Moldavia sott'acqua
31.07.2008
Da Chisinau,
scrive Iulia Postica
Stato di emergenza in Moldavia per lo straripamento del Prut del Dniestr, causato da piogge eccezionali, che ha costretto all'evacuazione di migliaia di persone. Colpita soprattutto la Moldavia occidentale, mentre Chisinau rischia di restare senza acqua potabile
La Moldavia sta vivendo un momento di pesante emergenza. Come gli stati confinanti ad Est ed ad Ovest, Romania ed Ucraina, è stata inondata dalle acque dei fiumi Dniestr e Prut. Decine di località in Moldavia sono state coperte dalle acque. Le prime informazioni parlano di migliaia di persone evacuate delle zone a rischio, centinaia di abitazioni invase dalle acque, molte delle quali completamente distrutte. Per fortuna, al momento, non ci sono notizie di vittime.
Le pesanti piogge della scorsa settimana sui monti Carpazi in Ucraina, al confine nord della Moldavia, sull'alto corso dei fiumi Prut e Dniestr, hanno provocato una ondata di piena nelle zone pianeggianti dei due corsi d' acqua. Tali piogge sono usuali in primavera ed estate e provocano ogni anno modeste inondazioni. La portata d'acqua dei due fiumi, però, negli ultimi giorni ha superato di ben dieci volte quella media. Infatti la portata media del fiume Dniestr è solitamente di circa i 310 metri cubi al secondo, quella del Prut di 110. Al momento il primo corso d'acqua ha superato i tremila metri cubi al secondo, ed il secondo i mille. E' dal lontano 1969 che non si registrava un fenomeno del genere.
Sulle rive dei due fiumi sono stati attrezzati 64 punti di osservazione per monitorare sia il livello delle acque che la situazione presso le centrali idroelettriche di Novodnestrovsk in Ukraina e di Dubasari in Moldavia. Le dighe sono costantemente sorvegliate dalla polizia. Le zone più colpite dalle alluvioni in Moldavia sono le regioni situate nella piana del fiume Prut, lungo il confine della Romania e lungo il Dniestr, ai confini con l'Ucraina e la Transnistria. Decine di villaggi al nord, come le spiagge della località di villeggiatura di Vadul lui Voda, nella parte centrale della repubblica, sono state allagate.
Tra tutte, la regione occidentale della Moldavia è quella più invasa dalle acque. Le principali preoccupazioni sono legate al forte accumulo nel lago Stanca- Costesti, nel nord Moldavia lungo il Prut, ai confini con la Romania. I primi allarmi riportavano, per la mattina del 29, la possibile evacuazione di 27 villaggi lungo il Prut. Solo verso la sera, a causa di un ritardo nella evacuazione dei villaggi nella sponda rumena, una commissione mista moldavo-rumena ha deciso di far calare il livello del lago, le cui acque avevano raggiunto il livello record di 97 metri, 6 in più del massimo consentito.
Dieci villaggi del distretti di Glodeni e Riscani sono stati completamente evacuati dall'esercito. Più di tremila persone hanno dovuto abbandonare le loro case e trovare rifugio temporaneo nei villaggi vicini, che sono al sicuro dalle alluvioni. Molti sono stati sistemati nelle scuole e gli asili nido che sono chiusi per le vacanze estive. Altri hanno preferito rimanere all'aperto con le poche cose che sono riusciti a salvare: abiti, coperte, sacchi di grano e granturco, frigoriferi, televisori, parti di mobili etc. che rappresentano buona parte di quanto molti sono riusciti ad accumulare nel corso della loro vita. Per proteggere gli evacuati dalla pioggia e dal vento, l'esercito ha fornito loro tende dove passare la notte.
La situazione non appare buona neanche all'est, lungo il fiume Dniestr. Il suo corso, in Moldavia, è soggetto a frequenti ondate di piena provenienti dalla centrale idroelettrica di Novodnestrosvk in Ucraina. Gli ucraini, d'altra parte, non possono impedire che le acque vadano a valle per non mettere a rischio la diga.
Le ondate fanno aumentare il livello del Dniestr di uno o due metri al giorno. Le acque hanno invaso le strade di molte città lungo il fiume, in particolare Soroca, conosciuta per la fortezza medioevale, a Vadul lui Voda, una località di villeggiatura popolare non solo tra i moldavi ma anche tra i turisti stranieri.
Secondo le ultime informazioni, il livello del Dniestr è di 18,7 metri. Tutti i villeggianti che si trovavano a Vadul lui Voda sono stati evacuati. I ragazzi moldavi e bielorussi dei campi estivi sono stati rimandati a casa. Gli ultimi a partire sono stati i guardiani. Ora l' 80% della località di villeggiatura è coperto dalle acque, in alcuni punti, alte più di 2 metri.
La situazione in Vadul lui Voda mette in allarme gli abitanti di Chisinau, poiché la località rifornisce la capitale di acqua potabile. Il problema è che le pompe non possono funzionare con un livello delle acque di 20 metri. Se tale limite è raggiunto, la stazione di pompaggio viene chiusa e 700mila persone che vivono nella capitale rimangono per alcuni giorni senza acqua.
Dorin Chirtoacia, sindaco di Chisinau, ha dichiarato che questo rischio non esiste, perché la stazione di Vadul lui Voda è stata rinforzata e può oggi lavorare con un livello delle acque che raggiunge i 21 metri. Inoltre, la centrale elettrica di Dubasari che riceve l'onda da Novodnestrovsk, ha una capacita di flusso di 2800 metri al secondo. Pertanto anche se il flusso dovesse, in quel punto, essere maggiore, la diga non ne farà passare più di 2800 metri al secondo, il che esclude la possibilità che il livello del fiume superi i 21 metri. La stazione resisterà. “Per il momento non abbiamo motivi di pensarla diversamente. E' improbabile che il Dniestr raggiunga i 21 metri”, assicura Chirtoacia. In ogni caso il sindaco ha raccomandato agli abitanti di Chisinau di tenere acqua in casa per ogni evenienza.
Anche la Transnistria rischia di essere allagata. Lo stato di emergenza è stato dichiarato ieri sera, quando 50mila persone sono state avvisate di essere pronte ad essere evacuate.
Altre onde di piena sono attese sia lungo il Dniestr che il Prut. Le persone evacuate potranno tornare a casa solo quando le acque si saranno ritirate. La protezione civile ha reso noto che ancora esiste il pericolo di inondazioni. Le autorità pubblicheranno un bilancio finale solo dopo il completo ritiro delle acque.