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Cittadini a ruba
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Data pubblicazione: 13.03.2007 09:31

Il presidente moldavo Voronin accusa la Romania di voler assimilare la Moldavia attraverso la politica della doppia cittadinanza. Per molti il passaporto rumeno rappresenta la porta principale verso l'Ue e l'emigrazione
Separata dalla Romania in seguito al patto Ribbentrop - Molotov del 1939 tra la Germania nazista e l’Unione Sovietica di Stalin, la Moldavia è divenuta una repubblica sovietica sino all'indipendenza ottenuta nel settembre 1990, dopo una sanguinosa guerra civile.

In questi mesi i rapporti tra Chisinau, capitale moldava, e Bucarest sono molto tesi soprattutto dopo le ultime dichiarazioni da parte del presidente moldavo Vladimir Voronin. Fedele al detto che la miglior difesa è l’attacco, quest'ultimo, irritato dalla a suo avviso troppa attenzione di Bucarest verso i cittadini moldavi, ritiene che i romeni vogliano dare con la forza la cittadinanza romena ai cittadini moldavi.

“In tutti questi 15 anni, a partire dalla dichiarazione d’indipendenza, ci sono stati imposti in modo primitivo gli standard romeni sia dall’esterno che dall’interno.“ E per essere chiaro il leader comunista sottolinea che la Moldavia non ha bisogno che la Romania sia il suo avvocato per l’integrazione europea, aggiungendo che dovrebbe essere Bucarest per prima ad applicare gli standard che raccomanda con insistenza a Chisinau.

Insomma c’è aria di guerra fredda tra “fratelli” e in gioco ci sono cittadini e cittadinanze. Il governo moldavo chiede all’Unione europea di riportare la Romania sulla strada dei rapporti di buon vicinato. Le autorità di Chisinau accusano Bucarest di minacciare lo stato e la sicurezza nazionale della Repubblica. Inoltre la Romania è accusata di agire in modo ipocrita e falso “nell’ invenzione artificiale del problema della cittadinanza romena per i cittadini della Repubblica Moldova”.

Il governo di Chisinau ritiene che Bucarest abbia esagerato volutamente il numero delle domande presentate da cittadini moldavi per ottenere la cittadinanza romena. I funzionari romeni hanno dichiarato che finora sono state raccolte 800.000 richieste ma nessun dossier è stato ancora aperto.

Recentemente il presidente della Romania, Traian Basescu, ha chiesto al governo di varare il più presto possibile una legge sulla cittadinanza che permetta la concessione rapida di quest'ultima a tutti i cittadini della Repubblica di Moldavia. Il ministero romeno della giustizia ha poi precisato che sono state registrate circa 31.000 richieste di cittadinanza negli ultimi cinque anni ma che il loro numero non deve essere confuso con le lettere di intenzione il cui numero era stimato dal presidente Basescu in 800.000.

Le persone che possono provare che loro o i loro genitori o nonni sono nati nei territori che sono appartenuti alla Romania prima del 1940 quando sono stati annessi all’ex URSS sono autorizzati a richiedere la cittadinanza romena. Dal ricevimento della lettera d’intenzione fino all’ottenimento dei documenti ufficiali passano spesso 3 - 4 anni. Negli ultimi cinque anni hanno ricevuto la cittadinanza 2430 persone rispetto alle circa 98.000 che l'avevano ottenuta prima del 2002, anno in cui si sono aggiunte condizioni speciali come quella di risiedere in Romania per almeno quattro anni.

Alle accuse venute da Chisinau il presidente della Romania, Traian Basescu, risponde che “fin quando rispettiamo gli standard di democrazia, i diritti dell’uomo, la storia, i vicini, non abbiamo motivo di giustificarci nei rapporti con la Repubblica di Moldavia”.

Basescu ha precisato che la Romania si è rivolta agli esperti della Commissione europea per scrivere la legge sulla cittadinanza. ”Ho iniziato il mese scorso consultazioni con il presidente della Commissione europea, Manuel Baroso, con il commissario per i problemi di giustizia, Franco Frattini, perché non vogliamo che un’eventuale legge che vada bene alla Romania danneggi invece interessi di altri stati membri dell’UE”. Per Basescu è importante che la Romania concili l’interesse nazionale con quello generale dell’UE, mostrando comunque un approccio solidale.

Al suo posto, il commissario europeo per il multilinguismo, il romeno Leonard Orban, considera che “la Commissione europea non ha i mezzi per vietare alla Romania di conferire la cittadinanza romena ai cittadini moldavi”. Ma questa è una decisione che ha implicazioni non solo per la Romania perciò sono necessarie consultazioni a livello dell’Unione europea.

L’interesse dei cittadini moldavi per la cittadinanza romena è cresciuto in modo esponenziale da quando la Romania è membro dell’Unione europea, e quindi da quando la cittadinanza romena è diventata un passaporto verso i paesi Ue. Per limitare l’immigrazione clandestina la Romania ha messo a disposizione dal primo gennaio 2007 visti gratuiti per i cittadini moldavi .

Che molti cittadini della Repubblica di Moldavia guardino verso la Romania non è rimasto senza eco a Mosca. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha affermato: “Quelli che provano ad accusarci che usiamo il rilascio della cittadinanza russa per minare la sovranità della Georgia, non si sa per quale motivo non prestano attenzione alla situazione creatasi ora nella Repubblica di Moldavia dove, secondo alcune informazioni che ci sono arrivate, è possibile ottenere in massa la cittadinanza romena”. Lavrov, che non ha detto però nulla sul sostegno russo alla repubblica separatista della Transnistria, accusa i paesi europei e quelli dalla Nato che non commentano in alcun modo quello che accade nella Repubblica Moldova circa l’acquisizione della cittadinanza romena.

Da Chisinau il presidente della Repubblica di Moldavia, Vladimir Voronin, fa sapere che in Romania vivono 10 milioni di moldavi che sono discriminati e non sono riconosciuti come etnia. Voronin ammette che le lingue romeno e moldavo sono identiche ma aggiunge che i moldavi hanno il diritto di chiamare la loro lingua “moldava” come fanno da 600 anni.

Secondo un sondaggio presentato sul sito del quotidiano “Timpul” di Chisinau, il 92,5% dei lettori considera le preoccupazioni di Voronin verso “la minoranza moldava” come un attacco diretto alla Romania. Voronin è convinto anche che in Moldavia la legislazione sulle minoranze funzioni bene mentre la Romania deve ancora lavorare affinché i diritti delle minoranze vengano rispettati.

Il direttore di “Timpul “, Constantin Tanase, scriveva in un suo editoriale che “per quanta ironia, veleno e cinismo possa usare Voronin nelle sue dichiarazioni, la ruota della storia non può essere fermata. Le dichiarazioni di Voronin sono quelle di un politico in agonia, che vede la sua fine politica - una fine disonorante”.

Mentre su “Jurnalul” di Chisinau, Petru Bogatu considera che la diversione è stata pensata più a Mosca che a Chisinau, senza escludere però il ruolo dei servizi segreti moldavi. ”Comunque, i comunisti si affrettano ad approfittare di questa situazione per colpire Bucarest. Per minacciare con un eventuale divisione nazionale, sperando di rovesciare la tesi di Basescu – “uno stato, un solo popolo”.

Dopo anni di sacrifici la storia è cambiata per la Romania che ora è membro dell’Ue. La storia è diversa per la Repubblica di Moldavia. Il più povero paese dell’Europa è sotto la spada russa, brandita ogniqualvolta Chisinau dice cose sgradite al Cremlino. I rubinetti del gas possono chiudersi a comando; il vino moldavo è appena uscito dall’embargo russo.

Le ambizioni di aderire in un futuro all’Ue e alla NATO devono essere tenute sotto controllo. Nel frattempo la gente prende la strada dell’emigrazione. Si stima che dalla Moldavia, paese che conta quasi 4 milioni di abitanti - 1.5 milioni di cittadini siano emigrati negli ultimi anni. E continua la corsa ai visti romeni. Anche perché molti paesi Ue non hanno rappresentanza diplomatica a Chisinau – come l’Italia ad esempio che usa quella di Bucarest – i cittadini della Repubblica di Moldavia devono recarsi nelle ambasciate nella capitale romena per chiedere il visto per altri paesi Ue.

Il governo di Chisinau che in una prima fase era favorevole all’apertura di due consolati temporanei romeni in Moldavia, recentemente ha cambiato idea. I leader politici moldavi fanno tutto il possibile per evitare la Romania e stanno promuovendo un centro comune di visti per l’Unione europea creato da Ungheria, Austria e Slovenia. Nel frattempo l’Ue ha nominato il 12 febbraio scorso come rappresentante speciale per la Repubblica di Moldavia il diplomatico ungherese Kalman Mizsei.