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mercoledì 07 settembre 2022 16:09

Osservatorio Balcani
 

Commenti dei lettori all'articolo: Riavvicinarsi alla Mitteleuropa

(1-10/16)

Messaggi mostrati: 
Message Autore: Anamarija, Ljubljana Data e ora: 06.11.2009 15:23
Quella dei 10 giorni fu guerra o no?
Certamente non lo fu per Belgrado: il governo federale non aveva intenzione di sparare sui propri concittadini, in quei 10 giorni cercava di continuo l’accordo, il dialogo, la stessa JNA, che avrebbe potuto far fuori i secessionisti in 1 giorno, si limitò ad azioni dimostrative con qualche carro armato. Jansa invece fece una guerra feroce: attaccò in maniera sproporzionata e ridicola le postazioni della JNA dove i soldati giocavano a carte o ascoltavano Par godina za nas (celeberrima canzone pacifista degli EKV, di quegli anni), addirittura uccise in scontri a fuoco ragazzi sloveni che avevano rifiutato di lasciare la JNA perché credevano nella “fratellanza & unità” jugoslave.
 
Message Autore: Sara Data e ora: 06.11.2009 11:05
referendum 91
insomma l'88% degli sloveni nel 91 non si capisce per cosa ha votato, se per la secessione o per la nuova Confederazione democratica jugoslava. L'unica cosa certa, mi sembra di capire, è che il 12% degli sloveni ha votato per la SFR Jugoslavia.
 
Message Autore: Stefano Lusa Data e ora: 04.11.2009 08:55
X matteo brevemente
Tutte queste domande meritano un articolo, che forse faremo. 1)All'epoca la leadership politica slovena ed in parte quella croata cominciarono a proporre una sorta di conferedazione assimmetrica, che avrebbe mantenuto legami sempre più effimeri.2) La costituzione jugoslava era un confuso costrutto e confuse erano le norme che parlavano del diritto di autodeterminazione. L'esercito jugoslavo tradizionalmente si considerava il custode della federazione, per questo si oppose all'indipendenza slovena 3) La Slovenia si rifornì di armi all'estero prima dell'indipendenza. ne parla l'allora ministro della difesa Jansa chiaramente in un suo libro. Arrivarono da un paese "occidentale", non è chiaro quale ma esistono chiari indizi. 4) Tecnicamente quella dei 10 giorni non fu una guerra. L'esercito fece scendere in campo l'1% delle forze che aveva in Slovenia. L'idea era che sarebbe bastato far sfilare qualche carro armato per normalizzare il tutto. Nel conflitto - da entrambe le parti- c'era chi avrebbe voluto dar più battaglia, ma alla fine vinse la ragione. E' documentato che durante gli scontri c'è stata più di qualche telefonata tra le due parti, che del resto si conoscevano benissimo.5) con l'accordo di Brioni l'indipendenza venne sospesa per tre mesi. All'epoca non c'era nessun dubbio che Lubiana avrebbe lasciato la Jugoslavia, più complicata era la situazione in croazia, dove viveva una consistente minoranza serba.
 
Message Autore: Matteo Data e ora: 03.11.2009 17:39
x Stefano Lusa
La ringrazio per la risposta, e approfitto per chiderle altri chiarimenti. 1) Quali erano le personalità politiche che volevano una nuova Confederazione? Uno mi sembra fu Kucan. 2) So che nella Costituzione Jugoslava era previsto il diritto di secessione di una Repubblica, ma in quali termini? Perché la JNA non la accettò? Perché formalmente il referendum non era per la secessione o c'erano anche altri punti d'incotituzionalità nella dichiarazione d'indipendenza slovena? 3) E' vero che la Slovenia comprò illegalmente armi nei mesi prima del 25/06/91? 4) E' vero che nella guerra dei 10 giorni a Belgrado il governo jugoslavo rifiutarò di far esprimere tutta la forza militare alla JNA, preferendo un approccio "dimostrativo" per convincere il governo locale a ragionare, al contrario gli sloveni attaccarono la JNA con ogni mezzo e medo? 5) Può far luce sulle ombre attorno al governo sloveno e alla comunità internazionale durante i 3 mesi di sospensione dell'indipendenza, non mi sono molto chiari.
 
Message Autore: Stefano Lusa Data e ora: 03.11.2009 10:01
referendum
Il quesito referendario fu un acrobazia giuridica e recitava: “Volete che la Slovenia diventi uno stato autonomo ed indipendente?”. Questa formulazione lasciava ancora aperta la strada all’ipotesi confederale e al mantenimento dei legami con il resto della federazione, ma consentiva anche di procedere verso la completa indipendenza.
 
Message Autore: Matteo Data e ora: 02.11.2009 15:27
crisi economica
la crisi economica che colpì duramente l'Est Europa negli anni 80 interessò anche la Jugoslavia ovviamente, anche se fosse stato un paese già separato sarebbe stato uguale, come insegna la recente crisi economica un singolo contro la crisi globale non può nulla, anzi, più si è piccoli e più è peggio (si vedano i fallimenti di Islanda, Irlanda, Ungheria, paesi baltici... la stessa ex ricca Slovenia non se la passa bene a quanto sento). Una domanda: è vero che il referendum a seguito del quale la Slovenia dichiarò l'indipendenza non era un referendum sull'indipendenza? Ma un referendum sulla sovranità all'interno di quella che sarebbe stata la confederazione jugoslava? (voluta dagli stessi politici sloveni)
 
Message Autore: Stefano Lusa Data e ora: 29.10.2009 08:55
x Ivano
Nel 1980 la dirigenza jugolsava aveva scorte petrolifere per soli 290 giorni. Non avevano la valuta per comprare cose all'estero e sinceramente non sapevano che pesci pigliare. In quel periodo iniziarono i razionamenti: taghe alterne, poi i buoni per la benzina. 40 litri al mese. Il dinaro comincio' ad essere svalutato e l'inflazione a galoppare. I risparmi di molti si volatilizzarono. Lo sport nazionale divenne raccimolare valuta. Dai negozi sparirono i beni importati. Difficilmente si potevano trovare, ad esempio le banane, ma quello che sentirono tutte le famiglie jugoslave fu la mancanza di caffe'. In sintesi: negli anni settanta in Jugoslavia non si era mai vissuto meglio, mentre negli anni Ottanta ci fu una crisi tremenda, che sicuramente influì sulla disgregazione della federazione.
 
Message Autore: Ivano Data e ora: 27.10.2009 22:20
per autore S. Lusa
Lei si riferisce, forse, al periodo di guerre civili e vari embargo da parte del UE o USA, ma quello è un altro paio di maniche. I piani per far implodere la ex Jugoslavia erano sicuramente studiati bene e a tavolino da parte degli Sloveni, Croati e altri aiutati dai vari sponsor, come USA, UE (con in testa la Germania), pero anche dalla curia del Vaticano. Gli embargo, certamente, facevano parte di queste strategie. Ma, tornando agli Sloveni e la loro convivenza con gli altri nella ex Jugoslavia: avevano (come tutti gli nordici di ogni paese del Europa) “ la puzza sotto il naso” verso tutti gli altri (meridionali), pensando di essere superiori in tutto e da per tutto rispetto agli altri. Ovviamente erano illusi. In generale, non avevano nessuna superiorità , ne nello sport, però neanche nelle altre attività. Si può dire che la ex Jugoslavia (tutte le sue componenti) aveva prodotto molto bene nei vari sport in generale.
 
Message Autore: Ivano Data e ora: 27.10.2009 22:17
per autore S. Lusa
Negli anni sessanta e settanta ero un ragazzino, poi ragazzo giovane e vivevo in una delle ex Repubbliche Jugoslave più povere al epoca, il Montenegro. Di genitori misti montenegrino italiani o italo montenegrini eravamo in sei fra fratelli e sorelle. Nonostante il Montenegro era una delle Repubbliche più povere al epoca non mi ricordo di tutti questi scaffali vuoti che lei stava nominando. Anzi, al contrario. Dico di più. Solo il papà lavorava e manteneva tutta la famiglia senza grandi problemi. Non ci mancava mai niente. Poi, i nostri genitori ci fecero studiare a tutti e sei figli. Certo è che molti giovani della ex Jugoslavia andavano a comprare dei vestiti in Italia, non perché non esistevano i “jeans” o le magliette carine o alla moda nei negozi locali ma semplicemente tutti preferivamo i “jeans”, magliette, scarpe e altro italiani e molti ci andavano nelle città italiane più vicine a fare acquisti. I Montenegrini a Bari o Ancona i Croati, Sloveni e altri a Trieste o altrove. Al epoca si viaggiava senza visti in molti paesi del mondo con passaporto ex Jugoslavo (quasi in tutta Europa) e chi aveva un po’ di soldini ci andava senza problemi e da per tutto.
 
Message Autore: milica Data e ora: 27.10.2009 13:50
1989-1999
Non capisco questo confronto nei commenti, da dove proviene? Dal epoca di lager fascisti e le foibe? Certo le parole discriminativi verso gli sloveni non sono una soluzione. Per quanto riguarda il periodo 1989-1991, gli sloveni hanno fatto la cosa che al momento sembrava necessaria per continuare le riforme economiche e politiche, per staccarsi dagli aiuti al Kosovo... Dal altro lato la loro indipendenza ha causato l'indipendenza croata, e la guerra nel territorio del mercato principale sloveno. La conseguenza è: il 1991 per il PIL sloveno era l'ultimo anno normale, e quel livello è stato raggiunto soltanto in 1999, ovvero 8 anni dopo. Per quanto riguarda lo sci, non mi ricordo di Franko, ma posso aggiungere i miei nomi preferiti dell'epoca: Bojan Krizaj, Mateja Svet e Primoz Ulaga. Ed i miei primi e ultimi Elan...
 
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