Balcani Cooperazione Osservatorio Caucaso
mercoledì 07 settembre 2022 17:32

 

Mostar est su di una polveriera

17.05.2002   

In due settimane nella città bosniaca scoperti due ingenti depositi di munizioni. In città non si parla d’altro e ci si chiede come mai solo ora si arrivi a questi ritrovamenti.
In sole due settimane scoperte più di 10.000 granate in depositi situati a Mostar est, la parte musulmana della città. Nel luglio del 1994, in seguito alla fine degli scontri tra croati e musulmani, l’intera città era stata demilitarizzata e tutte le parti in conflitto avrebbero dovuto consegnare tutte le armi.
In questi ultimi anni la SFOR ha continuamente organizzato e promosso azioni volte a confiscare il materiale bellico ancora in circolazione. Azione nominata in modo suggestivo “Harvest”, mietitura. Ma mai si era arrivati ad un sequestro tanto ingente.
Due settimane fa era stata scoperta, presso un cotonificio di Mostar, una stanza murata al cui interno erano state rinvenute una rilevante quantità di munizioni e granate. Il cotonificio era stato acquistato l’anno scorso da un imprenditore svizzero che sembra non essere cionvolto nella vicenda dato che le armi erano con tutta probabilità nascoste nello stabile da molto tempo prima.
La reazione al ritrovamento della parte croata della città era stata immediata e veemente. Secondo questi ultimi infatti il deposito sarebbe stato controllato da una rete terroristica musulmana.
Pochi giorni dopo un’ulteriore scoperta, questa volta le stanze murate erano tre e si trovavano presso una manifattura tabacchi locale. Ma il contenuto era simile: granate, munizioni ed esplosivo. Secondo Nicolas Rambaud, portavoce dello SFOR, si tratterebbe complessivamente di 75 tonnellate di proiettili. “Non ne so niente” ha affermato il direttore della fabbrica (Jutranje Novine, 13.05.02).
Entrambe le scoperte sono avvenute grazie alle indicazioni fornite da una telefonata anonima. A Mostar si inzia a sospettare che la vicenda possa avere un qualche collegamento con le imminenti elezioni e sia stata montata (o almeno ne sono stati determinati i "tempi d'emersione") per screditare l’attuale governo della BiH. Proprio in questi giorni ad esempio il quotidiano “Ljiljan” ha pubblicato un articolo nel quale si denuncia, in un clima montante anti-israeliano (dopo le azioni israeliane a Ramallah sono apparsi a Mostar alcuni graffiti che paragonano la stella di David alla svastica), che il governo bosniaco, guidato dall’Alleanza, ha recentemente venduto armi ad Israele.

Sembra comunque che le munizioni fossero state nascoste in quei depositi fin dal 1996. E’ questa l’opinione ad esempio dello comandante dello SFOR, generale americano John Silvestre (TVF1,14.05.2002). Sarebbero quindi appartenute all’esercito bosniaco e sarebbero state nascoste nel caso fossero sate necessarie. Altra ipotesi quella di un deposito temporaneo mentre si ricercavano potenziali acquirenti.

L’HDZ di Mostar ha in questi giorni emesso un comunicato stampa nel quale si ribadisce che una tale quantità di armi avrebbe potuto distruggere l’intera città. Goran Bilic, ministro cantonale degli interni ha dichiarato che sei persone sono attualmente indagate ma i loro nomi rimangono segreti (Oslobodjneje,14.05.02).
Consulta l'archivio