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Adesione all'UE: Bucarest ottimista

18.05.2006    scrive Mihaela Iordache

Nonostante il rinvio della Commissione, governo e istituzioni rumene si mostrano fiduciose. Il presidente Basescu si impegna ad intensificare il ritmo delle riforme. Secondo il giornale Cotidianul: “L’adesione è sicura ma la gioia è rinviata”
La Romania e la Bulgaria dovranno aspettare ancora, fino a ottobre, per sapere se la loro adesione all’Ue avrà luogo, come previsto, il 1 gennaio 2007, oppure se sarà rinviata. Martedì scorso al parlamento europeo di Strasburgo è stato presentato un rapporto di monitoraggio sui due paesi che dal canto loro speravano, con il fiato sospeso, una conferma dell’adesione per la data prevista.

La Commissione europea ha preferito invece la via di mezzo: rinviare la decisione sulla data dell’adesione evitando da una parte le critiche di alcuni Paesi membri in cui le opinioni pubbliche sembrano essere sempre più scettiche nei confronti del processo di allargamento, sia la suscettibilità dei due paesi candidati.

La Commissione, ha spiegato il suo presidente Jose Manuel Barroso, ritiene che la Bulgaria e la Romania “dovrebbero essere pronte ad aderire il primo gennaio 2007” se, nei prossimi mesi, affronteranno una serie di questioni in sospeso, relative alle riforme giudiziarie e alla lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata.

Una formula ambigua e molto diplomatica, sotto il segno del condizionale. La Commissione riconosce che la Romania ha fatto progressi significativi ma ci sono ancora quattro bandierine rosse che riguardano problemi seri in agricoltura e nel sistema di tassazione.

Il rapporto di monitoraggio evidenzia carenze nel funzionamento dell’Agenzia delle entrate, nell’implementazione del sistema integrato di amministrazione e controllo, nella capacità di raccolta e lavorazione dei prodotti di origine animale allo scopo di prevenire le malattie e nel sistema computerizzato di trasmissione dei dati riguardanti l’IVA.

In ogni caso, dalle autorità di Bucarest, il rapporto presentato al parlamento di Strasburgo è stato considerato positivo. Il primo ministro Calin Popescu Tariceanu l’ha definito infatti “il migliore che la Commissione europea abbia presentato finora sulla Romania”. L’amministrazione presidenziale, a nome del capo dello stato Traian Basescu (che martedì si trovava nel suo ultimo giorno di ricovero nell’ospedale universitario di Vienna dopo un intervento chirurgico per un’ernia al disco) trova il rapporto “una radiografia reale e credibile,una guida per il governo, le istituzioni dello stato e per ogni romeno”.

Nella lunga corsa verso l’Ue Basescu promette di continuare a chiedere all’esecutivo di intensificare il ritmo delle riforme. Le autorità romene si dichiarano ottimiste, considerando i problemi rimasti in sospeso piuttosto di ordine tecnico e comunque superabili. Il ministro degli esteri Mihai Razvan Ungureanu, tranquillo e sicuro, ha dichiarato che “ il rinvio dell’entrata della Romania nel 2008 non è più in questo momento un’opzione da prendere in considerazione. Le quattro bandierine rosse - tre per l’agricoltura e una per il fisco - sono obiettivi pienamente realizzabili”.

Se l’opposizione si dichiara “ preoccupata” nel Palazzo Vittoria di Bucarest, sede del governo, si tira un sospiro di sollievo. All’indomani del rapporto si sono recati in una visita lampo nella capitale romena il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso e il commissario per l’allargamento Olli Rehn. I due si sono congratulati con le autorità romene per il successo ottenuto a Strasburgo. Barroso ha raccomandato di “rimboccarsi le maniche, lavorare sodo e accorciare le vacanze poiché le bandierine rosse segnalate della Commissione spariscano entro l’autunno”.

Il presidente della Commissione europea ha precisato che la Romania e la Bulgaria saranno valutate in modo individuale, un aspetto importante per le autorità romene che nonostante abbiano dichiarato che sostengono l’entrata della Bulgaria per la stessa data considerano però che nell’ultimo periodo la Romania abbia superato il paese vicino in materia di riforme soprattutto per quanto riguarda la giustizia e la lotta contro la corruzione. Tuttavia i rappresentanti Ue hanno raccomandato ai parlamentari romeni di varare leggi come lo statuto delle minoranze e la legge sul finanziamento dei partiti politici.

La stampa romena ha analizzato e presentato con toni moderati e quindi senza drammatizzare il rinvio della Commissione europea, almeno per due motivi . Il primo perché la Romania ha sempre avuto sopra la testa la spada di Damocle della clausola di salvaguardia che può scattare in mancanza di risultati e prevede uno slittamento dell’adesione di un anno, cioè al 2008. Il secondo motivo è - e tutti i romeni su questo concordano - che c’è ancora da lavorare per arrivare alla futura adesione.

Secondo il giornale “Cotidianul”, “L’adesione è sicura ma la gioia è rinviata” e “la Commissione ha scelto una soluzione di compromesso, evitando di fare differenze tra Romania e Bulgaria”. Sul giornale “Adevarul” si legge invece che “La Ue stanzia denaro pre e post adesione non solo per motivi umanitari. L’interesse economico è sicuramente un primo fattore nel processo europeo di allargamento e di “conquista” di nuovi territori. Nell’attuale contesto internazionale, scrive Adevarul, l'Ue ha bisogno di nuovi fattori per la sua crescita economica e la Romania e la Bulgaria possono contribuire ampiamente . La Romania è il secondo mercato, dopo la Polonia, fra gli ex paesi comunisti”.

Se la Romania entrerà il 1 gennaio 2007 nell’Ue dovrà spendere per due anni, ogni giorno, nove milioni di euro. Anche in questo capitolo il paese deve recuperare. Soprattutto perché mancano progetti e spesso i soldi ritornano alla fonte. La mancanza di progetti viene riconosciuta anche dalle autorità ma molte voci indicano la corruzione locale o centrale come il grande ostacolo per l’accesso ai fondi comunitari.

Nel frattempo le tv continuano a presentare servizi sul significato e le implicazioni dell’integrazione europea. Molta gente teme una crescita dei prezzi. Anche se i rappresentanti della Commissione europea in Romania invitano a non preoccuparsi. In effetti i prezzi si sono allineati subito agli “standard” europei, mentre gli stipendi sono rimasti al palo. Gli specialisti presumono che i prezzi potrebbero all’inizio crescere per poi diminuire. Per molti prodotti già non è più conveniente comprarli in Romania.

La moneta nazionale (LEU) ha subito una svalutazione ingente rispetto all’euro. Ieri la Banca nazionale aveva annunciato una lieve valutazione, con 3,52 lei per un euro, mentre la settimana scorsa un euro valeva 3,46 lei. Gli analisti economici considerano che la moneta nazionale si deprezza perché gli investitori stranieri ritirano il loro denaro dal mercato romeno. Il loro disinteresse potrebbe essere causato negli ultimi segnali partiti da Bruxelles circa la possibilità di rinviare l’adesione della Romania all’Ue.

Il governatore della Banca Nazionale Romena, Mugur Isarescu, crede però che la situazione sia normale e anche prevedibile visto che gli investitori si ritirano da tutti i mercati della regione perché i profitti sono in diminuzione. Ma mentre ci sono uomini d’affari che si mostrano preoccupati, in Romania e a Bruxelles si parla ancora del 1 gennaio 2007 come data di adesione. L’esame sarà a ottobre. E’ tuttavia difficile credere che a ottobre, a solo 3 mesi dall’adesione i governi europei votino per un rinvio. Diciassette dei paesi membri Ue hanno già ratificato il trattato di adesione della Romania, anche se Germania e Francia potrebbero aspettare a farlo fino all’ultimo momento. ”Il nostro obiettivo è l’adesione nel 2007”- ha dichiarato Olli Rehn, commissario per l’allargamento, ma “il nostro dovere è di verificare che i paesi candidati rispettino effettivamente i criteri da noi posti”. Anche Barroso si mostra ottimista: ”Non chiediamo la perfezione completa e crediamo che il progresso sia realizzabile e l’obiettivo non sia impossibile”. Ora si deve solo agire per eliminare i “Se” e i “Ma” tramite risultati concreti ancorati alla realtà.
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