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Un processo senza testimoni
Osservatorio Balcani Guide per Area Kosovo Kosovo Notizie
Data pubblicazione: 04.04.2008 11:39

Ramush Haradinaj assolto da tutte le accuse. Accusato di crimini contro l'umanità, l'ex comandante Uck può tornare in Kosovo da uomo libero. Sul processo, pesano però reticenze, intimidazioni e scomparsa di molti tra i testimoni chiamati a rispondere
Una sentenza che fa discutere, quella che il Tribunale internazionale per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia ha emesso ieri pomeriggio. Il TPI dell’Aja ha assolto da tutte le accuse l’ex comandante dell’UCK ed ex premier del Kosovo Ramush Haradinaj. Assoluzione anche per l’altro ex UCK, Idriz Balaj, mentre a sei anni di reclusione è stato condannato il terzo accusato, Lahi Brahimaj per aver personalmente preso parte a torture nei confronti di due persone, identificate come testimone 3 e 6.

I tre ex membri dell’UCK erano accusati di associazione criminosa, il cui fine sarebbe stato quello di consolidare il controllo dell’UCK nella zona di Dukagjin, nel nord ovest del Kosovo, mediante la cacciata e l’uccisione di civili serbi e rom così come di kosovaro-albanesi sospettati di collaborazionismo con le forze serbe. 37 i capi d’accusa, in cui si fa riferimento a rapimenti, torture, stupri e uccisioni di civili, qualificati come crimini contro l’umanità.

Nel periodo compreso tra il 1° marzo e il 30 settembre 1998, periodo a cui si riferisce l’accusa, Haradinaj era comandante dell’UCK nella zona di Dukagjin, Balaj comandante dell’unità “Aquile nere” e Brahimaj membro delle forze presenti a Jablanica, quartier generale dell’UCK a Djakovica.

Il tribunale dell’Aja ha assolto i tre ex membri dell’UCK dall’accusa di crimini contro l’umanità. Le prove presentate dall’accusa “non sempre hanno permesso la Corte di concludere se il crimine è stato veramente commesso o se l’UCK fosse coinvolto nello stesso”.

La Corte ha concluso che le prove addotte dalla procura non sono sufficienti per provare che ci sia stata un’associazione criminosa. “Le prove in alcune dei procedimenti indicano che le vittime potrebbero essere state prese di mira principalmente per motivi personali piuttosto che come membri di una popolazione civile vittima di un piano criminale premeditato”, hanno riscontrato i giudici.
La procura è riuscita a dimostrare che l’UCK ha commesso i crimini descritti in otto punti dell’accusa ma, eccetto due casi, non è stata sufficientemente dimostrata l’implicazione e la responsabilità degli accusati.

Il giudice Alphonsus Orie ha sottolineato la difficoltà incontrata dalla Corte nel garantire la sicurezza di un ampio numero di testimoni. La Corte ha ascoltato almeno un centinaio di testimoni durante il processo, dei quali 34 sotto protezione, mentre 18 sono stati obbligati a testimoniare. In due casi il rifiuto a testimoniare ha fatto spiccare mandati di arresto e relativo trasferimento all’Aja. “La Corte ha riscontrato la forte impressione che il processo sia stato condotto in un’atmosfera in cui i testimoni non si sentivano al sicuro”, ha precisato il giudice Orie.

Proprio la difficoltà di reperire testimonianze utili rappresenta la caratteristica più evidente di questo processo. La responsabile del TPI per i media, Olga Kavran, ha precisato che il procuratore è particolarmente preoccupato per i problemi legati ai testimoni. La procura, durante il processo, ha più volte fatto riferimento al fatto che i problemi coi testimoni avrebbero potuto mettere in questione la raccolta delle prove.

Anche la direttrice del Centro per il diritto umanitario, Natasa Kandic, per B92 ha detto che “è un fatto che i testimoni al processo Haradinaj hanno avuto una grande paura, e che esistono seri indizi sul fatto che almeno due testimoni hanno perso la vita, perché dovevano testimoniare. Ci sono seri indizi sul fatto che la procura non sia stata in grado di preparare seriamente l’accusa”.

Kandic insiste però sul fatto che la responsabilità di una tale sentenza grava “sulla procura, sull’UNMIK e sulle istituzioni statali della Serbia”. Secondo la direttrice del Centro per il diritto umanitario “gli organi statali della Serbia non hanno mai preparato una documentazione adeguata e prove che riguardino i crimini commessi contro i serbi”. La Kandic, inoltre, afferma che “fino ad oggi non c’è un documento ufficiale della Serbia che in modo serio si sia occupato della questione dei crimini di guerra”, mentre le prove che la Serbia ha portato alla procura dell’Aja “non sono mai state così rilevanti e valide” tali da dimostrare la responsabilità di chi comandava l’UCK.

Dejan Anastasijevic, intervistato per radio B92, ieri mattina, prima che venisse emessa la sentenza, aveva sottolineato che la mancanza di collaborazione da parte dell’UNMIK e la difficoltà nel reperire i testimoni avrebbero dato come risultato l’assoluzione di Haradinaj.

Sconcerto da parte di tutte le forze politiche della Serbia. In modo trasversale, dai Radicali di Nikolic al Partito liberal democratico di Jovanovic, tutti i partiti politici serbi hanno accolto la notizia con profonda insoddisfazione. Il premier dimissionario Kostunica ha ribadito che la sentenza oscura del Tribunale dell’Aja testimonia che si tratta di un tribunale che non esiste per far sì che ci sia giustizia. “ Il Tribunale dell’Aja con questa sentenza si fa beffe della giustizia e si fa beffe delle vittime innocenti che sono state uccise per mano di Haradinaj”, ha commentato Kostunica. Mentre da parte del Partito democratico del presidente Tadic giunge la condanna per una sentenza definita “vergognosa”, tale che “non può certo contribuire al chiarimento dei crimini di guerra, garantire la giustizia e tanto meno contribuire alla riconciliazione nella regione”.

Ovviamente di segno opposto le dichiarazioni del governo kosovaro, il quale saluta benevolmente la sentenza del TPI dell’Aja nei confronti degli ex UCK. Nel comunicato stampa del governo di Pristina, secondo quanto riportato dalle agenzie, si legge che “in questo processo è stato dimostrato che la lotta dell’Esercito di liberazione del Kosovo è stata legittima, di liberazione e basata sulle regole e le convenzioni internazionali”. L’arrivo di Haradinaj in Kosovo, previsto per oggi sarà accolto in pompa magna, nonostante per ora nulla di ufficiale sia stato organizzato.

Il processo Haradinaj era iniziato il 5 marzo 2007, l’accusa ha terminato la propria requisitoria nel novembre 2007. Tutti e 3 i collegi di difesa hanno deciso di non presentare prove. Le requisitorie finali sono state presentate tra il 21 e il 23 gennaio 2008.