La Comunità islamica del Kossovo propone l’insegnamento della religione a scuola. Tiepide le reazioni del mondo politico kossovaro e delle élites intellettuali. Intanto le firme raccolte a favore della proposta sono già 100.000.
Accusata dai suoi stessi membri di non praticare il vero Islam, la Comunità islamica del Kossovo ha avviato una campagna volta ad inserire nei curricula scolastici l’insegnamento della religione. Il pubblico kossovaro sembra percepire la campagna da poco avviata come il tentativo di rispondere con i fatti alle aspre critiche mosse alla Comunità da parte di alcuni gruppi islamici radicali. L’attuale leadership della Comunità dovrà inoltre affrontare tra non molto le elezioni per la dirigenza e quindi intende con tutta probabilità lanciare segnali forti che dimostrino il proprio impegno nell’aumentare l’interesse pubblico in merito alla religione dell’Islam.
In molte moschee del Paese è stata attivata una raccolta di firme e si stima che le sottoscrizioni siano sino ad ora arrivate a circa 100.000. “Saranno 800.000 alla fine della campagna”, affermano dalla Comunità islamica del Kossovo. Anche il Partito per la giustizia, con un seggio nell’Assemblea del Kossovo, aderisce alla campagna e sta attuando una propria raccolta firme. Il gruppo giovanile del partito, ha dichiarato che sono state già 10.000 le firme raccolte tra gli studenti universitari. Il 'Partito per la giustizia' è l’unico in Kossovo nel cui statuto è esplicitato il legame con la religione musulmana. Lo slogan nel quale i suoi membri si riconoscono è “Nel nome di Dio con giustizia”.
Sabri Bajgora, principale Imam del Kossovo, ha argomentato che l’inserimento della religione nei curricula scolastici avrebbe l’importante effetto di diminuire l’influenza sulle giovani generazioni di alcuni imam integralisti e dei centri giovanili finanziati da alcuni Paesi arabi. Questi ultimi infatti avrebbero meno argomenti per continuare una politica di dura contrapposizione alla Comunità islamica. Bajgora chiarisce inoltre come l’istituzione di corsi di religione avrebbe anche il positivo effetto di “fare in modo che i giovani non assumano stili di vita deviati” e per ottenere questo occorre naturalmente “una classe insegnante professionalmente valida”. I rappresentanti della Comunità islamica chiariscono come il loro intento non sia quello di promuovere esclusivamente l’insegnamento dell’Islam, bensì di tutte le religioni. Vi sarebbe infatti la possibilità per ciascun alunno di scegliere se seguire l’insegnamento dell’Islam, del cattolicesimo o del cristianesimo ortodosso. Resul Rexhepi, consulente della presidenza della Comunità islamica, si spinge anche oltre e dichiara che tutte le materie dovrebbero essere modificate: a partire dall’eliminazione nei corsi di scienza dell’insegnamento della teoria dell’evoluzione di Darwin.
Ma nei circoli intellettuali kossovari e tra le élites politiche del Kossovo le reazioni alla campagna sono state molto tiepide, se non negative. All’Assemblea del Kossovo, luogo che dovrebbe adottare l’eventuale riforma, non c’è l’intenzione nemmeno di discutere della questione. La paura principale sembra essere quella legata alla divisione degli alunni in classi diverse per seguire le ore di religione. Un precedente unico in Kossovo. Non si può negare però che la proposta della Comunità islamica stia lentamente facendo breccia anche tra i partiti maggiori, attenti all’influenza in aumento della Comunità islamica tra la gente del Kossovo.
E gli insegnanti? La maggior parte sembra riluttante rispetto all’idea di inserire l’insegnamento della religione a scuola. Temono non solo divisioni tra gli alunni ma anche eventuali “conflitti di interesse” tra le varie materie. Alcuni inoltre sostengono che la Comunità internazionale percepirà in modo erroneo e negativo un’eventuale riforma e che il Kossovo ne pagherà le conseguenze. Intanto però la raccolta firme continua. A conclusione di questa la proposta di riforma verrà inoltrata al Ministero dell’educazione e poi all’Assemblea del Kossovo.
dal nostro corrispondente dal Kossovo