Effetto Sarkozy
30.01.2008
Da Istanbul,
scrive Fabio Salomoni
Joost Lagendijk
Libertà di espressione, i burattinai dell'omicidio Dink, la resistenza al cambiamento di giudici e burocrazia di Stato. I problemi della Turchia, un Paese a cui l'Europa di Sarkozy sembra voltare le spalle. Nostra intervista all'europarlamentare Joost Lagendijk
Joost Lagendijk è presidente della delegazione parlamentare congiunta Europa-Turchia e membro della Commissione Esteri del Parlamento europeo
Il governo probabilmente nei prossimi giorni presenterà la riforma dell’articolo 301 del codice penale, relativo all'offesa della “turchità”...
Come ogni politico, dovrei dire aspettiamo e vediamo, perchè il governo ha annunciato anche in precedenza di voler presentare la riforma e poi non lo ha fatto. Supponiamo che questa volta lo farà. Probabilmente sostituirà l’espressione Turchità – Turkishness - con quella di nazione turca, un’espressione che esiste in altre legislazioni europee, in Italia e in Polonia ad esempio. La seconda probabile novità sarà che il giudice, prima di aprire un procedimento penale, avrà bisogno dell’autorizzazione del ministro della giustizia. Inizialmente ero un po' esitante ma poi ho controllato quello che accade in Germania dove, se tu insulti il presidente, il presidente deve dare la sua autorizzazione prima che sia apra un procedimento. Quindi non è così strano che un rappresentante del governo debba dare la sua approvazione perchè il procedimento si apra. E così non sarà un qualsiasi giudice lunatico a farlo.
Credo che queste due riforme potranno essere efficaci ed il ministro della giustizia bloccherà ogni nuovo procedimento. Va bene se ci saranno queste due riforme, ma il problema è che, oltre l’articolo 301, ci sono altri articoli del codice penale. Io credo che sia positivo che il governo modifichi il 301 ma poi quanto prima dovrebbe procedere a riformare anche gli altri. Altrimenti i giudici si rivolgeranno a questi altri articoli e faranno quello che hanno fatto finora con il 301. Quindi va bene, ma non è tutto. E’ solo l’inizio del tentativo di rimuovere dal codice penale tutti gli articoli che possono essere usati contro la libertà di espressione.
Ed a proposito del processo Dink…
Questo mi preoccupa anche di più perchè ho parlato molte volte con gli avvocati, ho parlato ieri anche con la famiglia, ed è chiaro che quello che sta accadendo ora è lo stesso che è accaduto in passato. Prendono i ragazzi che hanno commesso il crimine, bene, devono essere mandati in prigione. Ma quelli che tirano le fila, la polizia, i gendarmi, i servizi di sicurezza che avevano informazioni su quanto stava accadendo e probabilmente erano in contatto con questi ragazzi... Là tutte le porte sono chiuse. Non è possibile per gli avvocati della famiglia Dink coinvolgere nel processo gli ufficiali della polizia e della gendarmeria. Ci sono ancora degli intoccabili in Turchia e questo è male perchè io speravo nel governo in carica. Lo ha detto lo stesso Primo ministro un anno fa: “Faremo di tutto per prendere tutti coloro che sono coinvolti”. Sembra che per il momento sarà il ragazzo a finire in carcere ma quelli che stanno dietro le quinte sono ancora liberi. E’ un segnale molto preoccupante, più preoccupante dell’articolo 301. L’articolo 301 sarà modificato ma questa tradizionale impunità è una cosa molto negativa per il paese, questo è quello che mi preoccupa.
Lei parlava prima di giudici lunatici. Al di là del contenuto delle leggi, uno dei punti di resistenza più forti al processo di democratizzazione sembra essere la mentalità e l’attitudine di una parte della magistratura e della burocrazia di stato...
Certo, se guardiamo a quell’avvocato nazionalista, Kemal Kerincisiz. Lui si comporta come se andasse a fare la spesa. Ha qualcosa per cui protestare, va da un giudice e se il giudice dice, no, non si può aprire un procedimento, lui va da un altro fino a quando trova un compare, un altro nazionalista, ed il giudice apre il procedimento. Per l’articolo 301 adesso sarà impossibile, perchè il giudice dovrà andare dal ministro della giustizia e lui dirà di no. Ma esistono altri articoli dove i nazionalisti, che sono molto forti negli ambienti giudiziari, possono fare la stessa cosa. Cambiare la mentalità potrebbe richiedere dieci, venti anni, forse di più, ma non è una cosa nuova. In Spagna dopo Franco abbiamo dovuto aspettare del tempo per vedere cambiare le cose. Non è facile cambiare tutti i giudici in un colpo solo. E’ un processo a lungo termine di cambiamento di mentalità. Io credo onestamente che la magistratura, i giudici, siano un problema più grande di quello rappresentato dalle forze armate. Certo i militari cercano di ostacolare e fare pressioni, ma il loro comandante cambia ogni due anni e se il capo dice una cosa, il resto segue. Ma i giudici sono moltissimi, quanti? Diecimila? Sono tutti singoli individui e la maggiore parte di loro sono molto nazionalisti. Questa potrebbe essere la cosa difficile. I giudici e la burocrazia di stato. L’Unione Europea e l’AKP [Adalet ve Kalkinma Partisi, Partito della Giustizia e dello Sviluppo, ndr] hanno qui un interesse comune. Se le due parti lavorano insieme, possono raggiungere dei risultati. L’AKP ha bisogno di essere spinto da noi.
Da un lato il governo rallenta le riforme per le pressioni interne, dall’altra viene a mancare la pressione della UE, forse a causa dell’effetto Sarkozy...
E’ vero. Io credo, sfortunatamente, perchè così vanno le cose, che il governo farà passi in avanti coraggiosi se è spinto o aiutato dalla UE. Ma attualmente alcuni paesi non vogliono la Turchia, la Francia ad esempio, altri sembrano non essere molto interessati. Perchè il governo dovrebbe fare questi passi, per essere poi criticato nel paese? Sarebbe bene se l’AKP dimostrasse all’Europa di essere ancora impegnato nelle riforme. Nel 2006 non è successo nulla, e nemmeno l’anno scorso. Cominciamo a temere che l’AKP dice delle belle parole ma poi non fa quello che è necessario. La cosa migliore per tutti coloro che sono a favore delle riforme sarebbe che l’UE, ed i paesi favorevoli all’adesione turca, facessero sentire la loro voce, e non solo Sarkozy. Inoltre dovrebbero dimostrare al governo turco che, se farà passi coraggiosi, l’Europa sarà dietro di loro. Ma se l’EU si volta da un’altra parte, quelli dell’AKP possono dire: “Perchè dovrei fare queste cose difficili se poi mi prenderò un sacco di critiche nel paese? Qual è la ricompensa?”
L’Italia è tra i paesi che sostengono la candidatura turca...
Italia, Spagna, i paesi scandinavi, la Gran Bretagna, la Polonia, quasi tutti i nuovi entrati, a parte Cipro, sono a favore dell’adesione della Turchia. Ma sono silenziosi, non fanno sentire la loro voce e lasciano il campo a Sarkozy ed agli altri. Se leggiamo la stampa turca, i discorsi di Sarkozy sono sempre in prima pagina. I turchi pensano che lui parli a nome dell’Europa. Io credo sia urgente che i paesi che sono a favore della adesione, e sono ancora la maggioranza, assumano una posizione più decisa, che dicano a Sarkozy: “Ehi, doucement...” Ma per il momento non lo stanno facendo e gli permettono di parlare a nome dell’intera Unione Europea.
Che cosa può fare la presidenza slovena in questa prospettiva?
La Slovenia è molto ottimista e potrà anche aprire due o tre nuovi capitoli dei negoziati con la Turchia. La Slovenia, come quasi tutti i nuovi stati membri, è favorevole all’adesione della Turchia. Tutti in realtà stanno aspettando quello che accadrà dopo la Slovenia, perchè sarà il turno della presidenza francese, e di vedere cosa farà Sarkozy. Nessuno realmente lo sa. Ci sarà un incontro a maggio tra la Merkel, e Sarkozy e non sono sicuro di quello che ciascuno dei due vorrà ottenere. Io non vedo però Sarkozy in grado di fare un inversione a U. Anche se ne ha fatte molte, anche rispetto alla Turchia.
Attualmente rispetto alla Turchia sta cercando di guadagnare uno spazio di manovra, di rimandare la soluzione del problema al futuro, non dobbiamo decidere dell’adesione turca l’anno prossimo. Recentemente ero a Parigi per un dibattito su Turchia, Francia ed Europa. E se guardiamo al discorso di Sarkozy sulla politica estera, è molto interessante. Lui ha affermato che la priorità della Francia è quella di combattere lo scontro di civiltà tra Islam ed Occidente ed appoggiare i musulmani moderati. Se noi vogliamo una cosa simile, e io credo che sia una buona cosa, non possiamo allo stesso tempo tenere fuori la Turchia, perchè è un paese musulmano. Non si possono fare entrambe queste cose. Nessuno ha paura della Slovenia ma ci sono molte persone che hanno paura della Francia.
L’Unione Europea sostiene il progetto dell’AKP per una nuova costituzione?
Se sapessimo esattamente di che cosa si tratta, noi vorremmo sostenerlo [risata, ndr]. Ci sarà una nuova costituzione, è certo, e sono anche sicuro che sarà migliore di quella che abbiamo. Ma ci sono anche una serie di questioni cruciali: l’esercito, i curdi, le minoranze in genere, il velo. Quale tipo di formulazione utilizzeranno? E non so quanto lontano vogliano andare. Io li vorrei stimolare ad andare molto lontano ma loro che cosa vogliono? Sappiamo bene come tutti siano molto sensibili alla questione del velo, e ci sono altre questioni molto delicate nella costituzione. Ma loro dicono che arriveranno ad una conclusione questo mese, o forse il prossimo.
Ho letto il progetto di riforma della costituzione preparato dal prof. Özbudun e lo vedrò nei prossimi giorni. Questo progetto è stato modificato, ma dove? Ho parlato con quelli dell’AKP, con la persona incaricata di tradurre il progetto. Mi ha detto che il prima possibile mi farà avere l’ultima versione, l’ha chiesta al presidente, ma non ho ancora ricevuto niente. Dobbiamo aspettare.