Analisi del CIRPET sull'economia bulgara. Le ultime politiche economiche, la situazione attuale e le prospettive future
Di Marco Ranieri e Margherita Vergnano
Questo contributo sulla Bulgaria è il settimo capitolo della ricerca "Assetto Produttivo, Competitività e Crescita nei Paesi in Transizione", cofinanziata dalla Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione CRT, svolta dal CIRPET (Centro Interdipartimentale di Ricerca sui Paesi Emergenti e in Transizione, C/o Dipartimento di Economia "S.Cognetti de Martiis" dell’Università di Torino, www.cirpet.unito.it, Direttore Prof. Carlo BOFFITO). La ricerca è stata presentata dal Cirpet, dalla Camera di Commercio di Torino e dal Centro Estero delle Camere di Commercio Piemontesi al “Centro Congressi Torino Incontra” a Torino il 4 marzo 2005.
La Bulgaria ha iniziato il processo di transizione in ritardo rispetto agli altri paesi dell’Europa centro-orientale. Dopo anni di crisi socio-economica e politiche fallimentari, ha raggiunto la stabilizzazione macroeconomica e una crescita costante dal 1997, con i governi del premier Ivan Kostov prima (1997-2001) e dell’ex-sovrano Simeone di Sassonia dal 2001. Il nuovo Primo ministro Sergei Stanishev (in carica dall’Agosto 2005) si è impegnato a continuare le politiche utili per l’ingresso del paese nell’Unione europea. Il currency board e altre misure di politica economica, nonché ingenti finanziamenti delle istituzioni finanziarie internazionali, hanno permesso alla Bulgaria di crescere costantemente (in media del 4,1 per cento all’anno), nonostante la due gravi crisi verificatesi nell’area: la crisi finanziaria russa del 1998 e la crisi politico-militare del Kossovo nel 1999. Il clima per gli investimenti esteri e la competitività dell’economia sono comunque cresciuti negli ultimi anni.
Dopo una presentazione generale della struttura produttiva della Bulgaria, questo testo analizza prima gli investimenti e il commercio estero, poi la struttura settoriale delle piccole e medie imprese (Pmi) locali e delle imprese di stato (privatizzate e da privatizzare). Per ogni settore vengono indicate le possibilità di investimento e di cooperazione con le imprese italiane.