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La fiaba dell’Alto rappresentante in Bosnia

16.07.2007    Da Mostar, scrive Dario Terzić

Da Carl Bildt a Miroslav Lajcak, sono sei i funzionari che in questi 12 anni si sono susseguiti alla guida dell’Ufficio dell’Alto rappresentate in Bosnia Erzegovina. Con ironia il nostro corrispondente tratteggia fatti e misfatti dei sei funzionari internazionali
È arrivato anche lui. Il sesto Alto rappresentante in Bosnia ed Erzegovina. Viene dalla Repubblica Ceca e si chiama Miroslav Lajcak. Prende il posto di Christian Schwarz Schilling che avrebbe dovuto essere l’ultimo Alto rappresentante in BiH. Ma la saga continua.

Il giovane (1963) diplomatico ceco ha subito approfittato per dire che farà tutto ciò che è in suo potere e che è arrivato il momento che politici bosniaci smettano di litigare tra di loro e inizino a fare qualcosa che sia nell’interesse del paese. Lajcak sembra abbastanza convinto. E sembra pure colto. Ma in Bosnia la gente ormai ha perso la fiducia nell’istituzione dell’Alto rappresentante.

L’ufficio dell’Alto rappresentante in Bosnia ed Erzegovina fu introdotto con gli accordi di Dayton, il 21 novembre 1995, col famoso Annesso 10. Il “compito” di questo ufficio sarebbe la sorveglianza dell’implementazione della pace in BiH e il coordinamento delle attività delle organizzazioni “civili”.

In tutti questi anni si è discusso per capire se la Bosnia è sotto il protettorato della comunità internazionale oppure no. Ufficialmente gli internazionali sono qui solo per “osservare” cosa fanno i locali, però vedremo dopo che l’Ufficio dell’Alto rappresentante ha imposto tantissime leggi che pian piano hanno fatto sentire al paese il clima di un vero e proprio protettorato.

Il primo Alto rappresentante in BiH fu il diplomatico svedese Carl Bildt.(dicembre ’95 - giugno ‘97). La gente in Bosnia lo ricorda solo per questo, perché fu il primo. Ma alcuni non hanno dimenticato gli scandali finanziari in cui Bildt fu coinvolto: nella East Capital Balkanfonden fond, lo stesso fondo che aiutava Karadžić e Mladić. Poi, un altro scandalo, sempre finanziario, le azioni BORS.

Il 18 ottobre 1998 a Sarajevo, preso l’Ambasciata italiana sposò la funzionaria italiana Anna Maria Carrozza. A sposarli c’era l’ambasciatore italiano Michele Valensise. Negli anni seguenti, dopo il 2000, Bildt operò come deputato speciale delle Nazioni Unite per la regione Balcanica. A parte tutto, si dice che anche oggi in Svezia Bildt spesso parli della questione bosniaca. Nel 2005 lui stesso disse – “Non è Dayton che dovrebbe essere cambiato, ma la Costituzione della BiH. Penso che sia giunta l’ora di abolire l’istituzione dell’Alto rappresentante in Bosnia ed Erzegovina”.

Dopo Bildt arrivò un diplomatico spagnolo, Carlos Westendorp. Durante il suo mandato la stampa lo attaccava spesso perché aveva un altissimo stipendio (più meno come tutti gli altri Alti rappresentanti, si parla di decine di migliaia di euro) e poi ogni fine settimana prendeva un volo (pagato sempre dall’Ufficio dell’Alto rappresentante) per raggiungere la sua famiglia. Solo dopo si scoprì che aveva una figlia malata. Ma in Bosnia è sempre così, la stampa segue molto tutto ciò che riguarda la vita privata degli alti rappresentanti.

Westendorp (giugno ‘97 - luglio ‘99) va ricordato perché introdusse le targhe uniche per le automobili. In BiH prima di questo intervento regnava una confusione di targhe con simboli nazionali diversi, poi introdusse l’inno nazionale, la moneta unica (il marco convertibile), il passaporto BiH. In una parola sola: diede un’identità alla Bosnia ed Erzegovina. Però, Westendorp ha sempre detto che tutto ciò è poco rispetto l’economia, che invece dovrebbe essere l’obiettivo più importante per i cittadini della BiH. Ricordiamo che nel periodo di Westendorp inizia il ritorno dei rifugiati, ma si tratta di un processo lunghissimo sul quale avrebbero dovuto lavorare molto anche i successori dello spagnolo.

L’era di Westendorp va ricordata anche per gli attacchi terroristici: l’attentato a Jozo Leutar, le bombe a Mostar ecc. In Republika Srpska gli sono grati perché riuscì ad aumentare lo stipendio medio che al suo arrivo era di soli 50 marchi al mese (25 euro).

Quando guardiamo l’elenco delle cose fatte nel periodo Westendorp sembra che lui sia stato molto attivo, molto bravo. Ma la gente non la pensa così. Pensa che si sia trattato anche di un processo naturale in cui le cose stavano cambiando e che lui avrebbe potuto fare molto di più.

Il periodo tra 1999 e 2002 è il periodo di un piccolo grande uomo (la cui statura è di 164 cm) - Wolfgang Petrisch. Anche oggi, i giornalisti si ricordano di lui con molta più simpatia rispetto agli altri alti rappresentanti. E devono ammettere che si comportò sempre da vero Signore. Un vero austriaco, modesto, non parlava molto di sé, ha sempre preferito lavorare. Ai Bosniaci piaceva anche per il fatto che in BiH adottò un ragazzo (Nicola). Poi la moglie Nora fu molto attiva nel settore umanitario, contribuendo in questo modo alla buona immagine del marito.

Petrisch combatteva contro la corruzione. Era favorevole al cambiamento degli accordi di Dayton sostenendo che la Bosnia ed Erzegovina deve decidere da sola il suo destino.

Paddy Ashdown rimase in Bosnia ed Erzegovina quasi quattro anni. Prima del suo arrivo si parlava di lui come di un grande riformatore, come l’uomo che avrebbe salvato la Bosnia. Lui stesso si presentava come un riformatore. Giunse in Bosnia dopo la carriera politica in Gran Bretagna. Fu uno dei leader dei democratici liberali. Amava molto apparire in TV. Per lui lavorava una grande squadra di PR, che doveva seguire ogni suo passo. Paddy va al mercato a comprare i pomodori. Paddy per la strada parla con la gente, in una campagna bosniaca. Paddy prende il caffè con i contadini e così via. All’inizio i media della BiH parlavano di lui con molto ottimismo. Poi col passare del tempo cambiarono i toni, iniziarono a soprannominarlo “la canaglia inglese”, “l’ubriacone”, “l’incapace”…

Nel frattempo vennero a galla alcuni fatti privati (una figlia naturale), il periodo genovese negli anni settanta durante il quale, secondo alcune fonti, Ashdown avrebbe lavorato per i servizi segreti britannici MI-6. Secondo i giornalisti della BiH tutto ciò che non riuscì a fare in Gran Bretagna Ashdown cercò di realizzarlo qui, in Bosnia. Va ricordato che impose tantissime leggi. Iniziò anche la riforma della Polizia. Una storia senza fine. Il periodo di Ashdown va ricordato anche per lo statuto di Mostar (grazie al quale dovrebbe funzionare come una città unita), l’inizio delle trattative per entrare nella NATO e nell’Ue. Sul conto di Ashdown rimangono molte cose mai terminate, come quel grande unfinished business che è la cattura di Karadžić e Mladić.

E la favola continua. Dopo Ashdown arriva la “Bella addormentata” - Christian Schwartz Schilling. In quasi tutte le foto pubblicate sui giornali bosniaci e reportage TV è ritratto come colui che dorme. Dicono che da giovane fosse molto attivo e molto bravo. Ma l’età ha fatto il suo. All’inizio della guerra in BiH si sentiva spesso la sua voce sui media tedeschi, una voce molto favorevole ai bosniaci. Però, durante il suo mandato ha fatto poco. In Bosnia è rimasto 18 mesi. Ma rimane ancora qui, come dice lui stesso, a spese sue, per seguire la riforma della polizia.

Ed eccoci al luglio 2007. Arriva Lajcak. Chissà se sarà proprio lui l’ultimo Alto rappresentante. Come sarà e cosa farà, sono le domande che attendono risposte. Gli alti rappresentanti in Bosnia sono considerati quasi come dei presidenti. Il presidente della Repubblica non è uno solo, ma sono sempre tre, e cambiano spesso. Così che la gente non riesce nemmeno a memorizzarli tutti. L’alto rappresentante si ferma sempre di più. Ed è sempre sulla stampa e in TV.

All’inizio del mandato l’Alto rappresentante è uno che promette molto e piace alla gente. Poi si stanca della incapacità dei politici locali, delle solite risse, e della confusione… Si stanca anche la gente perché le cose non vanno come ci si aspettava che andassero. E la favola va avanti. Abbiamo il sesto (Alto rappresentante). Ce ne manca ancora uno e poi potrà arrivare anche Biancaneve.
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