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Albania, il marcio della corruzione
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Data pubblicazione: 14.06.2006 10:59

Un sondaggio finanziato da USAID rileva quali, secondo l’opinione pubblica albanese, sono i settori in cui è maggiormente presente la corruzione. Tre funzionari dello stato vengono arrestati, il premier invita cittadini e opposizione a far fronte al problema
Tre alti funzionari dello Stato finiscono in manette con l’accusa di abuso di potere e in Albania si torna a parlare della vecchia piaga della corruzione. Il governo del centro destra del premier Sali Berisha promette guerra, invitando la popolazione a partecipare a questa lotta. Ma l’opinione pubblica sembra ormai aver perso totalmente la fiducia nelle istituzioni: lo rivela un sondaggio i cui risultati sono stati resi noti pochi giorni fa a Tirana.

Le istituzioni più corrotte

Parlamentari, magistrati e ispettori fiscali sono stati giudicati dalla maggior parte degli albanesi come le figure più corrotte nel Paese, stando al sondaggio finanziato dall’USAID (l’agenzia Usa per lo sviluppo internazionale) e eseguito da esperti americani. Tra le file degli onesti risulta il capo dello Stato, Alfred Moisiu, seguito dagli ufficiali dell’Esercito e dai capi delle comunità religiose.

Tra le istituzioni meno credibili – secondo il sondaggio – ci sarebbero i partiti politici e sindacati, nei quali la maggioranza degli albanesi sembrano avere pochissima fiducia. Peggio ancora il sistema che dovrebbe combattere la corruzione: la Giustizia, alla quale l’opinione pubblica albanese assegna lo scettro dei più corrotti. Tanto è che più della metà degli intervistati dagli esperti americani dichiara di rinunciare a sporgere denunce o querele “perché tanto non ne vale la pena”. È così eclatante il male del quale soffre il sistema giudiziario albanese, che sono gli stessi magistrati a confermarlo: più della metà di quelli intervistati riconoscono che “si tratta di un serio problema”, sottolinea il sondaggio, ma danno per questo la colpa agli avvocati difensori che li “contattano al di fuori delle aule dei tribunali per influenzare le sentenze”.

Ma il virus della corruzione dilaga anche in altri campi. Il sondaggio dell’ USAID punta il dito contro il sistema delle tangenti pagate per vincere gli appalti. Secondo la stessa fonte, la maggioranza dei dipendenti pubblici afferma senza problemi che un imprenditore, “per vincere una gara, dovrebbe pagare almeno il 10% del suo valore”. Ma ovviamente, a mettere i soldi in tasca, sono i colleghi dei dipendenti intervistati, perché loro stessi non lo farebbero mai!

Purtroppo, in questa situazione, la cura non potrebbe arrivare dal sistema sanitario, che risulta tra i più infetti. Il sondaggio classifica come “diffusissimo” il fenomeno delle bustarelle che i cittadini devono pagare per avere in cambio servizi che gli spetterebbero per legge da parte di dipendenti della pubblica amministrazione: a capeggiare la lista, medici e infermieri. Ma questa informazione per gli albanesi non è nuova. In tutti gli ospedali albanesi vige infatti un listino informale in base al quale, se non sei disposto a pagare, puoi essere dimenticato lì su un lettino per giorni interi prima che qualcuno ti venga a dare un’occhiata.

Per quel che riguarda i doganieri e gli ispettori fiscali, la facile corruzione sembra invece essere una voce obbligatoria nel curriculum, se vogliono essere assunti. Di loro, la stragrande maggioranza dei cittadini, non si fida affatto. Addirittura, si racconta ironicamente in Albania, ci dovrebbe essere una legge che vieta l’assunzione di un doganiere per più di tre mesi di fila: non per altro, ma tanta ricchezza accumulata in poco tempo si dice possa essere causa di malori!

Berisha dichiara guerra alla corruzione

La lotta alla criminalità e alla corruzione sono i due pilastri portanti sui quali il premier Sali Berisha ha basato il suo governo di centro destra. Trattandosi anche dei due obiettivi maggiori posti dall’Occidente a Tirana, Berisha – a detta di molti analisti – si è subito mosso in questa direzione. Per quel che riguarda la criminalità, i primi risultati non mancano: in nove mesi di governo di Bersiha, il ministero che è riuscito a fare di più è proprio quello degli Interni e i dati pubblicati finora confermano questa sensazione.

Il problema più grande per Berisha continua a rimanere la corruzione, poiché la sua lotta ha effetti meno tangibili e difficilmente percepibili dall’opinione pubblica. Per questo, il leader democratico ha sfruttato l’arresto del sindaco di Golem (cittadina vicino a Durazzo), di un dirigente del ministero del Turismo e del direttore dell’ufficio delle imposte a Valona (tutti e tre accusati di abuso di potere e corruzione) per dichiarare che “questo è solo l’inizio”.

Ma il primo ministro ha pubblicamente chiesto l’aiuto dei cittadini i quali “devono partecipare attivamente a sradicare la corruzione […] perché questo cancro prende ogni giorno vite umane, vite di bambini, che non riescono ad avere cure adeguate”.

Il capo del governo ha dichiarato che la corruzione verrà combattuta a prescindere dai colori politici, ma per questo ha chiesto all’opposizione del centro sinistra di “non fare l’avvocato dei corrotti”.

Alcuni analisti, però, mettono in guardia il premier che a pagare le spese di questa guerra potrebbe essere proprio lui. “Paradossalmente, la diminuzione della corruzione può portare anche una minore crescita economica”, sostiene Eduard Zaloshnja. Secondo l’opinionista, i soldi sotto banco “fino ad oggi sono stati il lubrificante principale degli ingranaggi degli investimenti pubblici. Perché, sapendo di prendere una grossa quantità di soldi, i dipendenti pubblici preparano in fretta il materiale degli appalti: prima si dà l’appalto, prima prendi i soldi, prima passi all’altra gara”.

Tuttavia – continua Zaloshnja - dopo un momentaneo rallentamento della crescita economica, verrebbe il momento della crescita, “ma in quel momento al Partito Democratico (Pd) toccherà affrontare gli elettori, i quali, specialmente quelli meno decisi, giudicheranno in base all’andamento economico fino a quel periodo, e non in base a quello che potrà accadere nel futuro…”. Così, afferma l’analista, “se il Pd farà questo grande servizio al Paese, ironicamente a perdere potrebbe essere proprio esso stesso”. E insieme ad esso, il leader Berisha.