Pattuglia macedone al confine tra Macedonia e Kosovo
Prima o poi il riconoscimento arriverà, ma non subito. La Macedonia guarda all'indipendenza del Kosovo in modo ambivalente: festeggia solo la comunità albanese. La corrispondenza da Skopje
Nei giorni seguenti alla dichiarazione d'indipendenza del Kosovo la Macedonia resta calma. Ma per quanto tempo? Il 17 febbraio è stato salutato in modo diverso dalle due principali comunità del paese. Mentre i macedoni si sono contenuti, gli albanesi hanno gioito. Le più grandi celebrazioni sono state organizzate nella nuova piazza “Skenderberg” di Skopje (la vecchia area del bazar) e nel centro di Tetovo. Discorsi, danze, e inevitabili spari in aria, ma niente fuori dall'ordinario. Alcune macchine sono state colpite dai proiettili (probabilmente da quelli sparati in aria), ma in ogni caso ci sono stati meno danni rispetto ad una partita di calcio o a capodanno.
Le notizie sul Kosovo occupano le pagine dei giornali, ma il governo mantiene il silenzio stampa. “Il governo sta osservando attentamente la situazione e agirà nell'interesse della nazione”, le uniche concessioni dei portavoce.
Ma quand'è che la Macedonia riconoscerà il Kosovo? Perché di questo si tratta: anche se il governo (probabilmente a ragione) non mette le carte in tavola, la domanda “la Macedonia riconoscerà il Kosovo?” ha perso di valore. E' indubbio che la Macedonia dovrà fare come gli altri e ad un certo punto riconoscere il nuovo vicino. Il governo ha sempre dichiarato che avrebbe seguito la comunità internazionale. Gli USA e i principali stati europei hanno già riconosciuto la provincia divenuta indipendente.
Ad ogni modo si teme la possibile reazione della Serbia. Anche nel caso quest'ultima non intervenga con sanzioni dirette – e per ora difficile individuarne la possibile gamma - la Macedonia potrebbe esserne colpita in molti modi. Gli imprenditori sono tra i più preoccupati, temendo che la Serbia possa applicare sanzioni indirette contro le relazioni commerciali con la Macedonia nel caso in cui il Kosovo venga riconosciuto. Basterebbe iniziare a fermare i camion al confine, con qualsiasi pretesto, e potrebbe essere soltanto l'inizio.
Per ora il governo, come fa notare instancabilmente, si limita ad “osservare attentamente”. Il ministro della Difesa Lazar Elenovski ha dichiarato l'altro giorno che la “posizione della Macedonia sulla questione è chiara ed è disposta a riconoscere l'indipendenza”. Il portavoce del governo, Ivica Bocevski, si è affrettato a dichiarare che “le parole di Elenovski esprimono la sua personale posizione a riguardo”.
Il pomeriggio prima del “D-day”, il primo ministro del Kosovo Hashim Thaci ha fatto una veloce visita a Skopje, definita dal governo macedone “visita informale”. Un giorno prima, il primo ministro macedone Nikola Gruevski aveva parlato al telefono col presidente serbo Boris Tadic. Nonostante non siano stati emessi altri comunicati ufficiali dopo questi contatti, si può facilmente supporre l'argomento dei colloqui.
Sicuramente, la considerevole comunità albanese in Macedonia vuole che il Kosovo venga riconosciuto. I partiti politici albanesi insisteranno per un riconoscimento immediato. Mentre il partito albanese alleato del governo, il DPA di Menduh Thaci, potrebbe essere più paziente, il partito dell'opposizione DUI userebbe la questione del riconoscimento come strumento politico.
Il DPA di Thaci ha affermato che la Macedonia avrebbe seguito gli altri paesi: “Non saremo gli ultimi a a farlo”, ha detto Iliaz Halimi, ministro della Difesa. L'altro principale partito albanese, il DUI all'opposizione, ha accolto l'indipendenza e ha invitato il governo al riconoscimento. Il suo leader Ali Ahmeti ha visitato le tombe dei guerriglieri caduti nel conflitto del 2001 in Macedonia.dichiarando nell’occasione: "È un grande giorno, il nostro sogno si è avverato”.
Nel frattempo il partito dei serbi di Macedonia ha fortemente condannato la dichiarazione d’indipendenza. I suoi leader sono andati in Kosovo domenica 17 febbraio per dimostrare il loro sostegno ai serbi del nord della provincia.
La questione riemersa in Macedonia esattamente dopo la dichiarazione d’indipendenza è quella del confine tra Kosovo e Macedonia. Si tratta di un confine rimasto in sospeso per anni per l’indefinito status del Kosovo (la Serbia insisteva perché fosse un suo confine), che ha creato spesso tensioni.
Il maggiore partito macedone di opposizione, il partito socialdemocratico (SDSM), ha invitato il governo a porre la demarcazione del confine come condizione per il riconoscimento.
“Il confine può costituire un effettivo fattore d’insicurezza se noi riconosciamo il Kosovo senza una demarcazione”, ha dichiarato l’ex premier socialdemocratico Vlado Buckovski.
Per i partiti albanesi il confine è una questione puramente tecnica che verrà facilmente risolta. Secondo il DUI, dopo il riconoscimento.
Un punto critico sulla linea di confine è sempre stato il villaggio di Tanusevci, dove nel 2001 è scoppiato il conflitto in Macedonia. Il villaggio, situato proprio sul confine, è stato dichiarato libero da un ex guerrigliero, il comandante Hoxha, il quale lo tiene sotto il suo comando. Ha annunciato di voler proporre un referendum per l’annessione del villaggio al Kosovo. La polizia macedone, dice, non può accedere al villaggio.
Ci sono già preoccupazioni sulle conseguenze che l’indipendenza del Kosovo avrà in Macedonia. A soli tre giorni dall’indipendenza, si è già iniziato a dire frasi quali “Adesso tocca alla Macedonia”. Le quotidiane previsioni degli analisti stranieri avvertono dei rischi per la Macedonia di una possibile divisione de facto del Kosovo.
Questi rischi sono già stati analizzati e documentati in passato. Non è un segreto che il conflitto in Macedonia è stato un riflesso di quello del Kosovo. Allo stesso modo, inutile negare che l’indipendenza della provincia avrà un forte impatto in Macedonia.
Questo dovrebbe dipendere sicuramente da quanto avviene sul territorio, in particolare nella parte settentrionale del Kosovo. Secondo alcuni, la divisione è una realtà che sta già venendo a galla. Ieri i serbi infuriati hanno dato fuoco ai posti di controllo della KFOR sul confine tra il Kosovo settentrionale e la Serbia. Hanno detto di volersi muovere liberamente nel loro paese.
Non è esagerato discutere sui possibili rischi di lungo termine, anche se in questo momento è prematuro. E’ necessario aspettare di vedere come evolveranno le cose sul territorio. E per ora il governo macedone “osserva attentamente la situazione”.