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mercoledì 07 settembre 2022 17:33

 

L'Helsinki Committee bosniaco si spacca sugli algerini

11.02.2002   

I maggiori rappresentanti del Comitato di Helsinki bosniaco si scontrano. Il governo bosniaco ha violato o meno i diritti dei cittadini algerini consegnati agli USA?
Logo del Comitato di Helsinki bosniaco
Giorni duri per la sezione bosniaca del Comitato di Helsinki.
Tutto è cominciato quando le autorità bosniache hanno consegnato un gruppo di algerini, sospettati di legami con Al Kaida, all’esercito statunitense che non ha esitato a trasferirli immediatamente a Guantanamo, Cuba.

Tra le molte voci di protesta nei confronti delle autorità, che in quest’occasione poco si sono curate delle “formalità giuridiche”, preferendo una politica spregiudicatamente realista, anche quella del presidente del Comitato di Helsinki bosniaco, Srdjan Dizdarevic.

Quest’ultimo aveva in quell’occasione dichiarato, che le modalità con le quali si era attuato l’arresto degli algerini, non rispettavano i fondamentali diritti umani. Occorreva, prima di consegnare i detenuti agli americani, verificare come mai era stata loro concessa la cittadinanza bosniaca e come mai era stata così repentinamente tolta. Se poi fossero emerse prove chiare contro di loro, il processo si sarebbe dovuto svolgere in Bosnia Erzegovina e non certo negli USA.

Il giorno successivo hanno ribattuto a questa dichiarazione due suoi autorevoli colleghi, Slavo Kukic e Branko Todorovic. Questi ultimi hanno difeso l’operato del governo, affermando che le opinioni espresse da Dizdarevic non sono affatto condivise all’interno del Comitato.

Alcuni quotidiani e settimanali, come Dani, sono intervenuti nella polemica. Quest’ultimo ha ad esempio duramente accusato Kukic e Todorovic di “giocare per gli americani”. La risposta non si è fatta attendere e Kukic ha descritto Dizdarevic ed il giornale nel quale è tra i redattori come “comunisti ed antiamericani che stanno favorendo la nascita nel Paese di un’isteria anti-americana”. Non si è fermato qui aggiungendo che “si sta favorendo un’asse politica Kabul-Sarajevo”. E dopo queste parole, non certo diplomatiche, ha deciso di lasciare il Comitato di Helsinki (Oslobodjneje 31.01.2001, TVF1 01.02.2001, Dnevni Avaz 03.02.2001).
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