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Passaggi a Sud Est: sguardi di artiste tra storia, memoria, attraversamenti

17.03.2006   

Mostra curata da Emanuela De Cecco, nell'ambito della XII edizione della Biennale donna

"Passaggi a Sud Est" si propone come un insieme di esempi e di possibilità espressive attraverso l´uso prevalente di linguaggi della riproduzione contemporanea, come video e fotografie.

Il titolo della mostra prende esplicitamente spunto da uno dei lavori, il film "Passaggio a Sud Est", dove la filmaker Ulrike Ottinger propone il resoconto di un viaggio dalla Polonia a Istambul, via terra, dando visibilità ad un Europa meno nota, dove più visibili sono i segni del confinante mondo asiatico.

Per molte delle artiste coinvolte, lo spostarsi costituisce una condizione alla realizzazione del lavoro, e proprio questa pluralità di sguardi costituisce il centro della mostra.

Alcune delle artiste provengono e tuttora vivono nell´Europa dell´Est (Polonia, Turchia), altre si sono spostate per vivere e lavorare (dalla Bulgaria agli Stati Uniti, dalla Romania all´Italia), alcune hanno attraversato l´area in questione in prima persona (dall´Italia, dall´Inghilterra), mentre altre hanno prestato il proprio sguardo alle narrazioni altrui (dall´Iran a Istambul).

In esposizione ci sono i lavori di Tacita Dean, Gülsün Karamustafa, Daniela Kostova, Laura Matei, Margherita Morgantin, Ulrike Ottinger, Joanna Rajkowska e Nasrin Tabatabai artiste che, da punti di vista diversi, nella loro ricerca hanno rivolto la loro attenzione all’Europa dell’est.

La mostra è accompagnata da un catalogo, con testi di Emanuela De Cecco (critica d’arte), Maria Antonietta Trasforini (docente di Sociologia dei processi culturali, Università di Ferrara), Lola Bonora (critica d’arte e curatrice), Gabriella Rossetti (docente di Antropologia culturale, Università di Ferrara), apparati biografici ed immagini a colori delle opere in mostra.


Orari: tutti i giorni 9 - 13 e 15 - 18, chiuso il lunedì

Ingresso: euro 3, ridotto euro 2

Catalogo: Edizioni Biennale Donna



Le opere in mostra

Tacita Dean (Canterbury, Inghilterra, 1965, vive a Berlino)
Ha come tema centrale del suo lavoro il viaggio, sia in senso letterale che come metafora del processo creativo e della condizione esistenziale. La Dean è nota principalmente per i suoi film e spesso i suoi lavori traggono origine da eventi realmente accaduti, fatti storici e accadimenti personali. In Passaggi a Sud Est è esposto la serie delle Czech Photos (2002), 326 fotografie in bianco e nero realizzate durante un suo viaggio a Praga nel 1991 e stampate in un piccolo formato, coglie la città in un momento di transizione tra il crollo del regime comunista e l’avvio della fase successiva. Con uno sguardo poetico e capace di restituire la condizione di sospensione di quel momento, Tacita Dean ha scattato queste foto da studentessa e le ha trasformate in un lavoro a dieci anni di distanza.

Gülsün Karamustafa (Ankara, 1946 vive a Istanbul)
Considera la sua città come una importante fonte di ispirazione per i suoi lavori - video, fotografie, installazioni - che, di volta in volta, prendono forma animati da uno sguardo appassionato, partecipe - a volte ironico - sempre lucido nel cogliere aspetti significativi e capaci di mettere in crisi pregiudizi e stereotipi. Artista attenta a cogliere i cambiamenti di questi anni e interessata a mantenere un confronto attivo tra la tradizione popolare e il kitsch contemporaneo, Karamustafa è una "narratrice" che nel video Tailor Made (2005) riporta una particolare sfilata di moda, dove le modelle sono danzatrici del ventre che rivendicano il diritto ad ottenere un trattamento di lavoro regolare.

Daniela Kostova (Sofia, Bulgaria, 1974)
Sviluppa la sua ricerca attraverso l’uso di diversi linguaggi, dal video, all’installazione, alla performance. Interessata ad agire negli spazi pubblici e a coinvolgere persone incontrate casualmente. L’artista ha individuato un elemento che la sta accompagnando nella realizzazione di diversi lavori, uno schermo riflettente blu che funziona come un dispositivo atto ad innescare un’azione. Nell’opera in mostra, Made In (2004/2005), Kostova mette a confronto il suo sguardo sulla sua città di origine con quello di un’artista amica tuttora residente a Sofia. Ne emergono due punti di vista diversi tra chi allontanandosi ha acquisito un’altra prospettiva e chi è rimasto a casa.

Laura Matei (Bucarest, Romania, 1965 vive a Milano)
Come elemento ricorrente dei suoi lavori ha l’uso di materiali fragili, pazientemente assemblati a mano: in questi anni ha dato forma ad un suo linguaggio intenzionalmente non spettacolare e ancorato a tematiche di attualità. In mostra a Ferrara un lavoro dedicato a Nadia Comaneci, nota ginnasta rumena che stupì il mondo per la sua perfezione. Sono quattro piccole statue, di pellicola trasparente e cucite a mano contenute in scatole di plexiglas, che raffigurano la famosa ginnasta in azione e un lavoro fotografico che le ritrae in grande formato, perdendo ulteriormente corporeità.
La ricerca espressiva di Margherita Morgantin (Venezia, 1971, vive a Milano) si snoda tra video, fotografia e disegni, ambientando i suoi lavori prevalentemente in spazi esterni: luoghi interstiziali, territori sconnessi, angoli di città irriconoscibili, luoghi naturali ma dove è sempre presente la traccia dell’intervento umano. In Passaggi a Sud Est sarà proiettato un video inedito, che trae ispirazione dalla sua recente permanenza ad Istanbul e dal viaggio di ritorno in Italia, realizzato via terra, passando per la Grecia e i Balcani.

Di Ulrike Ottinger (Costanza, Germania, 1942, vive a Berlino)
Sarà proiettato il film Passaggio a Sud Est, accanto ad una serie di quindici fotografie a colori tratte dal film. La regista berlinese ha realizzato agli esordi della sua carriera diversi film tra il fantastico e il surreale, per poi sviluppare uno sguardo etnografico che l’ha portata a realizzare numerosi documentari, girati prevalentemente in regioni dell’Europa orientale e dell’Asia, come dei diari di viaggio che esplorano le vite dei migranti e delle cosiddette minoranze. Il suo ultimo lavoro, Twelve Chairs (2003), è stato presentato all’International Film Festival di Berlino del 2004.

Joanna Rajkowska (Bydgoszcz, Polonia, 1968, vive a Varsavia)
Ha come punto focale della sua ricerca artistica la costruzione di relazioni con le persone, innescando dinamiche a partire dalle quali prende il via un processo dove il pubblico da spettatore diventa collaboratore e attore in prima persona. In alcuni lavori l’artista ha letteralmente utilizzato se stessa come punto di partenza: come materiale, come veicolo, come strumento, come persona. Greetings From Jerusalem Avenue (2002/2007) è un intervento nello spazio pubblico, l’omonima strada centrale di Varsavia, dove l’artista ha collocato una palma artificiale. In mostra uno slide show - realizzato per l’occasione - che racconta e commenta le vicende legate alla realizzazione e alla conservazione - in corso - di questo particolare monumento.

Nasrin Tabatabai (Tehran, 1960 vive a Rotterdam)
Usa diversi linguaggi, dal video alle installazioni, perseguendo la propria ricerca anche attraverso l’organizzazione di rassegne video e la rivista Pages, realizzata con l’artista iraniano Babak Afrassiab, un "contenitore bilingue" in farsi e in inglese.
Uno dei punti di maggiore interesse della Tabatabai è la capacità di indagare il senso dell’appartenenza e le conseguenze della distanza dal proprio paese di origine, così come le forme contemporanee dello spazio pubblico e quanto questi elementi vadano ad incidere sui comportamenti adottati nella vita quotidiana, come dimostrano i due video in mostra: Old House (1999) dove l’artista "presta" il suo sguardo al proprietario di un negozio turco di Rotterdam, accompagnandolo nella realizzazione di un video da inviare a casa alla sua famiglia e Passage, del 2005, dove la protagonista è una donna, anche lei iraniana, che ha riconfigurato come spazio delle proprie relazioni l’area di ingresso di un supermercato.




INFO:

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