Presentazione di “Staze. Planiranje, znakovi i održavanje” (Sentieri. Pianificazione, segnaletica e manutenzione), manuale della SAT (la sezione trentina del Club Alpino Italiano) che è stato recentemente tradotto in serbo-croato-bosniaco perché potesse diventare uno strumento di riavvicinamento e di smilitarizzazione delle montagne, in Bosnia Erzegovina come in Serbia o in Kosovo

L’iniziativa nasce nell’ambito delle relazioni di cooperazione fra la comunità trentina e alcune realtà regionali dell’area balcanica ed in particolare con le municipalità di Prijedor (Bosnia Erzegovina), Kraljevo (Serbia) e Pec-Peja (Kosovo).

Relazioni improntate sulla valorizzazione delle risorse territoriali che hanno portato nel corso degli anni alla realizzazione di diversi programmi di sviluppo locale e di gemellaggi fra parchi nazionali e regionali.

Il manuale “Staze. Planiranje, znakovi i održavanje” (Sentieri. Pianificazione, segnaletica e manutenzione) verrà presentato a Sarajevo alla presenza di Annibale Salsa, presidente nazionale del CAI - Club Alpino Italiano e di una delegazione cui partecipano, fra gli altri, Franco Giacomoni, presidente della SAT - Società Alpinisti Tridentini, Iva Berasi, assessore provinciale alla solidarietà internazionale, Michele Nardelli, responsabile del progetto “ViaggiareiBalcani”, programma sul turismo responsabile nella regione e fra i promotori dell’Osservatorio sui Balcani, Gianfranco Garuzzo, presidenza del CAI e Pier Giorgio Oliveti, responsabile comunicazione CAI e direttore Circuito Città Slow.

Delegazione che incontrerà, oltre alle autorità sarajevesi e nazionali, gli organismi internazionali, i rappresentanti dell’Ambasciata Italiana, le associazioni locali degli amici della montagna, dell’ambientalismo, del turismo di montagna e dell’associazione nazionale per lo sminamento. Ed infine la rete del turismo responsabile della Bosnia Erzegovina.

Dopo Sarajevo, “Staze” verrà presentato il giorno successivo anche a Kraljevo (Serbia), e successivamente a Pec-Peja (Kosovo) non appena sarà pronta la traduzione in lingua albanese, a Prijedor ed in altre località che vorranno utilizzarlo come strumento per una montagna libera da ogni forma di divisione e di violenza.



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