Basta vessazioni. Le ONG islamiche in Bosnia si ribellano
11.06.2002
Perquisizioni, sequestri. Per le ONG islamiche dopo l’11 settembre la Bosnia è divenuta impraticabile. Ed i rapporti tra il governo bosniaco ed i Paesi islamici stanno divenendo sempre più freddi.
In questi ultimi dieci anni, da quando cioè è iniziata la guerra, la Bosnia Erzegovina ha vissuto molti embarghi. Sembra che se ne stia preparando uno del tutto particolare. Un boicottaggio da parte del mondo islamico. A parte l’acceso dibattito causato dal recente scandalo riguardante la vendita di armi ad Israele la Bosnia è certamente un posto sempre più a rischio per gli operatori umanitari che arrivano da Oriente. All’ordine del giorno infatti i controlli, i sequestri e le perquisizioni subite da ONG islamiche. L’ultima poco tempo fa, il 3 giugno: la polizia bosniaca ha perquisito a Travnik, nella Bosnia centrale, gli uffici dell' organizzazione umanitaria saudita al Haramain Islamic Foundation, sequestrando computer e documenti.
Per denunciare questa situazione l’Ulema di Sarajevo, Mustafa Ceric, lo scorso 5 giugno ha convocato una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche gli ambasciatori in BiH di molti Paesi islamici (TVF1, 05.06.02). Parlando dell’attività di aiuto umanitario che molte organizzazioni originarie del mondo islamico stanno portando avanti in Bosnia Ceric ha sottolineato come “Purtroppo la loro attività negli ultimi tempi è stata ostacolata ed a volte resa impossibile”.
Ha poi ricordato i numerosi sequestri e perquisizioni attuati in questi mesi: spesso la polizia si è presentata armata bloccando tutte le strade attorno all’ufficio. La situazione è naturalmente peggiorata dopo l’11 settembre e tutte queste azioni sono state giustificate come “lotta al terrorismo”.
“Non possiamo accettare il fatto che un atto terroristico commesso da una singola persona possa ‘condannare’ un’intera religione e tutti i musulmani” ha affermato Ceric.
“A pagare il prezzo più caro” ha continuato l’Ulema “ sarebbero oggi i numerosi orfani e le famiglie più povere che in Bosnia rimangono prive del sostegno umanitario. Nello stesso tempo si rischia di bloccare la ricostruzione di case, ospedali, scuole”. Ceric si è poi chiesto come mai in questi giorni le ONG islamiche siano sottoposte a durissimi contatti mentre nessuno ne controlla altre quali ad esempio la Croce Rossa della Republika Srpska alla cui Presidenza vi sarebbe Ljijana Zelen Karadzic, moglie di uno dei ricercati più famosi del Paese? (Dani,07.06.2002)
L’Ulema Ceric non ha mancato di notare come “negli ultimi mesi nessun capo di stato o presidente di un Paese islamico abbia visitato la Bosnia Erzegovina” ed ha indirettamente accusato il governo di Zlatko Lagumdjija di essere responsabile per il peggioramento di questi rapporti internazionali.
A peggiorare i rapporti aveva certo contribuito l’arresto e successiva consegna alla autorità americane di sei cittadini algerini residenti in Bosnia. A questi ultimi è stato ritirata (senza processo) la doppia cittadinanza e sono poi stati consegnati direttamente ai militari americani. Il caso della vendita di armi ad Israele sembra sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.