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mercoledì 07 settembre 2022 16:23

Osservatorio Balcani
 

Commenti dei lettori all'articolo: 10 febbraio, per una memoria condivisa

(1-10/11)

Messaggi mostrati: 
Message Autore: vasco vascon Data e ora: 10.08.2009 03:03
senza titolo
si legge sempre dei campi di sterminio tedeschi e italiani, e quando si parla di foibe tutti storgono il muso; è inutile ricordare che se il fascismo ha fatto delle stragi in Jugoslavia, le stragi maggiori sono state fatte dagli jugoslavi stessi; gli Ustascia, massacratiri di due milini di serbi, hanno approfittato della guerra per dare sfogo a cose e odii più antichi, che siperdono nella notte dei tempi; i partigiani jugoslavi hanno fatto il resto, con la Slovenia ridotta a un cimitero come ci ricorda Janez Jansa, Goli Otok che ha ospitato anche i partigiani garibaldini e gli operai del cantire di Monfalcone, e i pochi che sono tornati ridotti al silenzio, chissà, forse per la vergogna; in guerra si uccide, le scuolo militari insegnano a non aver paura di uccidere, poi finita la guerra nessuno vuol dire di aver ucciso, sono stati sempre gli altri a fare i massacri; anche Spartaco Capogreco non si sottrae da queste abitudini degli starici; è inutile qui ricordarci di Claudia Cernigoj, nota solo alla sinistra, grande scrittrice, dice lei, quando non ha mai visto un partigiano titino perchè non era ancora nel grambo di sua madre; noi leggiamo continuamente i crimini dei partigiani raccontati dai fascisti, e i crimini dei fascisti raccontati dai partigiani, così abbiamo una visione più completa forse di quelli che si dicono gli storici; chi parla del Tribunale Speciale di Trieste, non parla delle azioni del Comando di Città dell'Armata Popolare Jugoslava, foese se lo dimentica
 
Message Autore: Manlio Data e ora: 10.02.2007 17:08
Giusto
Non solo condivido ma ritengo che riconoscere i propri errori sia qualcosa di qualitativamente ben diverso dal riconoscere quelli degli altri. Essendo di padre italiano e madre croata (a sua volta mezza serba per parte di madre) non ho comunque problemi: per me ricordare è il primo degli imperativi morali, a me non serve una legge dello stato.
 
Message Autore: dariobazec Data e ora: 10.02.2007 00:40
Cambiamento cognomi
Condivido quanto scritto dal Sig. Renzo Nicolini. Tuttavia mi permetterei di fare alcune osservazioni sul cambiamento dei cognomi. Il cambiamento dei cognomi iniziò già ai tempi dell'occupazione militare italiana, sotto il comando del Gen. Petiti di Roreto. Questi, a istanza degli interessati, italianizzava i cognomi avvalendosi di decreti imperiali (avete letto bene!!: era applicata la legislazione austriaca, che fu abrogata nel 1929, tranne il Libro fondiario). Successivamente (1925) fu esteso alla Venezia Giulia un decreto legge valido solo per il Trentino. In generale venivano italianizzati i cognomi di tutti i pubblici dipendenti, che da un giorno all'altro si trovavano sul tavolo di lavoro un foglio da firmare, in cui era scritto che chiedevano liberamente (sic) di cambiare cognome. Dovevano cambiare cognome i dipendenti di aziende il cui titolare era iscritto al partito fascista o ai sindacati fascisti. Esistevano tuttavia zone franche, come quella dei lavoratori marittimi, fra i quali c'era mio padre, che non cambiò mai cognome, a differenza dei suoi due fratelli. Probabilmente le Capitanerie di Porto erano sotto la protezione di D'Annunzio, il quale non voleva che nessuno rompesse le scatole ai suoi protetti. Mi sembra che ci sia stata una legge fascista che intimava ai lavoratori marittimi ad adeguarsi alle direttive del regime. Se qualcuno ne sa di più lo scriva. Saluti Dario Bazec
 
Message Autore: rafrad6164 Data e ora: 10.02.2007 00:26
10 febbraio 1947
In quella data e' stato istituito il Tlt (terrritorio libero Triestino), che e' durato fino al 25 ottobre 1954. Il giorno successivo la citta' e' stata annessa all'Italia, senza consultazione popolare. Durante gli oltre sette anni di amministrazione internazionale, la citta' ha avuto un notevole sviluppo economico, mentre attualmente si trova in una fase di decadenza.
 
Message Autore: patrizia lucchi Data e ora: 09.02.2007 21:31
10 febbraio, per una memoria condivisa
Caro Renzo, Come sai sto vivendo un periodo un po' complesso, perciò scusa se la mia risposta sarà "di getto" e non documentata, come invece meriterebbe il tuo articolo. Mi riallaccio a questo tuo punto" ... Per questo credo che la Repubblica Italiana debba saper fare un passo avanti per quanto riguarda il “riconoscimento” di quanto avvenuto sul confine orientale dal 1918 in poi (da quando cioè questa zona è passata all’Italia) superando quel luogo comune post-bellico di “Italiani brava gente” che permise tra l’altro la rimozione collettiva più completa degli eccidi compiuti dai generali Roatta , Robotti e Graziani in Slovenia o dal Tribunale speciale di Trieste, molto “attivo” contro gli antifascisti sloveni..." Visto che la Memoria che proponi riguarda TUTTa la presenza italiana, sia quella positiva che quella negativa, perchè, mi domando bisogna partire dal 1918? ovvero perchè dobbiamo dimenticare ancora una volta tutti i giuliano-dalmati internati dall'Austria-Ungheria durante la prima guerra mondiale, per il solo fatto che erano italiani o di sentimenti italiani? Ti faccio solo un esempio: circa 50 membri della famiglia di mia madre furono internati, la maggior parte di essi erano vecchi, donne e bambini, prelevati da un'isola quarnerina. Ciao Patrizia Lucchi
 
Message Autore: Gianluca Pasini Data e ora: 09.02.2007 18:32
10 febbraio
Ho alcune cose da eccepire. Si tralascia il corso degli eventi per cui "chi semina vento, raccoglie tempesta". Gli italiani hanno commesso dei crimini; ma i comunisti jugoslavi hanno fatto di peggio. La loro reazione è stata spropositata. So che una certa parte di slavi lasciò la Venezia Giulia dopo l'annessione all'Italia, in forza del trattato di Versaglia e di Rapallo, ma non mi risulta che si trattasse di 350 mila persone. Posso concordare che il documentario della Regione Veneto è gravemente reticente sulle violenze fasciste, che non si possono e non si devono negare. Ma se parliamo di Gonars, Cighino, S.Lucia d'Isonzo, dobbiamo parlare anche dell'Isola Calva, dove tanti comunisti italiani 'deviazionisti' furono torturati e uccisi. Le ambizioni, del tutto assurde, degli slavi sulla Venezia Giulia risalgono già all'epoca delle trattative di pace dopo il 1918, non furono solo istigate dal fascismo. La repressione fascista, inoltre, non portò quelle conseguenze irreparabili che invece solo la persecuzione slavo-comunista avrebbe comportato; e, parallelamente, sul piano giuridico, non si può mettere sullo stesso piano un tentato omicidio con un omicidio premeditato e attuato. Se 28 mila su 31 polesani han lasciato la loro città, vuol dire che è in atto contro gli italiani una persecuzione, mascherata da epurazione di elementi fascisti. Con molta cordialità.
 
Message Autore: Lorenzo Data e ora: 09.02.2007 15:36
proposta di legge?
a Renzo Nicolini chiedo se ha provveduto o prevede di proporre questa modifica di legge, che mi vede d'accordo, come iniziativa popolare. ovvero: si puo' firmare per arrivare sul serio a proporre questa modifica in parlamento? io nel mio piccolo diffinderei l'iniziativa
 
Message Autore: Francesco Data e ora: 09.02.2007 14:52
foibe e quant'altro
Aldilà delle dichiarazione razziste dell'epoca, assolutamente anacronistiche e frutto dei tempi,UNA CONCRETA MINACCIA DI SLAVIZZAZIONE DI TERRITORI STORICAMENTE ITALIANI,c'era eccome!La difesa veemente passò attraverso una snaturalizzazione slava figlia dell'orgoglio nazionalista e della difesa identitaria.Ora certe cose ci paiono odiose e politicamente scorrette,allora non lo erano affatto!E poi non prendiamoci più in giro,per favore!La nostra invasione in Jugoslavia fu frutto della vergognosa gestione della pace post prima guerra mondiale e di una vittoria VERGOGNOSAMENTE mutilita..in quel caso italiani fessacchiotti più che brava gente. Quell'invasione fu la dimostrazione che a volte bisogna ricorrere alla forza per manifestare diritti sacrosanti alla difesa identitaria, culturale ed etnica di un popolo,(nonchè di diritti acquisiti sul campo di battaglia che noi italiani tendiamo a riconoscere a tutti tranne che a noi stessi),soprattutto in presenza di minacce assolutamente concrete.Non voglio giustificare alcuna invasione, ma qualcuno si è reso conto della differenza enorme fra l'invasione jugoslava e quella greca,ad esempio?Basta con le regole cristallizate del politicamente corretto!Ma le guerre di Bosnia e Kosovo non ci hanno insegnato proprio niente?CI SONO COSE CHE IN UNA DETERMINATA FASE STORICA UN POPOLO NON PUO' ACCETTARE!Allora si lotta contro tutti, società delle nazioni,superpotenze mondiali, nato,onu e compagnia bella.
 
Message Autore: casimiro Data e ora: 09.02.2007 12:37
ricordi personali
grazie Niccolini. Anche mio padre per lavorare al Lloyd si dovette "fingere" italianissimo traducendo il cognome . Questo nessuno lo ricorda oggi... Io sono cresciuto durante il fascismo ed a 8 anni in terza elementare a Trieste il maestro ci fece vedere il libro di regime sulle foibe. Rimanemmo scioccati...Pochi giorni dopo svoltato l'angolo per andare a scuola vidi invece quattro impiccati alle finestre del garage di V. D'Azeglio...Un'altro giorno passando col tram vidi decine di impiccati in V. Ghega... I miei compagni di giochi di V. del Monte invece non li vidi mai più: dicono "gasati" perchè erano ebrei, con tutte le loro famiglie. Così andavano le cose allora. Poi finalmente arrivarono gli jugoslavi ed i neozelandesi. Chi si fece trovare in divisa venne deportato. Ma molti poi tornarono. Ma per noi era festa! La gente semplice festeggiava, almeno nei rioni popolari. Non così la Trieste bene che aveva il terrore, soprattutto quando vennero uccisi dei manifestanti che osarono sfidare il divieto. Devo dire che qui a Trieste nessuno ha mai creduto alla storia di tutti quegli infoibati, tranne appunto la Trieste bene.
 
Message Autore: Fiorella Capolicchio Data e ora: 09.02.2007 10:57
10 febbraio memoria condivisa?
Il 27 gennaio è il giorno dell’eccidio degli ebrei ma anche quello degli zingari omosessuali e dissidenti Tra gli esuli che si vogliono ricordare il 10 febbraio ci sono anche “slavi” italianizzati dal regime di Mussolini. Anche questi hanno voluto lasciare il regime di Tito partendo per l’esodo. Spesso il voler riconoscere il torto fatto agli slavi va assieme all’inneggio al comunismo e viceversa alcuni condannando le foibe, inneggiano a volte anche al periodo storico mussoliniano. Ma adesso lasciamo le frontiere alla storia e guardiamo al domani Europeo. Ogni stato onori i suoi cittadini portandone in luce la loro storia. In futuro sarà l’Europa Unita riconoscere i torti comuni. ma questa è la storia del futuro. Il 10 febbraio è il giorno del ricordo della mia partenza da Pola lasciatemelo.
 
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