Dopo l’intervista a Joseph Marko, giudice della Corte Costituzionale bosniaca, proponiamo un ulteriore approfondimento sulla tematica delle modifiche delle carte costituzionali delle due Entità.
Alcune settimane fa avevamo intervistato Joseph Marko, giudice internazionale facente parte della Corte Costituzionale bosniaca, e quest’ultimo ci aveva illustrato le dichiarazioni di incostituzionalità che la Corte aveva adottato nei confronti di alcuni articoli delle Costituzioni delle due Entità.
In un articolo titolato “Come far si che i diritti costituzionali siano diritti reali” Tanja Ivanova, dell’AIM di Sarajevo, ritorna sull’argomento.
Ne riportiamo tradotti alcuni stralci e rimandiamo, per una lettura completa, al documento in lingua inglese.
I serbi, i croati ed i bosniacchi sono definiti, dal preambolo della Costituzione approvata nel 1995, popoli costitutivi della Bosnia Erzegovina. Le Carte Costituzionali delle due Entità dicono però qualcosa di diverso: nella Republika Srpska solo i serbi sono “popolo costituente” mentre croati e musulmani hanno quello status nella sola Federazione. Negli ultimi sei anni si è verificata una situazione paradossale: ogni cittadino ha potuto esercitare appieno i propri diritti … solo in una delle due metà dello stato. Attraversando la linea di confine tra le due Entità veniva immediatamente trasformato in un “appartenente alle minoranze” i cui diritti venivano solo in parte tenuti nella dovuta considerazione.
Questa è diretta conseguenza del fatto che le Costituzioni delle due Entità sono state approvate prima della stessa Costituzione della Bosnia Erzegovina. E’ vero che le Entità erano obbligate ad armonizzare le loro carte costituzionali con la Costituzione bosniaca entro sei mesi dall’entrata in vigore di quest’ultima ma la
deadline non è mai stata rispettata.
…
Molti esponenti politici di entrambe le Entità hanno interpretato a loro modo il preambolo della Costituzione bosniaca in modo da non farlo entrare in contraddizione con le previsioni delle carte costituzionali delle Entità ma questo “gioco all’interpretazione del preambolo” è bruscamente finito nel luglio del 2000 quando la Corte Costituzionale della Bosnia Erzegovina ha chiarito che tutti i tre popoli sono costitutivi della Bosnia Erzegovina e che spetta alle Entità adattare le proprie carte costituzionali a questa decisione. La decisione della Corte è stata adottata in seguito ad una votazione nella quale fondamentali sono stati i voti dei giudici internazionali.
…
Le autorità in entrambe le Entità si sono dimostrate poco propense ad implementare la decisione della Corte Costituzionale obbligando l’Alto Rappresentante a formare, lo scorso autunno, due commissioni con il compito di preparare gli emendamenti alle due leggi costituzionali. Cosa che è stata solo in parte fatta.
…
Le commissioni si sono ritrovate infatti ad avere punti di vista anche diametralmente opposti su alcune questioni. Ad esempio la commissione della Federazione afferma che per quanto riguarda i rapporti tra i popoli costitutivi e gli aspetti ad essi connessi vada tenuto conto il censimento del 1991 dato che dati successivi sono stati falsati dalle operazioni di pulizia etnica. La commissione della Republika Srpska afferma invece che va tenuto conto della situazione attuale.
…
Alcuni politici della Federazione attendono che, come è avvenuto spesso in passato, sia un decreto imposto dall’Alto Rappresentante a dirimere la questione ma sembra che questa volta non sarà così perché quest’ultimo sembra intenzionato a fare in modo che siano le stesse autorità bosniache ad uscire dall’impasse.
…
E’ evidente come sia necessario che venga al più presto raggiunto un compromesso politico tra le due posizioni.
…
Tanja Ivanova – AIM
Vai all’articolo completo (in lingua inglese)