Quattordici immigrati di origine turca affogano nel fiume Sava nel tentativo di entrare illegalmente in Croazia. Continua la tragedia della “fuga verso l’Europa”.
Il fiume Sava nasce in Slovenia dal lago di Bohinj
La Bosnia Erzegovina è senza dubbio un Paese di transito per l’immigrazione clandestina, porta d’entrata per quell’Europa desiderata da molti. E purtroppo non si differenzia da altri “luoghi dell’odissea” per le tragedie che vi avvengono. E’ accaduto una settimana fa quando nel tentativo di attraversare il fiume Sava, in un punto nel quale quest’ultimo fa da confine tra Bosnia e Croazia, 14 immigrati di origine turca sono annegati. La Sava quindi come lo stretto di Gibilterra o le acque dell’Adriatico.
In questi giorni la polizia di confine croata e bosniaca sta recuperando i corpi. Otto sono stati ritrovati sulla sponda croata, cinque su quella bosniaca. Secondo notizie date dal quotidiano “Nezavisne Novine” tra i corpi ritrovati vi sarebbero anche quelli di due bambini (tra i sette ed i dodici anni) e di due donne. Sono in corso le identificazioni.
La polizia di confine non ha in questi giorni sospeso le ricerche dato che sarebbero 14 i cittadini turchi registrati in entrata in Bosnia Erzegovina (Nezavine Novine, 20.05.02).