Un recente sondaggio condotto dalla ong Mjaft! valuta i primi cento giorni del nuovo esecutivo albanese e del suo premier. Berisha ottiene la sufficienza, ma, secondo il sondaggio, la fiducia della popolazione è riposta più nelle istituzioni internazionali che in quelle locali
Sali Berisha
Con un voto poco più che sufficiente il nuovo governo del Premier albanese Sali Berisha ha passato l'esame del primo sondaggio effettuato nel Paese dopo le elezioni politiche del 3 luglio scorso. La ricerca, presentata nei primi giorni di febbraio dall'ong locale "Mjaft!" (Basta!), riguarda in particolare il giudizio dell'opinione pubblica sui primi 100 giorni del lavoro dell'esecutivo: il voto medio espresso dai 1.000 intervistati è stato di 6,3 in una scala da 4 a 10.
Il sondaggio rivela che la maggioranza della popolazione non nota grandi cambiamenti nel Paese negli ultimi mesi di governo della destra, anche se il lavoro effettuato fin ora in campi come la lotta alla corruzione e la trasparenza nell'amministrazione pubblica sembra convincere abbastanza.
Triste invece la classifica delle istituzioni più affidabili dove quelle locali vengono sorpassate di gran lunga da Nato, Unione Europea e Osce che si dividono i primi tre posti.
Sufficiente
L'ultimo sondaggio offerto alla società albanese dall'ong "Mjaft!" segna anche la novità del voto. Ai 1000 cittadini interrogati in tutto il Paese è stato chiesto di dare un voto, come a scuola, al lavoro svolto fino adesso dal nuovo governo, a partire da un minimo di 4 (bocciato) a un massimo di 10 (pieno successo): la media è risultata poco più che sufficiente per promuovere il lavoro del leader dei democratici. Un 6,3 che sembra voler dare ancora un po' di tempo a Berisha per attuare le riforme tanto promesse. Interrogati su come l'attuale esecutivo ha influenzato la loro vita quotidiana, l'81,1% degli intervistati ha detto di non aver avvertito alcun cambiamento, mentre il 9,2% ha parlato di una influenza negativa, contro l'8,6% che si dice contenta.
La ricerca ha evidenziato tre grandi gruppi all'interno dell'opinione pubblica divisi riguardo alla domanda se le cose importanti nel Paese stessero andando nella direzione giusta o meno: "La maggioranza (45,3%) non è molto decisa, mentre tra quelli che hanno le idee più chiare sono in vantaggio i cittadini che pensano che le cose stiano andando per il verso giusto (27,8%) contro il 25,8% di chi si dice più pessimista". Nonostante ciò, sottolinea il sondaggio, il 43% degli intervistati esprime fiducia nel lavoro del governo, contro il 39% di chi è più scettico o addirittura chi si sente totalmente deluso (15%).
Agli intervistati è stato chiesto di fare anche un paragone con il periodo precedente le elezioni del 3 luglio scorso quando al potere invece erano i socialisti. "La maggioranza, in quasi tutti i settori presi in considerazione, pensa che l'andamento sia stato lo stesso". Comunque, "i cittadini pensano che in campi come la lotta alla corruzione, la riforma fiscale, l'istruzione e la trasparenza del governo verso il pubblico, i media e verso la società civile, ci sia stato negli ultimi mesi un certo miglioramento". Al contrario, la politica seguita fin ora per la riduzione della povertà, il rispetto della divisione dei poteri tra le autorità centrali e quelle locali e la posizione tenuta dal Governo nei confronti dell'opposizione viene giudicata peggiore di quella precedente alle elezioni.
Berisha ha ottenuto il consenso della maggioranza (57%) per quel che riguarda "il dimagrimento" dell'esecutivo. La riforma fiscale presentata dal premier sembra essere stata accolta altrettanto bene: il 71% la giudica giusta, mentre il 20% non è d'accordo. Il leader democratico non è riuscito a convincere invece sulla questione di un cavalcavia, fortemente dibattuta, che il sindaco socialista Edi Rama ha progettato per risolvere il problema del traffico lento in uno degli incroci più ingarbugliati alle porte della capitale. Il conflitto del premier e la sua contrarietà al progetto viene ritenuto sbagliato dal 67% degli intervistati, contro il 26% che invece gli dà ragione.
A chi va la fiducia
In un capitolo del sondaggio è stata rinchiusa la poca fiducia degli albanesi nelle istituzioni nazionali. Una realtà che già si conosceva, ma che ora è stata anche certificata. Più affidabili risultano essere gli organismi internazionali come la Nato, l'Unione Europea e l'Osce nei quali crede rispettivamente il 67%, il 65% e il 62% dei cittadini.
Ma se i problemi dovessero essere risolti per forza in casa, l'istituzione sulla quale i cittadini farebbero maggior affidamento sarebbero i media, che si sono aggiudicati il quarto posto. Solo dopo vengono le autorità dello Stato con il Presidente della Repubblica, Alfred Moisiu, al quinto posto. Lo seguono subito dopo le istituzioni religiose nelle quali crede il 47% dei cittadini. Settima qualificata la Polizia di Stato, seguita da il Comune e il Parlamento. Terzultimo posto per il Governo, la cui credibilità è giudicata leggermente superiore solo rispetto a quella nei confronti della Procura e dei tribunali.
Rama il politico preferito
I partecipanti al sondaggio hanno potuto dare anche le loro valutazioni sui personaggi politici di spicco, sia della maggioranza che dell'opposizione. Una classifica che rivela una simpatia maggiore nei confronti dei cosiddetti "giovani": personaggi che sono entrati a far parte della politica locale pochi anni fa e identificati dall'opinione pubblica come più moderati dei loro leader. In cima alla classifica si trova Edi Rama, sindaco di Tirana e neo-leader del Partito Socialista sin dalle dimissioni di Fatos Nano a seguito della sconfitta nelle scorse elezioni politiche. Rama ha accolto le preferenze del 62% degli intervistati. Anche il suo lavoro a capo del maggior partito dell'opposizione sembra essere apprezzato: il 67% lo stima positivamente, al contrario di chi parla di insuccesso (29%).
Tornando alla classifica dei politici locali, al secondo posto compare il nome di Jozefina Topalli, numero due del Partito democratico e presidente del Parlamento albanese. La seguono a pari merito il Presidente della Repubblica Moisiu e Bamir Topi, un altro vice di Berisha all'interno dei democratici, anch'egli appartenente assieme alla Topalli all'ala moderata del partito. Berisha, padre fondatore del Pd, si deve accontentare del settimo posto: per trovare invece il nome del suo storico e acerrimo rivale socialista, Fatos Nano, si deve andare in fondo alla lista, nella terzultima posizione.
Vedi il
sondaggio stilato dall'ong "Mjaft".