Turchia, verso una nuova costituzione
22.11.2007
Da Istanbul,
scrive Fabio Salomoni
Prof. Ergun Özbudun
Nonostante le tensioni interne la Turchia sta preparando una nuova costituzione che vada a sostituire quella in vigore, redatta nel 1982 sotto forte influenza militare. Ce ne parla il Prof. Ergun Özbudun, alla guida del team di giuristi incaricati di preparare la proposta di una nuova carta costituzionale
Una nuova costituzione che prenda il posto di quella redatta ed approvata nel 1982, durante il periodo di governo della giunta militare, era nel programma elettorale dell’AKP. Lo scorso settembre il partito ha chiesto ad una commissione di giuristi, guidata dal costituzionalista Prof. Ergun Özbudun dell’università Bilkent di Ankara, di preparare una proposta per una nuova costituzione da sottoporre agli organi direttivi del partito. Le tensioni intorno al PKK ed il Nord Iraq hanno soppiantato le polemiche che per settimane hanno infuriato su questa iniziativa del governo Erdoğan. La presentazione al pubblico della proposta ufficiale del governo è attesa nei prossimi giorni. Ne abbiamo parlato con il Prof. Özbudun
Perché una nuova costituzione?
La costituzione entrata in vigore nel 1982 è stata redatta in condizioni eccezionali, in un periodo segnato dalla presenza dei militari. Con il tempo ha poi subito alcune riforme ma nell’insieme ha mantenuto il suo spirito militare, autoritario e statalista. Negli anni scorsi tutti i partiti e molte realtà della società civile, l’ordine degli avvocati o la confindustria, hanno tutti espresso la volontà di avere una nuova costituzione.
Il partito AKP si è assunto in qualche modo questa responsabilità. Nello scorso programma elettorale si parlava di una nuova costituzione civile, democratica, che avesse come riferimento la difesa dei diritti umani. Erdoğan ci ha chiesto di preparare una proposta per una nuova costituzione
Quali sono i principi guida del testo che avete preparato?
Portare le libertà ed i diritti fondamentali agli standard universalmente riconosciuti, specialmente a quelli della Convenzione europea sui diritti umani. Questo il primo obbiettivo.
Il secondo è ridefinire gli equilibri tra i diversi organi dello stato. Nel 1982 la costituzione ha attribuito, in un impianto tipico di una repubblica parlamentare, larghi poteri al presidente della repubblica, senza attribuirgli però alcuna responsabilità politica.
I costituzionalisti hanno sempre criticato questa deriva perché in un sistema parlamentare il presidente della repubblica deve avere soprattutto un ruolo simbolico, come in Italia o in Germania.
Nel nostro progetto vengono limitati i poteri eccessivi del presidente della repubblica, riportando le sue prerogative a quelle tipiche di un presidente della repubblica di un sistema parlamentare.
Inoltre la nostra proposta cerca di garantire un ruolo anche al parlamento nella elezione dei membri della corte costituzionale.
Infine, nella costituzione in vigore ci sono alcuni elementi che indeboliscono lo stato di diritto. Ad esempio, le decisioni dell’assemblea superiore delle forze armate oppure le sentenze degli organi di controllo della magistratura non erano sottoposte a nessuna verifica della magistratura. Noi abbiamo cercato di renderle compatibili con lo stato di diritto
Si parla della vostra costituzione come di una costituzione civile, concorda con questa espressione?
È un’espressione usata dall’AKP nel suo programma elettorale. Per civile si intende che è stata redatta in condizioni di libertà ed approvata con un referendum. Sappiamo che le due costituzioni precedenti, del 1961 e del 1982, non sono state scritte nelle stesse condizioni, non sono state redatte da un parlamento eletto dal popolo. E sono state fortemente influenzate dall’autorità militare.
Alcuni elementi del testo da voi proposto hanno scatenato feroci dibattiti lo scorso ottobre. Ad esempio il ruolo che deve avere il nazionalismo e il carattere ideologico della costituzione attuale…
E’ vero che la costituzione in vigore contiene alcuni elementi fortemente ideologici, noi nel nostro progetto abbiamo cercato di ridurli al minimo. Per quanto riguarda le accuse di aver eliminato i riferimenti al nazionalismo, l’articolo 2 dell’attuale costituzione “La repubblica della Turchia è legata al nazionalismo di Atatürk”, è uno degli articoli che non può essere modificato.
Vi hanno soprattutto accusato di aver indebolito i riferimenti alla laicità...
Nel nostro progetto di costituzione non c’è nessun elemento che possa far pensare ad un arretramento in tema di laicità. La nostra costituzione ha un carattere laico almeno quanto quello della costituzione in vigore. Di più, l’attuale costituzione stabilisce l’obbligatorietà dei corsi di religione nella scuola elementare e media. Noi abbiamo reso facoltativi i corsi di religione. Certo si tratta di vedere se il partito accetterà. Poi abbiamo inserito il riferimento alla necessità che l’insegnamento della religione deve essere rispettoso delle credenze delle famiglie delle studenti, come specifica anche il primo protocollo della dichiarazione europea dei diritti umani. Credo quindi che la nostra proposta di costituzione sia laica nel vero senso della parola.
Da diverse settimane l’AKP sta esaminando il vostro progetto. In quale misura lo modificherà?
Non sappiamo molto, però da alcune informazioni che abbiamo avuto, sembrerebbe che non abbiano apportato cambiamenti molto significativi.
Negli anni ’90 diversi settori della società reclamavano una nuova costituzione. Perché questa levata di scudi contro l’iniziativa del governo?
A me sembra un vero paradosso, un’ironia. Proprio le persone che nel passato hanno più duramente attaccato la costituzione del 1982 per il suo carattere antidemocratico, adesso si oppongono al progetto dell’AKP. Io credo dipenda dai sospetti che alcuni settori della società nutrono nei confronti dell’AKP, la convinzione che il partito mira a portare nel paese un ordine islamico. Io non condivido questi timori e non credo che il partito abbia intenzioni di questo genere. La situazione paradossale in cui ci troviamo, le critiche all’iniziativa, io credo che semplicemente dipendano dal fatto che si tratti di un’iniziativa dell’AKP.
Le tensioni delle ultime settimane nel Paese influenzeranno il percorso di questo progetto?
Non credo che queste tensioni impediranno il dibattito. Per il momento la questione è stata accantonata ma io credo che ben presto se ne tornerà a discutere.
Ci sono altri progetti o proposte alternative alla vostra?
Nessun progetto da parte degli altri partiti. L’ordine degli avvocati ha un suo progetto che non ha ancora reso noto. C’è poi annunciata l’iniziativa da parte di alcune realtà della società civile, non un testo alternativo ma alcuni suggerimenti, ma no, non c’è una proposta di costituzione alternativa
La società turca vuole una nuova costituzione?
Secondo me sì. L’AKP è uscito rafforzato dalle elezioni. Nel suo programma elettorale c’era anche una nuova costituzione, quindi è possibile pensare che la maggioranza degli elettorali sia favorevole ad una nuova carta costituzionale
Si diceva di una costituzione civile. Ci sono state reazioni da parte delle forze armate?
Non ne ho avuto notizie. Del resto la nostra costituzione non modifica radicalmente le relazioni tra potere militare e potere civile.
Quando la Turchia avrà una nuova costituzione?
Adesso è difficile dirlo. Dopo che l’AKP avrà reso noto il suo progetto di costituzione, per quanto ne so vuole inaugurare una fase di dibattito all’interno della società, coinvolgendo diverse realtà, partiti politici, istituzioni universitarie, media. Questa fase probabilmente porterà ad alcune modifiche del testo. Successivamente il progetto andrà in parlamento. Possiamo prevedere che qui il dibattito durerà qualche mese e poi infine si andrà al referendum. Penso quindi che all’incirca nel prossimo autunno potremo avere una nuova costituzione.