Oltre alla frase citata di Ivan Cankar, si può ricordare ciò che disse qualche anno fa il sen. Darko Bratina, goriziano e sloveno. Cito a mente, egli affermò che all'inizio del '900 si diceva nel Litorale che Trieste aveva 50.000 sloveni e Lubiana 30.000.
Sappiamo cosa è successo poi. Il fascismo ha cercato in tutti i modi di sradicare la lingua, la cultura e l'etnia slovena dall'annessa Venezia Giulia.
Peraltro vale la pena di ricordare che l'Italia democratica, ha fatto poco, veramente molto poco, per cancellare la divisione tra Italiani e Sloveni. Basta pensare che una legge sulla minoranza slovena è di pochi anni fa, nonostante la Costituzione repubblicana riconoscesse lo sloveno, come lingua di una minoranza.
Tuttavia anche quella legge è incompleta, perché trascura i figli di matrimoni misti tra italiani e sloveni.
A parer mio è loro diritto conoscere la lingua di entrambi i genitori. Ma questo allo stato italiano non interessa, e a quanto sembra, non è mai stato un problema sollevato dalla minoranza slovena. Spero di sbagliarmi.
Così, chi come me, a causa della II guerra mondiale, ha perso il padre di origine slovena, morto a Buchenwald, ha pure interrotto il legame con quasi tutti i parenti sloveni, legame che peraltro era impossibile mantenere, visto il confine che era stato fissato.
Però mi sembra che anche gli Sloveni si siano rinchiusi in loro stessi. Mi ricordo che, quand'ero giovane, una volta tentai di andare in una sala da ballo frequentata da sloveni. P |