Balcani Cooperazione Osservatorio Caucaso
giovedì 08 settembre 2022 13:09

 

Albania: sotto tono per ora la corsa alla poltrona presidenziale

03.06.2002   

Due i candidati accreditati, il Presidente uscente Rexhep Meidani e Fatos Nano, entrambi del partito socialista. Nonostante le tumultuose premesse e la forte instabilità che da mesi caratterizza la politica albanese per ora regna una calma piatta.
Il Presidente uscente Meidani in un incontro con Kofi Annan
Il Presidente Rexhep Meidani ed il leader socialista Fatos Nano hanno già iniziato la campagna elettorale volta ad accaparrarsi il sostegno dei parlamentari per le elezioni presidenziali che si terranno a partire dal prossimo 24 giugno.
Entrambi i concorrenti sono espressi dal Partito Socialista visto che quest’ultimo, con gli alleati di governo, ha i numeri per “imporre” un proprio Presidente a prescindere dall’opposizione del Partito Democratico di Berisha. La competizione tra due candidati espressi da uno stesso partito non è stata accolta con grande favore da Doris Pack, deputata tedesca al Parlamento europeo che segue in particolare le trattative con il Governo albanese per l’inizio del processo di Associazione e Stabilizzazione nella UE. Quest’ultima si è infatti augurata che sull’elezione del Presidente si possa arrivare ad un consensus tra maggioranza ed opposizione. Cosa che difficilmente accadrà.
Meidani sostiene di aver appreso solo la scorsa settimana che, se avesse ottenuto adeguato consenso tra i parlamentari del Partito Socialista, sarebbe stato uno dei candidati in lizza. Anche Fatos Nano ha reso pubblica solo la scorsa settimana l’intenzione di candidarsi. Intenzione che però era già chiara da tempo tant’è che molti ritengono che il suo aver scatenato nell’ultimo anno una forte polemica sulla corruzione all’interno dello stesso Partito Socialista (che ha portato alle dimissioni del premier Ilir Meta) sia stata mirata proprio a riguadagnare la scena politica albanese in vista di queste elezioni presidenziali. Non a caso la verve polemica di Fatos Nano si è notevolmente attenuata.
I due candidati sono attualmente impegnati ad assicurarsi l’appoggio di almeno 20 deputati, necessari per proporre la propria candidatura. In seguito avverrà la prima tornata di votazioni, previste per il 24 giungo prossimo.
Secondo quanto previsto dalla Costituzione, per essere eletti alla carica di Presidente occorre ottenere almeno i due terzi dei consensi dei parlamentari che equivalgono a 84 voti. Sono cinque le possibilità per arrivare alla designazione di un candidato altrimenti si è obbligati ad indire nuove elezioni politiche.
Il gruppo di deputati socialisti che sosteneva il governo di Ilir Meta sono tutti a sostegno di Meidani mentre Fatos Nano sta cercando di guadagnarsi l’appoggio nelle nuove èlites emergenti all’interno del Partito. In ogni caso, entrambi gli schieramenti dovranno guadagnarsi l’appoggio dei piccoli partiti che governano insieme ai socialisti dato che questi ultimi hanno in Parlamento solo 73 degli 84 voti necessari all’elezione del Presidente.
I Socialdemocratici hanno ad esempio quattro deputati e presto renderanno noto a chi andrà il loro sostegno. A breve ci si aspetta le decisioni anche del Partito dei Diritti Umani e del partito Agrario che rispettivamente possono esprimere tre ed un voto. Ci sono invece dei dubbi sul fatto che il Partito dell’Alleanza Democratica, anch’esso facente parte della coalizione di governo, darà il suo appoggio ad uno dei candidati socialisti. Nel caso questo non avvenisse sarà necessario anche il voto di un deputato indipendente.
L’opposizione, con i suoi 52 deputati, ha già dichiarato che voterà contro i candidati socialisti o che lascerà l’aula al momento del voto, sostenendo che ne Nano ne Meidani sono adatti a ricoprire quella carica e preferendo invece andare ad elezioni generali che porterebbero ad un nuovo Parlamento a cui poi spetterebbe di eleggere un Presidente su di una base consensuale.
Vi saranno altri candidati, tra questi l’ex Presidente del Parlamento Pjeter Arbnori, del Partito Democratico o Sabri Godo, ex leader del Partito Repubblicano, ma non ci si aspetta raccolgano grandi consensi.
Consulta l'archivio