La Camera bosniaca per i crimini di guerra ha emesso quella che è finora la sua sentenza più severa, nei confronti di Gojko Jankovic, principale accusato per i crimini commessi a Foca nel 1992. Nostra traduzione
Di Merdijana Sadovic*, Sarajevo, per IWPR, 19 febbraio 2007 (tit. orig. Foca Accused Gets 34 Years)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Carlo Dall'Asta
Gojko Jankovic
La Camera bosniaca per i crimini di guerra la settimana scorsa ha condannato l’ex funzionario della polizia militare serbo bosniaca Gojko Jankovic a 34 anni di reclusione per crimini contro l’umanità commessi ai danni di civili musulmani nella città di Foca, nella Bosnia orientale, nei primi anni ‘90.
È una condanna superiore di quattro anni rispetto alla richiesta presentata dall’accusa alla conclusione del dibattimento, nel dicembre 2006. Si tratta della condanna più severa finora comminata dalla Camera.
Jankovic, 53 anni, è stato riconosciuto colpevole di sette dei nove capi d’accusa imputatigli, compresi stupro, tortura e riduzione in schiavitù a scopi sessuali di donne e ragazze musulmane.
Jankovic era stato inquisito dal tribunale dell’Aja nel 1996, insieme ad altri sette - Radovan Stankovic, Dragan Zelenovic, Dragoljub Kunarac, Radomir Kovac, Zoran Vukovic, Dragan Gagovic e Janko Janjic – per presunti crimini commessi a Foca nel 1992.
Kunarac, Kovac e Vukovic furono catturati dal tribunale nel febbraio 2001 e condannati rispettivamente a 28, 20 e 12 anni. Gagovic e Janjic morirono nel corso di un tentativo di arresto condotto da militari della NATO.
Stankovic, il cui caso – come quello di Jankovic – è stato trasferito alla Camera bosniaca per i crimini di guerra, è stato condannato a 16 anni di prigione nel novembre dello scorso anno.
Zelenovic venne arrestato in Russia nel 2005, e fu estradato all’Aja nel giugno dello scorso anno. Il mese scorso si è dichiarato colpevole di alcune delle accuse mossegli, incluso lo stupro a Foca di donne e ragazze musulmane. Il tribunale dovrebbe emettere la sentenza per questo caso in questi giorni.
Jankovic si è consegnato al tribunale dell’Aja nel marzo 2005, ma pochi mesi dopo il suo caso è stato trasferito alla Camera bosniaca per i crimini di guerra. Il processo è iniziato a Sarajevo nell’aprile 2006.
Le accuse comprendevano molteplici violenze sessuali su donne e ragazze e l’espulsione e l’omicidio di civili di etnia non serba. Secondo le accuse, per un periodo di alcuni mesi Jankovic aveva tenuto imprigionate quattro ragazze bosniache violentandole ripetutamente. La più giovane aveva solo 12 anni, le altre 14, 16 e 25.
Jankovic si è dichiarato non colpevole di tutte le accuse rivoltegli.
Durante nove mesi di udienze a Sarajevo, la corte ha raccolto le deposizioni di 53 testimoni. In aula sono state lette inoltre le dichiarazioni rese in precedenza ai procuratori dell’Aja da tre testimoni protetti.
Probabilmene la deposizione di maggior valore probatorio è venuta dalla testimone protetta n.186, che aveva solo 12 anni all’epoca dei presunti stupri subiti da Jankovic. Ha dichiarato che Jankovic l’aveva scelta come "sua schiava sessuale", e le aveva detto che egli in futuro sarebbe stato il solo ad avere il diritto di violentarla.
La testimone ha detto che sapeva che Jankovic aveva una moglie e tre bambini in Montenegro, tra cui una ragazza di 11 anni. Una volta gli ha chiesto come poteva violentare qualcuno che aveva quasi l’età di sua figlia, il che aveva apparentementemente fatto arrabbiare Jankovic.
La settimana scorsa Jankovic è stato ritenuto colpevole di aver violentato questa ragazza e di averla trattenuta per diversi mesi come sua schiava sessuale in varie località nei dintorni di Foca, tra il 1992 e il 1993. Egli è stato condannato inoltre per diversi altre violenze sessuali ai danni di altre ragazze, che erano imprigionate in un villaggio vicino a Foca.
I giudici hanno anche dichiarato Jankovic colpevole di aver guidato un gruppo di soldati serbi che attaccarono dei civili musulmani che nel 1992 si nascondevano nei boschi intorno a Foca. Stando alla sentenza, sette uomini e 30 tra donne e bambini furono catturati nell’operazione. Alcuni furono picchiati e brutalmente interrogati. E poco dopo, si legge, Jankovic e i suoi uomini giustiziarono i sette prigionieri maschi..
La presidentessa della Corte, giudice Zorica Gogala, ha detto che la camera di consiglio è rimasta soddisfatta delle prove presentate dai procuratori durante il dibattimento, trovate molto convincenti. L’unica circostanza attenuante nel caso di Jankovic, ha detto, era il suo essere padre di famiglia.
Mentre il giudice leggeva la sentenza in aula erano presenti anche membri delle associazioni delle vittime. La presidentessa dell’Associazione delle donne vittime della guerra, Bakira Hasecic, si è congratulata col capo procuratore Philip Alcock. Comunque, non era interamente soddisfatta.
"Benché questa sia la condanna più dura finora emessa dalla Camera bosniaca per i crimini di guerra, non posso dire che sia stata pienamente fatta giustizia", ha detto, aggiungendo che una condanna all’ergastolo sarebbe stata più appropriata.
*Merdijana Sadovic è
programme manager di IWPR all’Aja.