E’ stata la notizia di apertura dei telegiornali e della prima pagina dei giornali, l’argomento preferito da molti romeni nelle loro conversazioni e sui diversi forum in internet. In Romania si celebra la vittoria a Cannes
Euforia generale in Romania dopo il successo del trentanovenne regista Cristian Mungiu che ha vinto la Palma d’Oro a Cannes. “4 luni, 3 saptamini si 2 zile” (4 mesi, 3 settimane e 2 giorni) miglior film di Cannes nel 2007 è stato realizzato cinque anni dopo l’Occident (L’Occidente) che aveva consacrato Mungiu.
L’azione che si svolge in un solo giorno - un sabato del 1987 - è il dramma di due studentesse di cui una - Gabita (Laura Vasiliu) – è incinta e decide di abortire nonostante durante il comunismo di Ceausescu fosse vietato.
Il sinistro signor Bebe che eseguirà l’aborto non vuole soldi ma una paga in natura e allora l’amica di Gabita, Otilia (Anamaria Marina) si sacrificherà. La pellicola non è centrata necessariamente sulla situazione che i personaggi devono affrontare. “Si tratta di aborto in generale - dice Mungiu - questo è stato importante per me mostrarlo perché la gente è propensa ad evitare e a non pensare alle cose che non gradisce”. Per Mungiu è stato quindi importante dimostrare che “la gente deve prendere decisioni solo quando è cosciente dalle conseguenze dei suoi atti”. Per il suo film anche il premio della critica internazionale che lo definisce come un film “forte e sconvolgente”.
La Palma d’oro è il premio più importante mai ricevuto dalla cinematografia romena. Cinquanta anni fa, Ion Popescu Gopo vinceva la Palma d'Oro per il cortometraggio “Breve Storia”. Sempre per il cortometraggio sono stati premiati Mirel Iliesiu per “Le canzoni della Rinascita” e Catalin Mitulescu per “Trafic” (2004).
Ma quest’anno i romeni “hanno stupito il mondo” come orgogliosamente notava un giornale di Bucarest. Con la Palma d’Oro per il lungometraggio di Mungiu e il premio “Un certain regard” per il film “California Dreamin”di Cristian Nemescu prematuramente scomparso.
Per celebrare Mungiu si sono mosse in grande stile le istituzioni. Gli è stato conferito dal presidente della Repubblica Traian Basescu - per la promozione a livello mondiale della cinematografia nazionale - la Stella di Romania e l’onorificenza di cavaliere mentre a Nemescu - post-mortem - l’Ordine nazionale al merito e l’onorificenza di cavaliere.
Per il successo ottenuto a Cannes Cristian Mungiu ha inoltre ricevuto le congratulazioni ufficiali dal ministero della Cultura che in una nota precisa che “il premio ottenuto da Mungiu è il più alto riconoscimento di tutti i tempi ottenuto dai film romeni”. Il ministro degli Esteri Adrian Cioroianu si è limitato ad affermare ”Giù il cappello“ aggiungendo che la performance del regista è sorprendente ma ben meritata e che ora Mungiu può essere considerato il ministro degli Esteri della cultura romena.
E’ stata la notizia di apertura dei telegiornali e della prima pagina dei giornali, l’argomento preferito da molti romeni nelle loro conversazioni come sui diversi forum in internet. Dopo lo stupore iniziale – un giornale titolava ”Incredibile, Mungiu vince la Palma d’oro” - si è passati ad un “finalmente un romeno vince” e ora addirittura i critici avanzano l’ipotesi dell’Oscar per il miglior film straniero.
Il regista Cornel Porumboiu, premiato l’anno scorso a Cannes per il debutto, considera che ”la Palma d’Oro è il premio più importante del festival più importante” e spera che questo successo porti più spettatori nelle sale romene che finora non sono state prese d’assalto per le proiezioni dei film premiati.
Da parte sua Cristi Puiu che a Cannes nel 2005 ha ricevuto il premio “Un Certain Regard” per “La morte del signor Lazarescu” crede che questo successo aprirà tutte le porte ai finanziamenti e alle future selezioni se i film saranno all’altezza.
Il capitolo finanziamento è stato molto sensibile e doloroso per Cristian Mungiu. Non più di 600.000 è costato “4 mesi, 3 settimane e 2 giorni”. E sei mesi fa Mungiu non sapeva ancora se tutti i soldi sarebbero arrivati. Tra il regista Mungiu e il presidente del Centro Nazionale della Cinematografia (CNC) c’è stata una lunga disputa. Mungiu ha accusato il CNC di aver tergiversato il finanziamento del progetto. Inoltre secondo Mungiu, per ottenere finanziamenti dal CNC, si è dovuto avere a che fare con interessi particolari dei produttori, valigie con soldi che giravano da una mano all'altra, illegalità e clientelismi vari. Replicando il direttore del centro, Eugen Serbanescu, considera che Mungiu e altri devono riconoscere il merito del CNC nel selezionare il progetto e poi nel finanziarlo. Per concludere Serbanescu si dichiara fiero che un progetto cofinanziato dal suo Centro abbia ricevuto la più importante distinzione.
A qualche giorno dal successo di Cannes Cristian Mungiu è stato inoltre accusato di plagio. Lo scrittore Dan Mihu rimprovera a Mungiu di aver preso il tema del film da una sua sceneggiatura, premiata l’anno scorso al Concorso nazionale per la sceneggiatura organizzato da HBO Romania e TIFF. Cristian Mungiu aveva fatto parte della giuria del concorso. Ma i cineasti difendono il regista dalle accuse dello scrittore e ricordano che “nessuno ha il monopolio sul tema dell’aborto durante il comunismo”.
Già, semmai il monopolio lo hanno solo i ricordi dolorosi. Nel 1966, Nicolae Ceausescu emanava il decreto 770 con il quale interdiva gli aborti. Solo alle donne che avevano già quattro figli era consentita l’interruzione della gravidanza. I metodi contraccettivi non erano permessi. In molte sceglievano l’aborto clandestino nonostante fosse punito con la reclusione anche per i medici.
Provavano di tutto dai bagni caldi all’aspirina, agli sforzi fisici eccessivi ed altro. Anche un aborto clandestino eseguito da un medico poteva finire male. Molte donne sono decedute. Non c’è una statistica ufficiale ma le cifre reali dovrebbero essere sicuramente a troppi zeri. Non c’era più rispetto per la vita, esisteva solo l’obiettivo di abortire ad ogni costo. Dal divieto del regime comunista si è arrivati poi ad un milione di aborti eseguiti nel 1990. Tuttora la Romania detiene il primo posto in Europa per numero di aborti praticati.
“L’epoca d’oro” del comunismo è ricca di drammi. I temi legati a questi ultimi battono l’estetica, come è successo anche quest'anno a Cannes. Il premio a Mungiu può costituire un incoraggiamento per tutti i registi dell’Est, così come si augurava anche il regista romeno. Da quattro anni i film romeni vincono dei premi. Un segnale che apre prospettive ottimistiche.