"E' sempre meglio una banda gitana, magari stonata, di una 'Madame Butterfly' imbalsamata dalla routine".
Di madre serba e padre croato, come tanti cittadini bosniaci, Bregovic è quasi un simbolo della Bosnia multietnica. Nato a Sarajevo, fonda il suo primo gruppo rock a 16 anni.
Diventa rapidamente un frequentatore fisso degli ambienti artistici della capitale bosniaca dove, nella metà degli anni '70, incontra Emir Kusturica.
Ha fondato i White Button, un gruppo rock di culto che ha trionfato in Yugoslavia dal 1974 al 1989. "Il rock era la sola possibilità di esprimere il nostro malcontento senza rischiare di finire in galera, o quasi...", racconta oggi.
Dopo il tempo della contestazione venne quello del rientro a scuola. Emir partì per Praga per frequentare la prestigiosa scuola di cinema, Goran invece proseguì i suoi studi di filosofia e sociologia che l'avrebbero certamente condotto all'insegnamento se l'enorme successo del suo primo disco, alla fine degli anni '80, quando compone la colonna sonora de "Il tempo dei gitani", non lo avesse spinto verso altri lidi.
Come Nino Rota per Fellini o Michael Nyman per Greenaway. Goran Bregovic ha avuto carta bianca per comporre le musiche dei film che lo hanno portato alla ribalta internazionale. La Palma d'Oro vinta a Cannes dal film di Kusturica, "Underground", consacra la coppia ai massimi livelli di popolarità.
La sua orchestra è costituita da 41 elementi. Da un lato l'austera Orchestra di Belgrado, in bianco e nero; dall'altro le Voci Bulgare, quattro vocalist straordinarie in variopinti costumi folkloristici; in mezzo Bregovic, abiti bianchi e chitarra elettrica in mano in braccio, e il massiccio direttore-percussionista, Ognjen Radivojevic; dietro di loro la "Wedding & Funerals Band", fanfara di ottoni che aggiorna la tradizione dei complessi ottomani e rom.
Programma completo del Festival