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mercoledì 07 settembre 2022 16:18

Osservatorio Balcani
 

Commenti dei lettori all'articolo: Il confine degli altri

(1-7/7)

Messaggi mostrati: 
Message Autore: Enzo Data e ora: 21.04.2008 11:35
Ancora per Jasmina
Per essere più espliciti ed in estrema sintesi: tra l'altro, da sempre la èlite culturale e politica serba ha proclamato solennemente la irrinunciabilità del confine occidentale yugoslavo all'Isonzo (Soca), quando questa solenne proclamazione (cui seguivano puntualmente - in tutte le epoche - dei rigurgiti antititaliani) favoriva gli sloveni ed i croati, ma non certo i serbi: i quali non solo non avevano nulla da guadagnare dal confine alla Soca (per dirla in sloveno, così li faccio contenti), ma con ciò i serbi si inimicavano gli italiani, ossia coloro con i quali avevano ancestralmente un rapporto simbiotico di amicizia e dai quali avrebbero potuto avere tutto l'appoggio necessario contro i tradizionali comuni nemici croati.
 
Message Autore: jasmina Data e ora: 21.04.2008 11:08
per Enzo
Io adoro il tuo Bel Paese, ammiro la sua cultura, la sua arte e storia. Pochi sono i paesi dove la bellezza abbaglia in qualunque luogo, anche il più sperduto paesino nasconde un qualche capolavoro dimenticato. E' davvero il più bel giardino che io abbia mai visto fin ora. Adoro il tuo popolo e stimo i grandi statisti che l'Italia ha mostrato di avere nella storia, a differenza del mio. Ma anche nella storia del tuo di paese ci sono state delle machhie ignobbili (in Etiopia, Grecia credo i peggiori, altro che la Slovenia e Croazia che in confronto sono uno scherzo), e solo con una ellaborazione dai fatti colettiva ne uscirete fuori una volta per tutte. Posso io per questo passato brutto considerare tutti gli italiani fascisti? Ma non ci penso proprio. Lo stesso vale per i sloveni,croati, serbi, albanesi, chi più chi meno. Un abraccio forte. Jasmina
 
Message Autore: Jasmina Data e ora: 21.04.2008 11:03
per Enzo
Caro Enzo, non la metterei in maniera così semplicistica le cose. Con la tua di afermazione, di fatto, condanni un intero popolo, e seppur il nazionalismo croato è di gran lunga più forte e pericoloso di tutti gli altri (lo dicono i fatti e non io), non si può condannare un intero popolo. Non mi piaciono molto le generalizazioni, non ci portano da nessuna parte. Quindi, alcune tue considerazioni le condivido, altre meno, altre per niente. Ti ringrazio però dell' appoggio, quasi incondizionato che dai al mio popolo. Temo, però, che se lo conoscerai meglio, tu possa rimenare molto deluso, come con qualsiasi altro popolo. Se è vero che i serbi raccolgono grande simpatia per alcuni luoghi comuni che attorno a loro girano (guerrieri, orgoglioso, fieri, combattenti per la libertà, generosi, non si piagano ma si spezzano, spiritosi e cinici, etc, etc), la realtà contiente alcuni elementi citati, ma è anche altra: le forze paramilitari hanno assasinato, stuprato, rubato; l'esercito non lo ha fatto ma lo sapeva cosa facevano gli altri e qundi sono coresponsabili; e in alcuni casi lo ha anche fatto. La gente comune fino a che punto non lo sapeva,e la domanda ancor più insidiosa: e se lo avesse saputo, averbbe condannato o aprovato questi atti criminali? Non siamo, caro Enzo, ne meglio ne peggio di tanti altri popoli. I luoghi comuni sono importanti, in loro c'è spesso qualcosa di vero, ma credere cecamente ai clichè è molto pericoloso oltre che molto deludente una volta scoperti.
 
Message Autore: Enzo Data e ora: 17.04.2008 17:19
Per jasmina
Gli italiani ed i serbi sono stati accomunati dal feroce odio croato nei loro confronti durante la seconda guerra mondiale: è questo, però, solo uno solo dei tanti tasselli di quel grande quadro d'insieme che raffigura una piena comunanza ideale e di interessi tra i due popoli: quello italiano e quello serbo. Purtroppo quelle che dovevano essere le menti elette dei due popoli non hanno percepito o non hanno voluto percepire questa straordinaria situazione, quanto meno sotto il profilo di una difesa dal comune nemico croato. In particolare, da parte serba si è perpetuato nel tempo l'errore di coltivare interessi di altre popolazioni slave - gli sloveni e soprattutto i croati - o, comunque, di non porsi in dissonanza con questi interessi, quando la storia ha da sempre dimostrato che tra croati e serbi - a differenza che tra serbi ed italiani - esistono in larga misura interessi confliggenti e non collimanti.
 
Message Autore: jasmina Data e ora: 17.04.2008 11:56
pericolo di relativismo 2
La critica che potrei fare a questo tipo di storia raccontata è che si potrebbe far smarrire la via retta nel marasma delle ambiguità. E che tutto diventi relativo, mettendo allo stesso livello le vittime e carnefici. Dal punto di vista antropologico, certamente lo sono. Ma dal punto di vista politico, scusami tanto, ma per me, il massacro di Bleiburg non può nella maniera più assoluta avere la stessa valenza del massacro di Srebrenica o di Jasenovac. E come dici tu, non si può cercare la giustificazione solo quando ci fa comodo, perchè allora, anche Srebrenica è la risposta alle continue uccisioni di Naser Oric. E così si giusifica la vendetta. E non va bene. p.s. dimenticavo, la storica di cui ho parlato prima si chiama Dubravka Stojanovic.
 
Message Autore: jasmina Data e ora: 17.04.2008 11:53
pericolo di relativismo
Sono eccezionali questi scritti. Esiste in Serbia una storica bravissima, che cerca di trovare le colpe sopratutto serbe (è dello LDP, è stata stipendiata da Soros per fare le ricerche a Berlino), che atraverso lo studio degli scritti innediti rivela che non tutto è come noi vorremmo che fosse. Ci ha rivelato, tra l'altro, l'uccisione degli albanesi (loro 20 000 si suppone), nelle guerre balcaniche, anche la popolazione civile innerme. Questo fu una rispposta al collaborazionismo albanese con i turchi e contro la popolazione serba, una vendetta, insomma. Queste sono le cose importantissime da sapere, da mettere nei libri di storia, da entrambe le parti, ciascuno la sua. Perchè, sopratutto a noi serbi ci svela che non eravamo solo i difensori della libertà, ma una volta conquistata ci comportammo esattamente come gli oppressori precedenti. Enzo, la rabbia e la frustrazione covati a lungo, quando esplodono e se gli si dà il via libera, diventano la barbarie pura. Gli italiani hanno fatto un ventennio fascista in quelle terre e loro si sono vendicati, sproporzionalmente, purtroppo. Non c'è la proporzione nella barbarie, c'è solo l'odio che acceca e che distrugge tutto quello che trova davanti. Ma quello che io continuo a non capire è: se c'è l'avevano contro gli italiani per revansismo e vendetta, perchè c'è l'avevano contro i serbi che nulla fecero loro in precedenza (mi riferisco alla Croazia)?
 
Message Autore: Enzo Data e ora: 17.04.2008 10:40
Quale storia?
Purtroppo da parte slovena (ma anche e soprattutto da parte croata) si continua con il consueto leit motiv delle colpe storiche del fascismo, che avrebbero originato le tragedie che si sono consumate poi sul confine orientale d'Italia. Nessun storico che si rispetti pone in discussione queste colpe e le conseguenze relative (ricordiamoci l'adagio: causa causae est causa causati), ma con altrettanto forza deve essere ribadito che la tragedia che si è abbattuta su queste terre martoriate ha fatto molte più vittime (in tutti i sensi: atrocità di ogni tipo, soprusi, esodo) tra la popolazione italiana rispetto agli sloveni ed i croati. E' troppo comodo imputare sic et simpliciter il dramma degli italiani (e degli slavi antititini o comunque fedeli all'Italia) al fascismo: una correlazione causale deve comunque rispettare i canoni di logica e di ragionevolezza. Si può capire la reazione impulsiva alle nefandezze fasciste, ma non la persecuzione crudele e sanguinosa di popolazioni innocenti (soprattutto a guerra conclusa). Non c'è proporzionalità con le offese ricevute e l'infierire a freddo contro degli innocenti è una cosa vile e barbara.