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I cevapi e il faraone

24.05.2006    scrive Massimo Moratti

Tre antiche piramidi nascoste sotto le colline della Bosnia centrale: bufala o scoperta sensazionale? In Bosnia non si parla d'altro, e attorno alle piramidi comincia già a fiorire il turismo, tra folklore bosniaco e echi dell'antico Egitto...
È uno dei pochi eventi che riesce a scuotere l’opinione pubblica in Bosnia ed Erzegovina. Non stiamo parlando dei cambiamenti costituzionali, dell’indipendenza del Montenegro, delle prossime elezioni o del numero di persone indiziate per crimini di guerra che progressivamente finiscono nelle mani delle varie polizie. Stiamo parlando di quanto sta avvenendo a Visoko, una cittadina a circa 30 kilometri da Sarajevo, dove l’autunno scorso, un archeologo dilettante, Semir Osmanagic ha annunciato al mondo di avere scoperto le prime piramidi bosniache.

Una conferma?

La settimana scorsa, un geologo egiziano, Aly Abd Barakat, inviato dal Cairo per verificare l’autenticità della scoperta sembra aver dato una prima importante conferma alla scoperta di Semir Osmanagic. “Secondo me ci troviamo di fronte ad una piramide primitiva di un tipo finora sconosciuto.... è difficile per la natura creare blocchi di pietra simili”. Il geologo egiziano sembra dunque aver confermato che le pietre trovate sul sito della piramide sono opera umana e non naturale, tale conferma viene sia dalla forma delle pietre che dalla loro inclinazione. Inoltre, la sabbia trovata tra i vari strati di roccia sembra essere simile al cemento che era stato usato nelle piramidi di Giza.

La scoperta delle piramidi a Visoko, cittadina famosa per le salsiccie e la pelletteria, ha i contorni tipici di una storia bosniaca, perennemente in bilico tra la scoperta sensazionale e la farsa di periferia. La piramide di Visoko è tutt’altro che invisibile: semplicemente è la collina che sovrasta la città: sono gli occhi di tutti da sempre. La cittadina è infatti adagiata ai piedi di una collina che ha una forma piramidale, sorprendentemente regolare, foto e stampe d’epoca l’hanno ritratta da sempre così.

Le prime ricerche

È su questa collina che si è concentrata l’attenzione di Semir Osmanagic nell’agosto del 2005, quando ha cominciato i primi sondaggi. In breve questa è divenuta la Piramide del Sole. Ma non basta, poco dopo, Osmanagic ha scoperto altre due piramidi, la piramide della Luna e quella del Dragone, più piccole e meno evidenti. Osmanagic, che ama indossare un cappello da cowboy è ben presto stato rinominato l’”Indiana Jones bosniaco”. Le piramidi, secondo Osmanagic sono vecchie di circa 12,000 anni ed appartengono ad una civiltà che fioriva in Bosnia, mentre il resto d’Europa era coperto di ghiaccio. La stessa piramide del sole è alta 220 metri, notevolmente più alta delle piramidi in Egitto.

Tutte queste piramidi sono ora coperte di terra e vegetazione, che le fanno assomigliare alle innumerevoli colline bosniache.... ma gli scavi, iniziati nell’aprile scorso hanno portato ben presto alla scoperta di lastroni di pietra squadrati e inclinati verso l’alto. Oltre a ciò tutta una serie di indizi e prove che sembrano indicare che qualcosa in effetti ci sia sotto la terra e gli alberi: le colline-piramidi sembrano dissipare il calore in modo maggiore che le aree vicine, indizio dell’esistenza di una serie di tunnel, che dopo esser stati esplorati sembrano indicare anch’essi di essere opera dell’uomo. Ben presto, è stata creata una fondazione, “La fondazione del parco archeologico delle piramidi del Sole bosniache” (www.piramidasunca.ba), che con un sito aggiornatissimo tiene informati sugli sviluppi degli scavi e raccoglie l’interesse dei possibili donatori.

Ma la comunità scientifica dice no...

La comunità scientifica bosniaca si mostra più che scettica della scoperta di Osmanagic e in Aprile in una lettera aperta pubblicata sui maggiori giornali bosniaci, 21 scienziati e esperti hanno messo in dubbio la scoperta di Osmanagic, definendo l’intera vicenda un brutto circo. Più di recente, Blagoje Govedaric insegnante di archeologia dell’Europa orientale, dalle colonne di Dani ha smentito ancora una volta la tesi di Osmanagic, tacciandolo di dilettantismo e dicendo sostanzialmente che prima o poi l’opinione pubblica mondiale si renderà conto dell’insensatezza delle teorie di Osmanagic e ciò potrebbe coprire di ridicolo l’interao paese. I detrattori di Osmanagic sostengono che le pietre trovate sul fianco della montagna non sono altro che pietre tombali di un’antica necropoli medievale collegata ai resti medievali presenti in cima alla “piramide”. E qui, dicono, nulla di nuovo, perchè tale cittadina medievale è conosciuta da sempre.

Una copertura mediatica mondiale

Ma la storia, ha ricevuto una copertura mediatica mondiale. Le maggiori testate hanno coperto la vicenda: CNN, BBC, ZDF, CBS, il New York Times, l’International Herald Tribune, il National Geographic hanno coperto la storia dando risonanza mondiale alle scoperte di Osmanagic. Il tono dei media è doverosamente scettico senza sbilanciarsi, ma ogni servizio dei media finisce puntualmente sul sito web della Fondazione.... In Italia, solo l’Ansa e l’Osservatorio dei Balcani sembrano avere coperto la storia. La presenza dei grossi media internazionali e della CNN sembra dare un crisma di ufficialità alle scoperte di Osmanagic, che nel frattempo è assurto a personalità mediatica, grazie anche alla telegenicità del suo look e al perfetto inglese che può sciorinare di fronte alle telecamere.

La visita alle piramidi

La città di Visoko sta vivendo un momento senza precedenti nella sua storia. L’area attorno alle piramidi è divenuta infatti il teatro di visite domenicali di frotte di turisti/curiosi attratti dalla vicenda. Così la visita alle piramidi ha sostituito il tradizionale pic nic sul fiume. Venditori di magliette, di cappellini, piramidi in miniatura hanno popolato le strade di Visoko e le zone adiacenti agli scavi. Il pendio della piramide è infatti costellato di case e le strade che portano agli scavi sono strette e estremamente trafficate. Gli abitanti del villaggio hanno trasformato i propri giardini in parcheggi e chi aveva un frigorifero lo ha riempito di bibite da offrire agli accaldati curiosi che si inerpicano lungo i ripissimi sentieri che portano agli scavi. La trovata più geniale sono forse i “Cevapi del Faraone”: a metà strada della salita verso gli scavi, un’improvvisato ristoratore prepara i cevapi sulla sua griglia personale e li serve ai passanti in un’improvvisata “cevabdzinica” a cielo aperto. I più ingegnosi sono probabilmente dei bambini rom, di età tra i 8 e i 12 anni che si improvvisano guide turistice e accompagnano i turisti verso la zona degli scavi, mostrando cosa sta succedendo e spiegando gli svilupppi futuri della “valle delle piramidi bosniaca”. Nella salita verso la parte sommitale della collina-piramide, accanto al sito principale, si possono facilmente rinvenire altre aree di scavo che hanno portato alla luce ulteriori strati di pietre sovrapposte. Negli ultimi giorni, gli scavi sono inizati anche sulla cosiddetta “piramide della Luna”.

Fiaba o barzelletta, le piramidi di Visoko sono uno dei temi dominanti della quotidianità bosniaca. A molti bosniaci non pare vero che nella loro terra vivesse una popolazione antichissima precedente alle altre civilizzazioni europee. Questa teoria ben si accompagna con alcune teorie simili che erano circolate durante il conflitto. La scoperta, o presunta tale delle piramidi, sembra avere un effetto decisamente benefico sui cittadini bosniaci e da loro la possibilità di sognare e di distogliere il pensiero dalle problematiche della Bosnia di Dayton che non sembra poter uscire dalla crisi economica e impasse politica. L’atteggiamento è generalmente prudente, ma ognuno in cuor suo nutre la speranza che Semir Osmaganic sia nel giusto. E se alle prossime elezioni si presentasse il “partito delle piramidi”?
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