Le nuove moschee bosniache starebbero trasformando radicalmente il paesaggio architettonico e culturale del Paese, e provocando lo spaesamento dell’individuo e delle comunità. Tra finanziamenti arabi e memoria ottomana, il punto di vista della storica Amra Hadzimuhamedovic e le voci dei cittadini
La moschea di Re Fahd, Sarajevo
Di Drita HAZIRAJ, Slobodnaevropa, 11 febbraio 2005 (tit. orig. "Rekonstrukcija kulturnog pamcenja")
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Ivana Telebak
In Bosnia Erzegovina, le caratteristiche architettoniche delle moschee del nuovo periodo si basano su una manifesta ignoranza, sul disordine, sull'inesistenza del mistero, afferma la storica dell'architettura Amra Hadzimuhamedovic, presidentessa della Commissione statale per la conservazione dei monumenti nazionali. Tutte queste nuove forme date alle moschee, secondo le sue parole, cambiano il paesaggio culturale della BiH, suscitando nell'individuo e nella comunità una sensazione di perdita del legame con il luogo di appartenenza.
Secondo i dati del Centro per la cultura islamica di Sarajevo, fino al settembre 2004 in BiH sono state costruite oltre 550 nuove moschee. Metà di queste sono moschee ricostruite nello stesso luogo di quelle distrutte durante la guerra. Ciò che da tempo si nota, tuttavia, è che in BiH le moschee del nuovo periodo sono diverse da quelle tradizionali. L'odierna architettura delle moschee, secondo la storica dell'architettura Amra Hazhimuhamedovic, conosce sempre meno il sacro. Le nuove moschee bosniache, in sostanza, sono meno sacrali di quelle tradizionali.
“La più importante espressione delle moschee bosniache tradizionali è legata alla parte interna. Non sono monumentali e non sono lussuose nella loro espressione esterna. Tutta la bellezza e tutta la magnificenza delle forme e degli ornamenti è in realtà situata ed espressa mediante la loro parte interna.”
Adesso le nuove moschee, continua poi Amra Hadzimuhamedovic, vengono costruite anche in località diverse rispetto a prima:
“Le moschee tradizionali non sono costruite in luoghi elevati. Nel far scendere le moschee a valle e nel portare le case sul colle è contenuta la simbologia dell'umiltà davanti a Dio e l'orgoglio davanti a tutto ciò che Dio non è. Questo principio sacrale e tradizionale di situare le moschee nel tessuto urbano è dimenticato e distorto dalla moderna architettura delle moschee. Le nuove moschee vengono costruite, ogni volta che è possibile, nel luogo più alto dell'abitato. In questo modo non fanno più parte della totalità della città. Le moschee così ubicate diventano simboli dell'utilizzo della religione come mezzo di superbia e di dominazione.”
L'affermazione che l'architettura delle nuove moschee non esprima la bellezza del sacro, viene motivata da Amra Hadzimuhamedovic con spiegazioni concernenti l'aspetto delle nuove cupole e dei minareti:
“Le moschee tradizionali in Bosnia non hanno mai avuto più di un minareto. I minareti delle nuove moschee non servono per richiamare i religiosi alla preghiera. Sono un'aggiunta architettonica delle moschee, che ha perso sia la funzione che il significato simbolico. I minareti delle nuove moschee sono alti, per lo più per esprimere mediante l'altezza il potere e per trasmettere il messaggio anche a coloro che non frequentano la moschea. Nessuno dei minareti delle 20 moschee analizzate soddisfa i criteri.”
La distruzione del sacro, dice Amra Hadzimuhamedovic, è visibile anche attraverso l'analisi della costruzione dei nuovi mihraba (altare della moschea rivolto verso la Mecca, ndt.), degli ingressi delle moschee, dei sadrvani (fontana per le abluzioni, ndt.), delle finestre. Alla domanda perché le moschee vengono comunque costruite, la storica dell'architettura per prima cosa cita la nota del profeta Maometto in cui si dice: “A colui che costruisce la moschea per Dio, Dio ne costruirà una simile in paradiso.” Uno dei motivi per cui si costruiscono le moschee è anche la risposta al perché vengono distrutte, ma ciò è dovuto anche alla presenza di un grande numero di organizzazioni umanitarie in BiH:
“Una parte di tali organizzazioni proviene dai Paesi islamici e durante la ricostruzione hanno investito nell'edificazione delle moschee, che frequentemente rispecchiavano lo stile dominante nei Paesi di provenienza. Alcune di queste organizzazioni hanno avuto persino l'esclusiva missione di agire secondo i programmi coi quali è stata sottolineata la garanzia delle condizioni sul dominio culturale e su qualsiasi altro dominio. Con i loro soldi e secondo le loro richieste in BiH è stato costruito un determinato numero di moschee, che, dalla ubicazione al modo in cui sono state costruite, in modo sostanziale inclinano alla distruzione della memoria culturale.”
Amra Hadzimuhamedovic crede che in questo modo l'eredità culturale dei musulmani in BiH sia stata spinta verso l'oblio, e che, secondo le sue parole, ciò rappresenti il pericolo della scomparsa della comunità. In BiH si sta perdendo la tradizione dei Sultanati ottomani, e la perdita della tradizione non è un bene per i musulmani, che senza gli aspetti tradizionali perdono anche la loro identità
Cosa pensano i cittadini della costruzione delle nuove moschee dell'architettura moderna?
“Perché non ci dovrebbero essere moschee europee, se oggi in Europa abbiamo delle chiese moderne che si discostano anch'esse dalle architetture conosciute? - la chiesa deve essere sulla collina, si deve vedere il campanile, si deve vedere tutto. Oggi ce ne sono nelle città, e a me proprio piace vedere una costruzione architettonica della quale non capisco nemmeno se si tratta di una chiesa, cosa che è anche desiderabile, perché la chiesa la riconoscono quelli che ci vanno. Anche la moschea viene riconosciuta da quelli che ci vanno.”
“Credo che siano un po' troppo abbellite per le condizioni in cui viviamo qua:”
“Io se voglio andare in moschea, e ci vado, so anche dove devo andare - vado in moschea. Ma non deve sfidare, non deve essere alta.”
“Per essere sincera io sono atea, ma credo che ci sia un po' di esagerazione, forse persino anche un po' di sfida. La religione dovrebbe essere più silenziosa. Si è alzata troppo.”
“Però sono meglio quelle. Per me le moschee di Mahala erano più familiari. Una persona si sente meglio quando entra in uno spazio più piccolo, anziché adesso in queste costruzioni, che sì architettonicamente sono anche belle da vedere, ma credo che vadano un po' oltre i nostri spazi.”
La domanda chiave che si impone alla fine di questa storia è la seguente: con la ricostruzione della memoria culturale si possono aprire le porte ad una nuova comprensione del sacro, che nel mondo moderno scompare sempre di più? Ma allo stesso tempo, come dice la storica dell'architettura Amra Hadzimuhamedovic, evitare l'imposizione dell'islam arabocentrico e nazionalista?