In tv, troppe brutte notizie, e gli spettatori rischiano la depressione. La pensano così i senatori romeni, che vogliono imporre per legge la
par condicio tra notizie buone e cattive. Per i giornalisti, però, si tratta semplicemente di censura, che richiama i sistemi dei tempi di Ceausescu
Le reminiscenze e la nostalgia del periodo comunista sono senz’altro ancora forti in Romania. Solitamente, i politici, passati indenni dal regime alla democrazia, si guardano bene dal rivelare il loro passato e la loro vecchia mentalità. Prima o poi, però, questi vengono a galla. Dopo l’89 molti degli attivisti del partito comunista romeno (PCR) si sono riciclati in qualche modo, spacciandosi per dissidenti, per vittime del regime per poi, con grande grinta opportunistica, presentarsi all’elettorato come veri democratici. Ma una recente legge, che impone alle tv e alle radio di presentare “notizie positive” e “notizie negative” in eguale misura secondo una sorta di
par condicio, ha lasciato perplessi molti e ha scatenato le proteste dei giornalisti che sono scesi in campo per difendere la libertà di espressione.
“Ceausescu TV” titolava un giornale di Bucarest, commentando la decisione del Senato romeno che ha varato la legge in causa. Due sono gli autori: il deputato del Partito liberale (attualmente al governo), Ioan Ghise, e il senatore del partito dell’opposizione Romania Mare (Grande Romania) Gheorghe Funar, conosciuto soprattutto per la sua avversità alla minoranza magiara (quando era stato sindaco di Cluj Napoca ha fatto verniciare coi colori della bandiera romena tutte le panchine del centro storico).
Secondo i due parlamentari, in Romania sarebbe arrivato il momento di migliorare il clima generale e il pubblico dovrebbe avere l’opportunità di percepire in modo equilibrato la vita quotidiana, dal punto di vista psichico ed emozionale. “Le depressioni provocano malattie croniche” e “il negativismo uccide” - precisano i due onorevoli, preoccupati per lo stato di salute della popolazione.
Troppe notizie negative centrate sulla violenza. Ma non potrebbero essere che negative e deprimenti anche le notizie che riguardano i problemi quotidiani della gente che fa fatica ad arrivare a fine mese, quelle che riguardano i bambini delle fogne, la disperazione dei pensionati oppure la povertà. Bisogna quindi controbilanciare – sostengono i due - con notizie positive, che danno speranza.
Ai tempi di Ceausescu la tv pubblica presentava, nelle due ore serali in cui trasmetteva, solo le visite di lavoro del
conducator, esaltava i successi registrati nell’industria e nell’agricoltura, rafforzava il culto della personalità. Ma in tv non si vedevano notizie sulla mancanza di cibo, la paura di parlare o di pensare diversamente, le lunghe file dalle quattro del mattino con la speranza di poter comprare un litro di latte.
In effetti veniva presentato anche qualche elemento negativo, ma riguardava i problemi che assillavano i poveri occidentali, i senzatetto che dormivano sui cartoni. Ora, invece, diventa inquietante per i giornalisti romeni sapere che qualcuno dovrà decidere quali sono le notizie positive e quali quelle negative e soprattutto selezionarle, cosa non facile dato che il formato dei tg offre al massimo un’ora di tempo per l'informazione.
Appunto, informare, questo è il giornalismo senza censura. Per i giornali di Bucarest, con la nuova legge, i senatori vogliono far tornare la Romania all’ “epoca d’oro”, quella di Ceausescu. Perciò i romeni devono vedere in tv “solo la parte buona della vita dura che stano vivendo”. Così saranno meno depressi e vivranno più sereni. E magari anche più a lungo.
Se i deputati hanno respinto, il 15 giugno, un tale disegno di legge, che ha scatenato sonore risate, i senatori l’hanno invece accolto a braccia aperte. Grazie anche alla Commissione per la cultura, l’arte e i mass-media presieduta dal senatore Adrian Paunescu, all’epoca poeta di casa della famiglia Ceausescu.
Il rapporto della Commissione, favorevole alla legge, ha agevolato il voto di approvazione all’unanimità dell’aula, anche perché gli argomenti sembrano “nobili”, come si spiega nell’introduzione: “la legge offre al pubblico la possibilità di una percezione equilibrata della vita dal punto di vita psichico ed emozionale”. E magari ci potrebbe in seguito risparmiare qualche visita dal medico dove le mazzette sono inevitabili (a questo tipo di corruzione, che deprime il paziente, i due senatori non hanno ancora pensato).
Le reazioni
Il consiglio d’onore del Club della Stampa, prendendo nota “con spiacevole sorpresa” dell’adozione di un disegno di legge “a profondo carattere autoritario” precisa che solo nelle società autoritarie si manifesta, tramite una legge, l’obbligo di lodare gli aspetti della società.
Per i giornalisti del Club della Stampa, la legge in discussione ha tutti gli elementi per essere considerata incostituzionale e per questo si appellano al Presidente della Repubblica chiedendogli di non promulgarla. Anche il presidente del Consiglio nazionale degli audiovisivi (CNA), Rasvan Popescu, ritiene impossibile valutare oggettivamente quale notizia sia positiva e quale negativa.
D’altra parte il presidente del CNA non è stato invitato al dibattito sulla riforma, nonostante le misure riguardino direttamente il Consiglio. Indignato anche il presidente dell’Agenzia per il monitoraggio della stampa, Mircea Toma, secondo il quale i senatori esercitano un’ingerenza nello spazio editoriale radiotelevisivo, il che rappresenta una vera censura, vietata dalla Costituzione.
Toma non esita a ricordare la politica delle notizie tranquillizzanti promossa dal regime di Ceausescu. Mentre i giornalisti dell’Unione sindacale MediaSind minacciano di attaccare la nuova legge, se il presidente Traian Basescu promulgherà il testo che obbliga le televisioni e le radio a mantenere un equilibrio tra le buone e le cattive notizie. Per MediaSind il voto del Senato rappresenta una nuovo tentativo dei partiti politici di limitare la libertà di espressione, un attacco contro i giornalisti e un testo che viola la Costituzione, la Convenzione europea per i diritti umani e il Codice deontologico del giornalista.
Dibattendo con Ioan Ghise, uno degli ideatori del controverso testo, il giornalista Vlad Petreanu della tv "Antena3" conclude: “la notizia cattiva è che i senatori hanno votato questa legge. La buona notizia è che (i senatori) verranno cambiati in autunno (quando ci saranno le prossime elezioni legislative). Anche in questo senso bisogna stare attenti, per capire per chi sarà una buona notizia e per chi invece sarà cattiva”.
La libertà della stampa in Romania
L’Agenzia di monitoraggio della stampa non ha dubbi. Secondo il rapporto “La libertà di stampa in Romania 2007” l’anno scorso sono aumentate le pressioni politiche sulle istituzioni pubbliche, in particolare sulla TVR (televisione pubblica) e sul CNA (Consiglio Nazionale degli audiovisivi), mentre il Partito nazionale liberale e il Partito social democratico si disputano le più alte cariche e il Presidente della Repubblica, Traian Basescu, si distingue per le sue aggressioni verbali rivolte ai giornalisti.
Un recente rapporto di "Freedom House", pubblicato nel 2008, precisa che la Romania occupa la 94esima posizione al mondo per quanto concerne la libertà di stampa, perdendo così quattro posizioni rispetto all’anno precedente. Le ingerenze dei partiti nei mass-media e l’intimidazione dei giornalisti da parte dei politici sono stati i principali aspetti criticati da Freedom House nei rapporti sulla Romania degli ultimi sedici anni.