La Turchia delle donne
20.03.2007
Da Istanbul,
scrive Fabio Salomoni
La Turchia è uno dei paesi al mondo con minore presenza di donne nella politica. La campagna “Forza, eleggiamo le donne!” e gli obiettivi dell'associazione KA.DER in vista delle elezioni del prossimo novembre: dalla democrazia degli uomini alla vera democrazia
Il diritto di voto e quello di essere elette, ottenuto nel 1934, in anticipo rispetto a molti paesi europei, Italia compresa, sono uno dei maggiori motivi di orgoglio per le donne della Turchia repubblicana. Queste conquiste hanno fatto in modo che nel 1935 in parlamento sedessero 18 deputate donne, il 4,6% dell’intera assemblea, una percentuale che allora poneva la Turchia ai primi posti nelle graduatorie internazionali. Dopo un avvio così promettente, a più di settant’anni di distanza da quegli avvenimenti, il bilancio del ruolo e della presenza delle donne nella vita politica del paese non è però altrettanto brillante.
Mai nella storia del paese la percentuale di deputate donne ha superato quella del 1935. E nemmeno nel parlamento attuale la situazione è più rosea. Attualmente le deputate sono solamente 24, il 4,4% del totale. Una percentuale che ha fatto scivolare la Turchia al 163° posto delle graduatorie internazionali. La situazione a livello locale è, se possibile, ancora più sconsolante: neanche l’1% dei sindaci è di sesso femminile.
Questi dati sono stati ribaditi dall’associazione KA.DER (Associazione per la formazione e il sostegno alla candidatura delle donne), in una conferenza stampa organizzata ad Istanbul. KA.DER non è solamente un acronimo ma anche una parola turca che significa destino. E, come ha ricordato la fondatrice, la prof.ssa Şirin Tekeli: “L’associazione è nata con l’obbiettivo di cambiare il destino delle donne turche in politica”. Fondata dieci anni fa, l’associazione conta attualmente più di 3.000 membri ripartiti in undici province del paese, e si propone di aumentare la presenza femminile in tutti i meccanismi decisionali della società “dalle amministrazioni di condominio fino al parlamento”.
La conferenza stampa è stata l’occasione per presentare l’ultima iniziativa dell’associazione, che di fatto apre la competizione elettorale per le prossime elezioni politiche previste per il novembre 2007. Uno dei cavalli di battaglia dell’associazione è la discriminazione positiva, l’obbligo, sancito dalla legge per i partiti politici, di riservare alle donne una quota nelle liste elettorali. Un obbiettivo da tempo inserito nell’agenda dei movimenti che si occupano dei diritti delle donne e fatto proprio anche da KA.DER. Per l’associazione l’obbiettivo di avere almeno il 30% di donne nelle liste elettorali è una delle condizioni indispensabili per attuare il passaggio dalla “democrazia degli uomini alla vera democrazia”.
Le elezioni però sono troppo vicine per pensare di poter raggiungere questo obbiettivo con l’attuale parlamento. Ne è consapevole la presidentessa dell’associazione, Seyhan Ekşioğlu, quando spiega che l’obbiettivo della campagna “Forza, eleggiamo le donne!” è quello di fare pressione, una vera e propria azione di lobbying sui partiti politici, perchè almeno aumentino lo spazio per le donne nelle liste elettorali. Una mobilitazione, ha spiegato Ekşioğlu a Osservatorio sui Balcani, che sarà attivata anche in occasione delle elezioni locali su tutto il territorio nazionale.
La decisione di dare vita a questa campagna è stata motivata dal mutato clima che si respira nel paese. “Dieci anni fa quando abbiamo cominciato a parlare del problema della presenza delle donne in politica le reazioni sono state in genere negative”. Oggi invece, e viene citato il risultato di un sondaggio, gran parte dell’opinione pubblica chiede una maggiore presenza delle donne in politica. E sostegno ed incoraggiamento all’iniziativa giungono da molti settori della società, dai sindacati, dal mondo delle associazioni, da molte amministrazioni comunali. Anche dal mondo politico l’8 marzo scorso sarebbero arrivati impegni ad aumentare la presenza femminile nelle prossime elezioni. Certo Ekşıoğlu ricorda come siano sempre stati proprio i segretari dei partiti politici i più scettici di fronte ad ipotesi di discriminazione positiva, sostenendo che “non ci sono donne pronte ad entrare in politica”. E KA.DER da tempo, per rispondere a questa obiezione organizza, in collaborazione con il consolato svedese, delle scuole di formazione politica che fino ad oggi hanno visto la partecipazione di circa 1.000 donne.
La campagna organizzata da KA.DER, e sostenuta da molti quotidiani e personalità di spicco della vita culturale turca, si articola su tre segmenti. Il primo, che comincerà di fatto sabato 17 marzo, si prefigge l’obbiettivo di attirare l’attenzione sul problema della presenza delle donne in politica. Attraverso una serie di manifesti da affiggere in tutto il paese, spot televisivi, pubblicità sui giornali, materiale informativo in cui campeggiano i volti di donne baffute che sorridono sotto la domanda: “Per entrare in parlamento essere uomini è indispensabile?”. Il secondo segmento, previsto in giugno, è stato denominato “sensibilizzazione delle coscienze”. Il terzo, quello della mobilitazione, si attiverà nel periodo agosto-settembre, la fase più calda per la formazione delle liste elettorali. Sui particolari di questi due ultimi segmenti per il momento le rappresentanti dell’associazione, che hanno concluso la conferenza stampa mostrandosi alle telecamere con baffi finti, mantengono il riserbo, limitandosi a promettere sorprese.