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Ministeri politicizzati? Preoccupazioni tra i kosovari

03.08.2005   

L'imminente trasferimento dei Ministeri della Giustizia e dell'Interno dalle mani dell'UNMIK a quelle delle autorità locali ha sollevato le preoccupazioni dei partiti minori del Kosovo. Si teme che LDK e PDK trasformino i ministeri in loro feudi politici
Di Artan Mustafa, per Balkan Crisis Report no. 567, 27 luglio 2005, (tit. orig.: "Kosovars Concerned New Ministries May Be Politicised")

Traduzione per Osservatorio sui Balcani di: Letizia Gambini


Soeren Jessen-Petersen - B92
Proprio quando l'amministrazione ONU in Kosovo, l'UNMIK, si appresta a trasferire limitate responsabilità alle autorità locali nell'ambito della polizia e della giustizia, crescono le proccupazioni che entrambi i settori possato cadere sotto l'influenza dei due maggiori partiti della Provincia.

Soren Jessen-Petersen, responsabile della missione ONU in Kosovo, ha consegnato al Primo Ministro del Kosovo, Bajram Kosumi il 19 luglio scorso una bozza del piano per la creazione di un Ministero dell'Interno e un Ministero della Giustizia.

Il piano, che prevede un trasferimento - seppur limitato - di responsabilità alle autorità kosovare nell'ambito della polizia e della giustizia per la fine del 2005, ha avuto anche il via libera dai quartier generali dell'ONU nel contesto della loro "strategia d'uscita" dal Kosovo.

Il trasferimento è visto come parte delle trattative per decidere l'assetto finale del Kosovo, previsto per questo autunno, insieme alla riduzione della presenza delle missioni civili di peacekeeping.

"Il piano prevede la costituzione del Ministero della Giustizia e di quello dell'Interno per la fine dell'anno," ha dichiarato Jessen-Petersen a Pristina.

Ha inoltre aggiunto che i nuovi Ministeri saranno liberi dall'influenza politica e lavoreranno per tutta la popolazione in egual misura, senza guardare al background etnico o politico.

L'UNMIK manterrà un ruolo di supervisione e il potere di intervento, riflettendo sia le preoccupazioni che i Kosovari possano non essere ancora pronti a gestire la giustizia e gli affari interni da soli sia la paura che questi settori possano finire sotto l'influenza politica dei partiti maggiori.

Per i Kosovari il trasferimento di poteri nell'ambito di aree chiave così importanti per la realtà nazionale è un atto molto significativo, che assicura loro che non ci sarà un ritorno all'amministrazione serba.

Alla conferenza stampa con Jessen-Petersen, Kosumi ha dichiarato: "Questo è un grande passo avanti per il Kosovo."

Ma questo non chiude completamente l'argomento, con i due maggiori partiti politici impegnati in una lotta disperata per piazzare i propri uomini nelle posizioni chiave delle strutture.

Il partito di opposizione Partito Democratico per il Kosovo, PDK, ha già denunciato il Servizio di Sicurezza Nazionale, un corpo che funziona in realtà come il servizio di sicurezza privato del partito al potere, Lega Democratica del Kosovo, LDK.

D'altra parte, il PDK stesso ha una sua forza privata di sicurezza, il Servizio Segreto Nazionale, SHIK. Il capogruppo parlamentare del PDK, Jakup Krasniqi, ha recentemente chiesto all'Assemblea del Kosovo di accettare l'SHIK come parte legittima dei Servizi Segreti del Kosovo, compresi nel nuovo Ministero dell'Interno.

La lotta tra l'LDK e il PDK per il controllo del nuovo Ministero dell'Interno e dei Servizi Segreti ha finito per far sentire gli altri partiti del Kosovo lasciati fuori.

L'Alleanza per il Futuro del Kosovo, AAK, ha affermato di essere preoccupata alla prospettiva che i due partiti maggiori possano effettivamente spartirsi tra loto il controllo dei due nuovi Ministeri.

Naim Maloku, il membro dell'AAK nell'Assemblea presidenziale del Kosovo, ha dichiarato la volontà del suo partito di "dissociarsi fortemente da tutte le forze di Servizi Segreti illegali controllate dai partiti".

Ha affermato che l'AAK vorrebbe che il Ministero fosse "una nuova struttura funzionante solo nell'interesse dei cittadini del Kosovo sotto il controllo delle autorità civili".

E' però una vana speranza, dal momento che il PDK ha apertamente dichiarato la sua ambizione a prendere il controllo di almeno una parte delle future strutture di sicurezza.

Per giustificare queste richieste, un leader del PDK, Anver Hoxhaj, ha dichiarato che la Giustizia e gli Affari Interni soffrirebbero se lasciati nelle mani degli attuali partiti di coalizione.

"Abbiamo visto come si è comportato il governo fino ad adesso e ne subiremo le conseguenze per i prossimi dieci anni a venire se politicizzeranno i due settori," ha aggiunto Hoxhaj.

Ma questo preoccupa comunque i partiti più piccoli e molti esperti. Azem Vllasi, un noto avvocato, ha affermato che il Parlamento sarà chiamato a vigilare su i tentativi di ottenere un controllo politico dei nuovi Ministeri della Giustizia e dell'Interno.

"Il Parlamento ha l'obbligo di prevenire questa politicizzazione," ha aggiunto. "Se non lo farà, non ci potrà essere una società civile in Kosovo."

Il dibattito arriva in un periodo cruciale, proprio quando la polizia sta indagando sul ruolo dei Servizi Segreti illegali che operano sotto il controllo dei due maggiori partiti politici.

Con l'LDK incaricato di nominare il primo Ministro della Giustizia, il PDK è sempre più preoccupato che la maggior parte del personale per questo Ministero arriverà dalla così detta "Sicurezza Nazionale".

Vllasi ha raccomandato un forte monitoraggio dei due Ministeri da parte dell'UNMIK e la selezione di uno staff davvero professionale, scelto per esperienza piuttosto che per appartenenza politica.

Anche le maggiori autorità nazionali del Kosovo sono caute. "La corruzione e la mancanza di trasparenza sono dei grossi problemi qua," ha affermato il capo della missione OSCE in Kosovo, Werner Wnendt. "Il modo in cui le persone trattano le istituzioni pubbliche è un problema".
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