Trovato a: http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/9814/1/358>
In Moldavia, esprimere le proprie opinioni su internet può essere rischioso. Soprattutto se per le istituzioni minacciano "l'ordine costituzionale e l'integrità dello stato". Per rappresentanti dei media ed euro parlamentari, però, il governo di Chisinau viola la libertà di espressione
Per molti parlamentari europei, quanto sta succedendo nelle ultime settimane in Moldavia, con l’incriminazione di studenti delle scuole superiori accusati per aver espresso le proprie opinioni su vari temi politici e sociali attraverso internet, rappresenta una grave violazione del diritto fondamentale alla libertà di espressione, ed hanno chiesto alle istituzioni europee di affrontare senza indugi la questione.
La parlamentare europea romena Maria Petre, ha richiesto al parlamento di Strasburgo la riunione in sessione straordinaria della delegazione del Comitato Parlamentare per la Cooperazione Ue-Moldavia, per chiedere spiegazioni ai funzionari di Chisinau sui recenti abusi.
L’iniziativa della Petre giunge in risposta a due eventi separati che hanno avuto luogo recentemente nella capitale moldava. Da una parte ci sono le azioni intraprese dalle istituzioni contro i giovani che hanno espresso proprie opinioni tramite commenti su forum e portali di informazione on-line. Dall’altra gli abusi del governo contro l’azione simbolica battezzata “Salvgardare” (Salvaguardare), organizzata per proteggere i diritti dei pensionati.
In un comunicato emesso dalla corte del quartiere di Rascani, a Chisinau, datata 4 giugno 2008, pubblicato sul sito “curaj.net”, si sostiene che a partire dal 2007 un gruppo di persone non identificate avrebbero utilizzato i siti “forum.md”, “desteptarea.info/forum” e “unimedia.md” per lanciare appelli alla sovversione violenta dell’ordine costituzionale e per la disgregazione del potere statuale e dell’integrità territoriale della repubblica di Moldavia.
Il pubblico ministero Dumitru Baraliu, della procura di Chisinau, ha chiesto l’autorizzazione per aprire un’inchiesta sui “sospetti”, al fine di sequestrare i loro computer dove, si sostiene, potrebbero trovarsi informazioni sulla creazione in Moldavia di una “struttura radicale”, che punta alla disgregazione territoriale dello stato, ed alla sua annessione alla vicina Romania, oltre ad eventuali appelli a convocare manifestazioni pubbliche di carattere destabilizzante e materiale che istiga all’odio inter-etnico e a tensioni all’interno dello stato, che rappresentano un insulto all’onore e alla dignità dello stato.
I gestori di uno dei siti coinvolti, il portale d’informazione “unimedia.md”, sono stati contattati dalla procura, che ha loro chiesto di fornire informazioni riguardanti gli utenti che hanno espresso opinioni attraverso commenti postati sul sito, soprattutto di coloro che hanno fatto riferimento all’ultimo congresso del Partito dei Comunisti di Moldavia e al blocco dei conti correnti del comune di Chisinau ordinato dal ministro della Giustizia. Gli interrogati non hanno però fornito le informazioni richieste, visto che i commenti vengono cancellati dopo dieci giorni. Il portale ha denunciato queste richieste come un atto intimidatorio nei confronti degli utenti.
L’11 giugno numerosi giovani, a cui sono stati sequestrati i computer, sono stati interrogati dai procuratori. Tutti hanno rifiutato di rispondere. Uno di loro ha accettato però di essere intervistato in condizione di anonimato dall’emittente “ProTV”. Di fronte alle telecamere, il giovane ha raccontato di non aver ricevuto alcuna accusa ufficiale, e che non gli è stata mostrata alcuna prova concreta che, con i propri commenti, avrebbe istigato alla violenza. Si sarebbe limitato a scrivere di alcune proteste organizzate a Chisinau. Al momento non è chiaro quale sia il numero dei giovani coinvolti nell’indagine.
“Non riesco quasi a credere che il governo e le istituzioni abbiano intrapreso iniziative repressive contro studenti delle scuole superiori, e che mandati di comparizione siano stati inviati sulla base di una scioccante dichiarazione del presidente Vladimir Voronin, secondo il quale ‘la libertà di stampa e quella di espressione rappresentano una questione nazionale’”, ha dichiarato l’europarlamentare Maria Petre.
All’azione della procura contro l’espressione libera su internet, hanno fatto da contraltare le immagini di pensionati picchiati sulla scalinata di fronte al palazzo del governo durante la manifestazione “Salvgardare”.
“Sia nel primo che nel secondo caso”, ha aggiunto la Petre, “abbiamo a che fare con la violazione di diritti umani fondamentali, una violazione altamente simbolica se pensiamo a chi l’ha subita: i più giovani e i più anziani”. La stessa Petre, insieme ai suoi colleghi Marian-Jean Marinescu, Mihaela Popa e Theodor Stolojan ha proposto di produrre una nuova risoluzione sulla violazione dei diritti umani in Moldavia, da discutere in una sessione urgente del parlamento europeo.
Allo stesso tempo, sette media indipendenti hanno espresso la propria preoccupazione riguardo alle indagini e alla confisca dei computer subite dai giovani che hanno postato commenti in internet. Rappresentanti della stampa, dopo aver esaminato i messaggi apparsi sul portale “unimedia.md”, hanno concluso che non esisteva alcuna base giuridica per considerare le opinioni espresse come “inviti a rovesciare con mezzi violenti l’ordine costituzionale e minacce all’integrità territoriale della repubblica di Moldavia”.
L’inchiesta aperta sugli utenti di internet, ricorda la dichiarazione presentata dai rappresentanti della stampa, è la terza di questo tipo dall’inizio dell’anno. Numerosi ascoltatori della stazione radio “Vocea Besarabiei” (Voce della Bessarabia) e persone intervenute a dibattiti pubblici organizzati dall’Unione dei Giornalisti sono stati interrogati tra gennaio e marzo dalla procura e dal Servizio di Sicurezza sull’Informazione, anche questi con l’accusa di voler incoraggiare il rovesciamento del regime costituzionale.
I rappresentanti dei media indipendenti moldavi hanno sottolineato che “nessuno può essere punito per critiche o vilipendio dello stato o dei suoi simboli, a meno che questi non rappresentino una minaccia in grado di provocare violenza”, con riferimento ad una decisione della Corte Costituzionale moldava dell’ottobre 2006. La “Dichiarazione sulla libertà di espressione politica sui media”, adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 12 febbraio 2004 recita: “considerata le loro posizioni dominanti, queste istituzioni (lo stato, il governo ecc.) non dovrebbero essere tutelate dalla legge contro dichiarazioni infamanti od offensive”. Il godimento di tale protezione non dovrebbe comunque porre limitazioni alla libertà di esprimere posizioni di critica.
Le azioni della procura contro i giovani utenti di internet sono state intraprese dopo un incontro del presidente Voronin con la stampa, durante il quale lo stesso presidente ha assicurato che nessuna restrizione alla libertà di espressione sarebbe stata intrapresa dall’attuale esecutivo. I giornalisti presenti hanno fatto appello alle autorità centrali perché questa promessa venga mantenuta.