A quasi sette anni dalla firma degli Accordi di pace di Dayton in Bosnia Erzegovina molti sfollati e rifugiati vivono ancora in centri collettivi. Qualcosa però, anche se tardi, sta cambiando.
Rifugiato dall'enclave di Zepa
Mico Micic, ministro per i rifugiati e gli sfollati della Republika Srpska, ha consegnato, alla fine di aprile, le chiavi di 33 nuovi appartamenti a famiglie di sfollati e rifugiati che risiedevano, fin dal 1992, nel centro collettivo “Hidrogradnja” nella cittadina di Gracko, sud della Bosnia Erzegovina. Il ministro ha inoltre annunciato che altri 25 appartamenti verranno messi a disposizione della municipalità affinché vengano utilizzati quali alloggio alternativo per sfollati e rifugiati sfrattati da proprietà illegalmente occupate.
Il progetto che ha portato alla costruzione di nuovi appartamenti a Gacko è finanziato dal governo della RS ed è costato 1, 563,000 marchi convertibili (equivalenti a circa 750.000 €) ed è stato promosso in seguito all’approvazione da parte dell’Assemblea Nazionale, risalente ancora al 1998, di una legge sulla progressiva chiusura dei centri collettivi in RS.
Il governo della Republika Srpska conta di riuscire a chiudere tutti i centri collettivi ancora esistenti sul proprio territorio entro la fine di quest’anno. Questo significa trovare una sistemazione alternativa per circa mille famiglie.
Entro il mese di maggio dovrebbero venir consegnati altri 75 appartamenti a Trebinje e 48 appartamenti a Prijedor. In questi appartamenti dovrebbero andare a risiedere sfollati e rifugiati che non hanno potuto (od hanno deciso di non) rientrare nei luoghi d’origine (iRADIO, 29.04.02).