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Fratelli oltre il confine

11.01.2007    scrive Mihaela Iordache

Era già successo nel 2004, quando nell'Ue entrarono 10 nuovi paesi membri. Confini che venivano attraversati agevolmente diventarono veri e propri muri. Isolando ulteriormente chi, dall'Ue, rimaneva fuori. Ora tocca ai moldavi
Centinaia di cittadini della Repubblica Moldova si mettono ogni mattina in fila davanti al consolato romeno di Chisinau nella speranza di riuscire ad ottenere il visto per la Romania. Un visto che fino al 1° gennaio 2007 non serviva: i moldavi potevano andare quando volevano in Romania che per molti significa andare “a casa” e “dai fratelli”.

Ma le regole sono cambiate. La Romania è entrata nell’Unione Europea e deve rispettare i suoi impegni in materia di sicurezza dei confini. Per l’Ucraina e la Serbia, paesi confinanti, i visti erano già stati introdotti da tempo ma per i cittadini della Moldova, ex territorio romeno, le autorità di Bucarest hanno rimandato fino all’ultimo l’introduzione dei visti.

Dal primo giorno dell’anno al consolato romeno di Chisinau l’immagine è sempre la stessa. Solo la carica emotiva può registrare variazioni. Centinaia di moldavi cercano ogni giorno di prenotarsi per il visto. Il sistema on-line di prenotazioni va spesso in tilt. Il ministero degli Esteri di Bucarest ha dovuto aumentare il personale.

Ora il consolato è aperto fino alle 22 mentre l’orario dalle 9 alle 15 è dedicato al ricevimento delle richieste. Molti studenti moldavi studiano in Romania. Molti moldavi lavorano nei paesi dell’Unione Europea, tra cui l’Italia. Ma in Moldova non c’è un’ambasciata italiana ed è il consolato italiano di Bucarest ad occuparsi anche delle richieste dei cittadini moldavi che vogliono andare in Italia.

Tra le centinaia di persone che si radunano tutti i giorni davanti al consolato romeno di Chisinau ci sono quelli che hanno bisogno di visto per andare in Romania e quelli che hanno bisogno di un visto di transito in quanto la loro destinazione è un altro paese dell’UE che non ha una rappresentanza diplomatica nella Repubblica Moldova.

Ai moldavi le autorità di Bucarest concedono il visto gratuitamente. L’organico del consolato romeno di Chisinau è stato aumentato e ora dovrebbero riuscire a espletare ogni giorno circa 300 richieste di visto. Nel caos gli speculatori approfittano della disperazione della gente mettendo in vendita anche i formulari.

Come mai - si chiede un cittadino moldavo - un’agenzia turistica procura il visto in una settimana per almeno 70 euro, pur essendo il visto gratuito? Sarà per i servizi dell’agenzia che riesce a far prima...

Per semplificare il consolato propone la prenotazione on-line che spesso - lamentano in molti - si blocca. Il modulo di richiesta include anche un formulario con 45 domande. Essenziale è presentare un documento (originale e copia) che giustifichi lo scopo e la durata del viaggio in Romania.

In queste situazioni la tentazione della corruzione è grande. La gente è disposta a pagare in cambio di un servizio. Già sul sito del consolato romeno a Chisinau nella rubrica “la vostra opinione” tra le molte critiche si può leggere: ”Offro 100 euro in cambio della prenotazione per i miei genitori”.

Situazioni simili le hanno dovute affrontare in passato anche i romeni. Sino al 2001 infatti nemmeno loro potevano circolare liberamente nello spazio Schengen. Facevano le file davanti ai consolati dei paesi UE a Bucarest e dovevano spiegare i motivi del viaggio e spesso presentare un invito.

Ora a Chisinau c’è chi accusa i romeni di “un nuovo tradimento” dopo quello subito nel 1940 quando la Moldova sarebbe stata “abbandonata” a Stalin senza lottare. C’è però anche chi dice che “dai romeni capitalisti” non andrebbe e che è meglio andare dagli “amici“ russi. Comunque stando alle cifre il desiderio di riacquisire la cittadinanza romena è sempre in crescita anche perché i romeni sono ormai cittadini comunitari.

Il problema della cittadinanza

Per la legge della cittadinanza del 1991, ogni cittadino della Repubblica Moldova poteva ottenere la cittadinanza romena se uno dei genitori o dei nonni era stato cittadino della Romania prima del 1940. Quasi 95.000 moldavi hanno così potuto acquisire la cittadinanza romena ma nel 2001 il governo di Bucarest ha deciso di sospendere la procedura dopo la decisione UE di garantire la libera circolazione dei romeni nello spazio Schenghen.

Due anni dopo la Romania ha varato una nuova legge sulla cittadinanza secondo la quale i cittadini moldavi preservano il diritto di riacquisto dalla cittadinanza ma la possono ottenere solo dopo un minimo di quattro anni di residenza in Romania.

Con le nuove regole, tra il 2002 e il 2006 solo 3.000 persone hanno ricevuto la cittadinanza romena. Dall’estate scorsa fino ad ora 500.000 persone hanno fatto richiesta per la cittadinanza romena. Le autorità romene da una parte vogliono accontentare e tenere vicini i cittadini moldavi, dall’altra devono rispettare gli standard di sicurezza delle frontiere dell’UE. Bucarest vuole aprire due nuovi consolati nella Repubblica Moldova ma le autorità moldave non hanno dato ancora alcuna risposta. Dall'altra parte alcuni giornali della Gran Bretagna non hanno risparmiato attacchi alla Romania per una possibile temuta invasione romena attribuendole indirettamente anche una invasione moldava. Si stima che dalla Moldova, il paese più povero dell’Europa - che conta quasi 4 milioni di abitanti - 1.5 milioni di cittadini sono emigrati negli ultimi anni. Di questi, quasi 700.000 lavorerebbero nella Federazione Russa.

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