Il caso Himara
05.05.2008
scrive Marjola Rukaj
Himara
Himara, cittadina costiera al sud dell’Albania, nota per il turismo e per la forte presenza della minoranza greca. Recenti incidenti hanno riaperto la questione sulle richieste della minoranza greca e sulle dichiarazioni di autonomia del sindaco di Himara
Himara, cittadina costiera dell'Albania meridionale, oltre a essere conosciuta dagli albanesi per il suo enorme potenziale turistico, sta diventando anche sinonimo di incidenti che la fanno comparire periodicamente sulle pagine dei giornali nazionali. L'ultima occasione per alzare l'ennesimo polverone mediatico è stato lo scorso 10 aprile.
Tutto ha avuto inizio quando due poliziotti hanno fermato due giovani di Himara, a bordo di una macchina con targa straniera. Dagli anni '90, le macchine con targhe straniere sono spesso oggetto di controllo da parte delle autorità albanesi nell'ambito delle misure attuate contro il traffico di macchine rubate all'estero. Ma i due giovani Erjon (Jorgo) Rapo, e Manol Zoto, membri di Omonia, associazione della minoranza greca in Albania, secondo quanto riportato dalle autorità, hanno resistito al controllo da parte dei poliziotti, inducendo questi ultimi ad accompagnarli al commissariato di polizia, per rilasciarli dopo un paio di ore.
Il giorno dopo però uno dei poliziotti che aveva partecipato al controllo dei giovani è stato assalito da un gruppo di persone, per protesta - come è stato detto davanti alle telecamere - contro il maltrattamento fisico subito dai due giovani. Al piccolo gruppo si sono uniti anche decine di altri cittadini, secondo i media albanesi da 50 a 70 persone, che hanno seguito il poliziotto fino alla stazione di polizia, davanti alla quale hanno protestato pronunciando frasi come “Himara è Grecia”, “Fuori gli albanesi da Himara”, “Vogliamo la polizia greca”, mentre qualcuno si è spinto anche oltre chiedendo l’autonomia e accusando le autorità albanesi di genocidio nei confronti della minoranza greca.
Secondo quanto riportato dalla stampa albanese e dai poliziotti, questi ultimi si sono ritirati nella stazione senza grandi reazioni alla protesta, ma sparando dei colpi d'arma in aria per allontanare i manifestanti. Sono stati subito richiesti rinforzi da parte delle forze di polizia di Valona e di Fier e il prefetto di Valona, Xhevahir Rexhepi, si è recato d'urgenza a Himara per negoziare con il sindaco Vasil Bollano, nonché presidente di Omonia. Il tumulto è finito solo quando il sindaco Bollano ha invitato i partecipanti ad allontanarsi. La protesta, secondo Bollano e i partecipanti, è stata innescata dalla violenza fisica che i due giovani fermati dalla polizia hanno subito. Mentre i poliziotti hanno negato di aver fatto ricorso alla violenza. I giovani sono stati sottoposti al controllo degli esperti, senza però che vi fossero trovate tracce di violenza fisica. Intanto i poliziotti coinvolti sono stati sospesi dal servizio e la questione è passata agli organi giudiziari.
L'incidente ha avuto luogo proprio alla vigilia di una visita di tre giorni del vice ministro degli Esteri greco, Theodhoros Kasimis - visita già programmata in precedenza dell'accaduto, come è stato chiarito in seguito, mentre inizialmente si era pensato che Kasimis si recasse a Himara a causa dello scontro tra i manifestanti e la polizia.
Qualche giorno dopo, sulle pagine del quotidiano “Shqip”, è apparso un articolo che ipotizzava che la manifestazione e gli incidenti fossero stati organizzati dallo stesso sindaco di Himara, proprio pochi giorni prima della visita di Kasimis, per distogliere l'attenzione da gravissime irregolarità nella gestione dei finanziamenti del governo greco in questa zona. Il giornale ha menzionato che lo stesso ambasciatore greco in Albania ha accusato Bollano di coinvolgimento nel traffico dei visti. Da parte delle autorità albanesi risultano scomparsi 350mila euro destinati alla costruzione di un acquedotto a Dhermi, e altre migliaia di euro di donazioni greche che, secondo il giornale albanese, hanno guastato i rapporti tra il sindaco di Himara con le autorità greche.
“Non era successo neanche nel '97 che la polizia sparasse sui cittadini”, ha commentato duramente Bollano. Il sindaco di Himara ha definito le reazioni da parte della folla come una reazione normale da parte di gente irritata dal comportamento della polizia. E' stato invece molto più diplomatico il vice ministro greco, accolto da Bollano e dai suoi sostenitori con l'inno greco, bandiere greche, e persino richieste politiche di ottenere la cittadinanza collettiva. “So come vi sentite” – ha tranquillizzato i presenti Kasimis. Poi ha parlato della perdita di valore dei confini, dell'integrazione europea, e del buon vicinato.
In un'intervista molto commentata nella stampa albanese, Kasimis ha definito “delle espressioni di carattere emotivo” le richieste di autonomia che sono state pronunciate durante la sua visita a Himara , e in seguito ha affermato: “Non siamo più negli anni '50 o '70, siamo in un momento in cui i confini tra gli stati contano sempre meno”. Riguardo la minoranza greca in Albania, Kasimis ha detto: “sono tutti dei buoni cittadini albanesi che contribuiscono e contribuiranno al progresso del paese”.
I media albanesi hanno espresso la convinzione che Kasimis abbia avuto toni altrettanto moderati durante il suo colloquio con il sindaco Bollano. Dopo l'incontro a porte chiuse con l'associazione Omonia, Kasimis si è rivolto ai media con ottimismo: “Omonia inaugura adesso una nuova fase, rinnovata” sottolineando il ruolo che l'associazione deve svolgere per migliorare ulteriormente i rapporti tra Grecia e Albania, che negli ultimi anni stanno vivendo una fase molto positiva.
Gli incidenti di Himara, e le posizioni inizialmente radicali del sindaco Bollano, hanno dato origine ad una serie di reazioni di disapprovazione sulla stampa albanese e nel mondo politico, e anche qualche protesta cittadina, ma nessuna reazione ufficiale da parte delle autorità. Per giorni Himara è stata al centro di approfondimenti televisivi ed editoriali sulle prime pagine dei giornali. Per la maggior parte dei media albanesi gli incidenti di Himara sono stati organizzati dal sindaco stesso, che era quasi sempre presente tra la folla. Si è rimproverato al governo la mancanza di una posizione al riguardo, dato che non è la prima volta che il sindaco himariota e l'ala più radicale della minoranza greca a Himara danno vita a provocazioni da molti considerate anti-albanesi.
Diversi giornali hanno ripercorso la cronologia degli incidenti verificatesi di volta in volta al seggio elettorale di Himara. E' stato menzionato il fatto che sul sito ufficiale, la città di Himara si dichiara abitata per l'85% dagli appartenenti alla minoranza greca, e la storia albanese appare piuttosto grecizzata, mentre Skanderbeg, l'eroe nazionale albanese, invece di 'Gjergj' viene chiamato 'Jorgo'. Dall'aula del parlamento albanese, il deputato indipendente ex PD, Spartak Ngjela, ha ricordato che l'anno scorso, mentre si parlava dell'indipendenza del Kosovo, il sindaco di Himara ha dichiarato pubblicamente che anche Himara dovrebbe seguire l'esempio del Kosovo equiparando i due casi. Anche allora la stampa albanese si era riempita si reazioni contro le dichiarazioni azzardate del sindaco.
Negli ultimi giorni la tv Top Channel ha trasmesso un servizio su un altro fatto che ha fatto di nuovo discutere di Bollano: sul sito web del comune i giornalisti di Top Channel avevano notato che i proprietari degli alberghi della costa di Himara avevano tutti dei nomi greci. Indagando sul posto si è scoperto che quasi nessuno di loro era veramente di nazionalità greca. “Sono circa 30 persone, proprietari di alberghi, che si sono trovati con nuovi nomi grecizzati liberamente senza nessuna autorizzazione” ha affermato davanti alle telecamere Stefan Kokdhima, sindaco di Qeparo, a sua volta riportato nella lista degli alberghi online col nome di Stefanos Kokdhimas. Diversi analisti hanno invitato le autorità albanesi a sospendere il sindaco himariota per i suoi atti considerati anti-costituzionali. A Saranda e a Valona dei liceali hanno bruciato pubblicamente la bandiera greca.
La minoranza greca in Albania è da sempre al centro di speculazioni sia da parte di politici e studiosi grecofoni, sia da studiosi albanesi che hanno costruito una fitta rete di teorie per smentire quelle avanzate da parte greca. Ma non esistono studi attendibili o rilevamenti statistici condotti senza influenze di parte.
La situazione non può che essere oltre modo compromessa dalla massiccia emigrazione in Grecia degli appartenenti alla minoranza, ma anche dalle facili conversioni di albanesi e valacchi, ortodossi e non, in cambio di agevolazioni per il permesso di soggiorno in Grecia e la prospettiva di promettenti pensioni di anzianità.
Da parte dei governi albanesi, sia di sinistra che di destra, si è sempre dimostrata un’ampia disponibilità a tutelare i diritti della minoranza greca, quali il bilinguismo nelle zone grecofone, o l'apertura delle scuole che adoperano programmi scolastici greci. A parte rari incidenti, che in molti sostengono si siano moltiplicati a partire dall'elezione a sindaco di Bollano, non si sono mai verificati conflitti tra i greci e gli albanesi che convivono nella cittadina meridionale.