Sul monte Zeljin (www.serbiatravelers.org)
Basta irraggiungibili mete occidentali: i viaggiatori della Serbia hanno numerose possibilità di fare vacanze alternative, a basso costo e con pochi impedimenti legati ai visti. Guardando ad Est o riscoprendo le bellezze del proprio paese
Petar Petrović trascorre le ferie così: il mattino va al bar sotto casa, nel primo pomeriggio va alla spiaggia sul fiume Drina, Sava o Morava e poi la sera, prima di ubriacarsi, guarda il Travel Channel illudendosi che magari l’anno prossimo andrà al mare, pagando la vacanza in 60 comode rate mensili.
Petar Petrović non è che il prototipo del giovane originario della Serbia. La statistica ufficiale del ministero dell’Interno riporta che attualmente soltanto l’11,24% dei cittadini è in possesso di passaporto, soprattutto a causa del luogo comune per cui, con un documento serbo, non si può andare da nessuna parte.
Questa però non è tutta la verità. Se si tralascia il gruppo dei paesi occidentali tecnologicamente avanzati, la maggior parte del pianeta è ancora aperto e disponibile anche per i globetrotter della Serbia. Il
Club dei viaggiatori della Serbia (Klub putnika Srbije) propone di dimenticare i costosi viaggi organizzati e di assumere un atteggiamento attivo e costruttivo per vivere un’avventura del tutto personale.
“Il viaggio non finisce una volta tornati a casa. Essere attivi significa condividere le proprie esperienze con gli altri, scrivendo reportage, montando gallerie fotografiche oppure organizzando incontri tematici”, spiega all’Osservatorio sui Balcani Lazar Pašćanović, fondatore e attuale presidente del Club. “Una delle attività principali del Club è il sito Internet che conta più di 1.000 pagine e dove ogni giorno circa 700 visitatori possono trovare le storie, le foto dei viaggi, ma anche le informazioni che riguardano le tecniche del viaggio sostenibile, i regolamenti per ottenere i visti. Ed è attivo anche un forum dove le persone si possono conoscere e scambiare idee e notizie”, racconta Pašćanović.
Sfogliando il materiale del sito, la prima cosa che si nota è la prevalenza quasi assoluta di viaggi fatti all’Est: dalla Turchia, passando per il Medio Oriente e andando fino alla Cina lungo l’infinito asse tracciato della ferrovia transiberiana.
“L’estate scorsa ho fatto un viaggio lungo l’antica Via della seta e per 20.000 chilometri e sette paesi diversi ho dovuto esibire un solo visto. Su quel territorio enorme vivono numerosi popoli, si parla un’infinità di lingue ed è chiaro che una persona non perde niente se, invece di andare verso Ovest, opta per l’Est. La fama che i Serbi non possono uscire dal loro paese è sbagliata, la stessa cosa vale per la considerazione che la Serbia fa schifo”, aggiunge Lazar.
“Ho iniziato a scoprire prima i paesi stranieri, e solo in seguito ho girato attraverso la Serbia”, racconta Gorana Mijic Prodanovic, membro del Club dei viaggiatori.
“All’estero mi capitava di non sapere come rispondere o di rispondere male quando la gente voleva informarsi sulla Serbia. Questo input esterno mi ha motivato a percorrere il mio paese, e devo dire che mi è piaciuto. Ogni paese possiede luoghi incantevoli, solo che di quelli serbi non parla nessuno, e finalmente mi sono resa conto che tutto era una questione di marketing e di presentazione”.
La maggior parte dei giovani non ha un concetto preciso del paesaggio, del modo di vivere nonché del tessuto multinazionale della Serbia. Questo disinteresse per il proprio paese si riflette poi nella mancanza di conoscenze per il resto del mondo.
“All’interno dell’associazione
Giovani Ricercatori della Serbia (Mladi Istraživači Srbije), una ONG che si occupa di progetti di volontariato, esiste una specie di ‘sponsorship’ per le persone che partono per i paesi della regione sud-est europea. Hanno il viaggio pagato, partecipano a campi di lavoro internazionali e incontrano giovani dei paesi vicini”, racconta Bojan Beronja, coordinatore dei progetti di volontariato. “Mi piace molto citare il ‘proverbio’: ‘Dio è troppo in alto, la Russia è troppo lontano, tieniti stretto ai tuoi vicini’. Alla gente piace fare qualcosa di diverso nell’ambito locale, gli piace vedere i cambiamenti diretti resi possibili grazie a loro”.
“Quando ho iniziato a girovagare per la Serbia, mi sentivo di riallacciare i nuovi-vecchi rapporti con me stesso. Sulle montagne, nei campi di grano, dentro i monasteri, durante le conversazioni con la gente straordinaria appartenente a tutti i ceti sociali con cui non avrei potuto scambiare una parola se fossi rimasto a casa ad aspettare”, conclude Lazar.
Attualmente, il Club dei viaggiatori propone un incontro annuale concepito in forma di “gita per avventurieri”. Il terzo raduno tradizionale si è svolto il 24 e il 25 maggio scorso sul monte Željin, nei pressi di Vrnjačka Banja, nella Serbia centrale. Alla salita notturna sulla vetta hanno partecipato ben 60 amici e sostenitori del Club.
La necessità di riproporre la Serbia ai propri giovani ha dato luce alla
Guida dell’autostoppista per la Serbia, un manuale utile per tutti quelli che credono ancora che avere le tasche piene di soldi non sia una condizione essenziale per viaggiare. La guida raccoglie tutti i consigli indispensabili, trovati sul forum, per portarvi dal
Posto ideale dell’autostop alla vostra meta. Questo manuale pratico e utile per la scoperta della Serbia in maniera alternativa si può consultare in un solo click dal sito Internet
www.serbiatravelers.org.