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mercoledì 07 settembre 2022 17:33

 

«VIVICITTÀ» parte da Sarajevo

11.04.2002   

La tradizionale corsa, testimone del rispetto per le diversità, è partita da Sarajevo. Un appuntamento che ha rappresentato l'epilogo festoso di quattro giorni di lavori nell'ambito dell'evento "L'Europa dal basso - L'Europa oltre i confini".
La corsa di domenica 7 aprile nel centro di Sarajevo - Foto Osservatorio sui Balcani
I quattro giorni del convegno L'Europa oltre i confini - L'Europa dal basso hanno avuto il loro epilogo con la maratonina di "Vivicittà". Duemila i partecipanti, soprattutto ragazzini delle scuole della capitale, ma anche numerose decine di italiani. Dodici i chilometri di corsa competitiva su un anello di quattro che abbracciava l'intero centro storico di Sarajevo. Per la non-competitiva bastava, invece, completare un giro solo. Fiocchi di neve hanno accolto gli sportivi di primo mattino. Il tempo si è però rapidamente schiarito e ha lasciato il posto a un sole primaverile. "Vivicittà", la tradizionale corsa, è organizzata annualmente dalla Uisp. Coinvolge ogni anno circa 70 mila cittadini in Italia e nel mondo e da sempre ha una forte connotazione solidaristica. Da circa sedici anni, infatti, questa grande festa vuole testimoniare il rispetto per l'ambiente, la solidarietà con gli abitanti di altri paesi, il rispetto delle diversità.
Oltre a Sarajevo "Vivicittà" percorrerà le città africane di Makeni, Korogocho, Bassan, Bujumbura, Luanda, Pietsbury. Ma anche Bagdad, Valona e 43 città italiane "con l'unico obiettivo di rivendicare il diritto di tutti a vivere nella pace, in un mondo in cui tacciano le armi e sia ripristinata una condizione di giustizia economica e sociale".
Gli appuntamenti si concluderanno a Kisangani nella Repubblica Democratica del Congo in concomitanza con "Liberons la Paix", l'azione internazionale, organizzata da Beati i Costruttori di Pace, Break the Silence, Chiama l'Africa, Agesci, Emmaus, Gavci, Pax Christi, Missionari Saverian, Comboniani e Devoniani, che dal 22 al 27 maggio porterà centinaia di uomini e donne italiani in una delle zone più "calde" dell'Africa, per testimoniare la propria solidarietà con la popolazione locale, e per appoggiarne le istanze di pace.

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