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In vino veritas

21.09.2007    scrive Iulia Postica

Il vino moldavo occupava il 65% del mercato russo. Ora non più, da quando Mosca ha imposto un embargo. Formalmente per verifiche sanitarie. In realtà un modo per mettere pressione politica sulla piccola repubblica
Mancano poche settimane al festival annuale “Giorno nazionale del vino”, in Moldavia. Un'iniziativa tenutasi per la prima volta nel 2002 volta a valorizzare una delle industrie principali del paese, quella vitivinicola e che ha come obiettivo quello di attirare anche ospiti stranieri. Ma per la seconda volta di fila il festival sarà oscurato dal duro embargo sui vini moldavi imposto dalla Federazione russa.

Sino ad un anno e mezzo fa quasi l'80% della produzione di vino della Moldavia veniva esportata in Russia dove rappresentava il 65% del mercato locale del vino. Da allora nessuna bottiglia è stata venduta nei negozi russi. Allora, l'export di vino rappresentava una significativa fetta della bilancia commerciale del paese, quest'anno in negativo per una somma di circa 2 miliardi di dollari.

Secondo gli analisti l'embargo russo sui vini moldavi è la causa principale di questa dato negativo: la riduzione del commercio di vini ha causato una riduzione del 10,6% delle esportazioni.

Nonostante nel marzo del 2006 i presidenti dei due paesi avessero raggiunto un accordo per la riapertura del mercato russo il servizio sanitario russo “Rospotrebnadzor” non ha ancora sospeso l'embargo commeciale. Era stata infatti una motivazione sanitaria a bloccare alla frontiera il vino moldavo e georgiano dopo che l'allora responsbaile della “Rospotrebnadzor” aveva dichiarato che per la coltivazione delle vigne erano utilizzate grandi quantità di pesticidi.

Da parte loro i rappresentanti del ministero dell'Agricoltura e dell'Industria agro-alimentare moldavo ribadivano che le accuse non erano fondate e che la materia prima utilizzata per la produzione del vino era quasi “ecologica” dato che i fertilizzanti e i pesticidi erano in Moldavia un vero e proprio “prodotto di lusso” di cui solo pochi potevano far uso.

L'embargo, secondo le istituzioni moldave, ha sempre avuto ragioni politiche. Mettere pressione sulla Moldavia per quanto riguarda la questione della Transnistria, rispetto alla quale le opinioni di Mosca e Chisinau divergono.

Ma la speranza di ritornare sul mercato russo e non perdere completamente le proprie quote di mercato non ha mai abbandonato le autorità e i produttori di vino moldavi. Valeriu Mironescu, direttore dell'agenzia agro-alimentare “Moldova Vin” ha dichiarato che quest'ultima ha fatto tutto il possibile per riavviare la commercializzazione del vino in Russia sino a permettere, eccezionalmente, una serie di controlli da parte dei servizi sanitari russi sulla filiera produttiva delle aziende viti-vinicole moldave.

Per questo, tra l'8 e il 13 dell'agosto scorso, rappresentanti della “Rospotrebnadzor” hanno eseguito controlli su 24 delle 173 aziende viti-vinicole moldave. I risultati di queste verifiche non sono ancora stati resi pubblici.

Recentemente, durante una trasmissione televisiva, il presidente moldavo Vladimir Voronin ha dichiarato che la “Rospotrebnadzor” non avrà più accesso al territorio della repubblica. “La Moldavia non è una colonia e non permetterà ispezioni sulle proprie aziende” ha affermato “vi sono regole internazionali per quanto riguarda il commercio con l'estero. Il nostro paese è membro del WTO di cui la Russia vuole entrare a far parte”.

Voronin ha poi aggiunto polemicamente che la “Rospotrebnadzor” non s'azzarda ad andare in Francia o in Italia per controllare la qualità dei loro vini. Ha poi concluso che o a tutti i vini moldavi verrà permesso di essere commercializzati in Russia, oppure, piuttosto, a nessuno”.

Dichiarazioni simili sono seguite da parte di Valeriu Mironescu. Quest'ultimo in una conferenza stampa ha affermato che “tecnicamente” la “Rospotrebnadzor” non ha adempiuto al suo compito, quello di sbloccare l'embargo. “Abbiamo relazioni commerciali con circa 54 paesi” ha ricordato “e da nessuno di loro abbiamo ricevuto obiezioni in merito alla qualità dei nostri vini”.

I vini moldavi vengono commercializzati anche nei paesi dell'Unione europea e un'azienda moldava ha recentemente ricevuto riconoscimenti alla rassegna internazionale “VinItaly 2007”.

Sino ad ora sono sette le aziende moldave ad aver ricevuto il via libera da parte dei servizi sanitari russi. Non hanno però ancora iniziato ad esportare. Gli esperti russi hanno dichiarato di avere in programma nuove ispezioni, nonostante le dichiarazioni del Presidente Voronin.

Anche se la Moldavia riuscisse a riavviare le proprie esportazioni in Russia sarà molto difficile riguadagnare quel 65% di mercato perso in mesi di scontri, negoziazioni, ritardi. Devono infatti ormai affrontare la concorrenza dei vini sudamericani, subentrati a colmare il vuoto.

Attualmente l'esportazione di vini moldavi rispetto alle repubbliche ex sovietiche è cinque volte superiore a quelle nell'Unione europea. Il più grande consumatore di vini modavi è l'Ucraina, mentre in seno all'Ue è la Polonia. “L'80% dei cittadini europei non sa nulla della Moldavia e dei suoi vini” ricorda Reiner Wittkowski, vice-presidente della International Wine Organisation “forse l'embargo russo avrà il vantaggio di aumentare l'attenzione per il mercato Ue”.


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