ricostruzione sociale di quel Paese e per la pace e l’affermazione dei diritti umani e di cittadinanza attiva in tutta l’ex-Jugoslavia e nei Balcani.
Sono passati 10 anni dalla pace formale di Dayton e la Bosnia resta un problema aperto.
Si ascolteranno le testimonianze e le riflessioni di tante volontarie e volontari, anche di amiche e amici dei Balcani, insieme agli importanti contributi di:
- Margherita Paolini, della redazione di Limes, che ha coordinato in quegli anni per la cooperazione italiana i programmi e gli aiuti a Spalato e a Sarajevo
- Mario Boccia, reporter, fotografo, volontario
A seguire, è previsto un buffet e un concerto di un gruppo di musicisti balcanici,
“POPECITELJI”, che hanno già suonato in alcune realtà locali e città italiane e a Mostar, anche in iniziative di sostegno a vari progetti di solidarietà per la Bosnia