Continua il braccio di ferro sulla riconfigurazione della missione Unmik in Kosovo. Il Segretario Generale dell'Onu insiste sulla graduale cessione di competenze ad Eulex e al governo locale. Le posizioni di Pristina e Belgrado, così come di Mosca e Washington, restano però lontane
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu è nuovamente nello stallo sul Kosovo, per la ferma opposizione della Russia a cambiamenti nella struttura delle autorità internazionali presenti nella regione. Nonostante la posizione di Mosca, tuttavia, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon continua a sostenere i piani di riduzione dell'Unmik, per far gradualmente posto ad Eulex, la missione di consolidamento delle istituzioni kosovare dell'Unione Europea.
Nella riunione trimestrale dell'Unmik a New York, tenuta lo scorso 25 luglio, il nuovo Rappresentante Speciale in Kosovo del Segretario Generale dell'Onu, l'italiano Lamberto Zannier, ha riscontrato una riduzione drastica della propria capacità di implementare decisioni sul terreno, visto il progressivo entrare in vigore della nuova costituzione del Kosovo, approvata a metà giugno. Nel suo rapporto, Zannier ha dichiarato che le istituzioni di Pristina, a partire da quel momento, stanno acquisendo sempre più competenze prima gestite dagli amministratori internazionali.
D'altro canto, Zannier deve affrontare altri sviluppi politici in questo periodo di grande confusione. Dopo le elezioni amministrative in Serbia, tenute l'11 maggio, nuove autorità parallele operano adesso in tutte le municipalità a maggioranza serba. Il nuovo numero uno dell'Unmik ha detto che continuerà nell'applicazione del piano del Segretario Generale sulla riconfigurazione dell'Unmik, adattandosi alla situazione emersa in Kosovo negli ultimi mesi. Una “task force” della stessa Unmik, impegnata a definire la riconfigurazione, ha completato la sua prima valutazione nelle settimane scorse, ed ora attende istruzioni da New York su come procedere.
Ban Ki Moon ha presentato all'inizio di giugno un piano di riduzione dello staff dell'Unmik, così come delle funzioni gestite dalla missione, pur non prevedendo alcun termine alla presenza dell'Onu in Kosovo. Zannier ha ribadito venerdì scorso - durante la riunione trimestrale - che i negoziati con l'Ue sulla riconfigurazione stanno proseguendo senza sosta, ma ha declinato ogni invito ad indicare una data precisa per il pieno dispiegamento della missione Eulex in Kosovo.
Sebbene mai adottato dal Consiglio di Sicurezza, il piano dell'ex inviato speciale delle Nazioni Unite sullo status del Kosovo, Martti Ahtisaari, presentato nel febbraio 2007, prevede il ritiro dell'Unmik e il trasferimento delle competenze chiave al governo di Pristina. Secondo il piano, l'indipendenza del Kosovo dovrà essere supervisionata dall'International Civilian Office (ICO), mentre l'Ue, attraverso la missione Eulex, si occuperà di magistratura, polizia e lotta alla criminalità.
Le istituzioni del Kosovo e i partiti politici hanno giudicato positivamente la riunione del Consiglio di Sicurezza della settimana scorsa, sostenendo che a New York si è preso atto della nuova realtà del Kosovo indipendente, e che la fase di transizione verrà portata avanti ad andatura sostenuta. Il vice premier Hajredin Kuci ha dichiarato che la posizione dei Paesi che hanno riconosciuto il Kosovo è in completa sintonia con quanto sta succedendo oggi in Kosovo, e che anche la stessa Unmik è ormai consapevole di essere interessata da un processo di riconfigurazione. “Da oggi in avanti ci sarà un'accelerazione di questo processo all'interno della missione Onu in Kosovo, con il trasferimento di competenze alle istituzioni locali e il dispiegamento dell'Eulex su tutto il territorio kosovaro”, ha detto Kuci.
Ministri degli Esteri alle Nazioni Unite
Venerdì scorso, a New York, il Kosovo è stato rappresentato per la prima volta alle Nazioni Unite dal suo ministro degli Esteri, Skender Hyseni. Hyseni ha dichiarato che per Pristina i negoziati sullo status sono da considerare conclusi, e che il Kosovo è pronto a discutere di importanti questioni tecniche con la Serbia, ma soltanto come negoziati tra due stati sovrani. “L'indipendenza del Kosovo non è negoziabile, e non si possono fare passi indietro. La questione è chiusa, e fa parte del passato”, ha detto Hyseni ai giornalisti dopo l'incontro.
Secondo il ministro degli Esteri kosovaro, la riconfigurazione della missione civile internazionale è una risposta agli sviluppi sul terreno, dopo la dichiarazione unilaterale di indipendenza di Pristina del febbraio scorso.
Il ministro degli esteri serbo, Vuk Jeremic, a sua volta ha dichiarato che “la Serbia non è pronta a discutere con le autorità secessioniste del Kosovo”, ma solo con l'Unmik e con le autorità dell'Onu a New York. Jeremic ha anche invitato il Segretario Generale a non procedere con la riconfigurazione dell'Unmik, che avrebbe come conseguenza un passaggio di consegne alla missione Eulex, in quanto questo violerebbe la risoluzione 1244. Il ministro degli Esteri serbo ha poi ribadito che la riconfigurazione “deve essere portata avanti col nostro consenso, e ricevere un'approvazione esplicita del Consiglio di Sicurezza”.
Durante la discussione aperta durante la sessione di venerdì scorso, tutti gli Stati membri del Consiglio di Sicurezza hanno, di fatto, ribadito le proprie posizioni sulla questione kosovara.
L'ambasciatore russo Vitaly Churkin ha dichiarato che il Segretario Generale ha usurpato della propria autorità, promuovendo una riconfigurazione dell'Unmik non supportata da alcuna decisione del Consiglio. Il rappresentante degli Stati Uniti, Zalmay Khalilzad, ha invece espresso un giudizio positivo sui cambiamenti in atto, sostenendo che l'Unmik deve adattarsi alla nuova realtà nata dopo la dichiarazione di indipendenza del Kosovo.
Mantenendo una posizione estremamente equilibrata durante l'incontro con i quindici membri del Consiglio di Sicurezza, Lamberto Zannier ha dichiarato che continuerà a rispondere ai compiti assegnati dal piano di Ban Ki Moon. Zannier ha poi informato il Consiglio dell'apertura di negoziati tecnici tra Pristina e Belgrado, aggiungendo di ritenere di poter giocare un ruolo positivo in questi negoziati. Il diplomatico italiano ha poi giudicato come “riuscito” il primo incontro avuto la settimana scorsa a Belgrado.
Da quando Ban Ki Moon ha reso pubblico il suo piano, all'inizio di giugno, l'Unmik non si è affrettata più di tanto nel ridefinire le proprie competenze. Nel frattempo, però, in Kosovo le fazioni sul campo stanno radicalizzando le proprie posizioni. Da una parte la maggioranza albanese, attraverso le istituzioni locali, sta acquisendo sempre più competenze a partire da febbraio, mentre vengono create nuove agenzie statali ed istituzioni, con l'appoggio dei 43 Stati che fino ad oggi hanno riconosciuto l'indipendenza di Pristina. Dall'altra i serbi del Kosovo hanno rafforzato i propri legami col governo di Belgrado, che continua ad intervenire in modi disparati sulla via delle municipalità ed enclaves abitate da serbi.