STM, Stabilisation Tracking Mechanism. E' la nuova procedura UE con la quale si vuole delineare la prospettiva europea del Kosovo, in attesa che venga definito il futuro status. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Di Silvia Bolzan*
Lontano dai riflettori che illuminano i negoziati che porteranno alla definizione dello status finale del Kosovo, guidati dall’Inviato Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite Martti Ahtisaari, l’Unione Europea si prepara. Si prepara perché vuole giocare da protagonista nei Balcani e il Kosovo appare essere l’occasione per dimostrarlo.
L’UE considera che il Processo di Stabilizzazione e Associazione (la politica europea per i Balcani) sia la chiave per assicurare stabilità e contribuire alla creazione di un’area di libertà, sicurezza e giustizia nell’intera regione. Tale politica è applicata anche al Kosovo, in quanto l’ex-Provincia ha una chiara prospettiva europea, confermata nella Dichiarazione di Salonicco del giugno 2003.
Affinché il Kosovo non rimanga escluso dal Processo di Stabilizzazione e Associazione e possa anch’esso beneficiare del dialogo politico con l’Unione Europea, la Commissione ha disegnato uno strumento ad hoc chiamato STM, ovvero lo Stabilisation and Association Tracking Mechanism. E’ un dispositivo che consiste in una serie d’incontri bilaterali con l’obiettivo di discutere con le autorità provvisorie del Kosovo il piano di riforma per avvicinarsi all’UE.
Si tratta di una vera e propria “agenda europea”. L’ultimo incontro si è concluso lo scorso 14 luglio. La riunione è stata presieduta dal Primo ministro Agim Çeku e il Vice Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite Steven Schook. Dall’altra parte del tavolo erano presenti i rappresentanti della Commissione Europea, guidati dal Direttore per i Balcani Occidentali Reinhard Priebe. Secondo il Primo Ministro Çeku “ il governo del Kosovo è determinato ad avanzare nella sua direzione verso l’Europa”.
Ma l’agenda europea presentata al Kosovo, non è solo che una parte dei preparativi dell’UE. Dopo la definizione del futuro status, la comunità internazionale è convinta della necessità di mantenere una presenza internazionale che sostituirà la Missione delle Nazioni Unite. Nonostante l’Unione Europea affermi che non sarà EUMIK a sostituire UNMIK, l’UE vuole rafforzare il suo ruolo e i preparativi sono già in corso. Una missione di pianificazione è stata recentemente inviata a Pristina con il compito di studiare quella che sarà chiamata la futura Missione Civile Internazionale.
La futura presenza internazionale sarà meno “pesante” di quanto non lo sia stata la missione delle Nazioni unite, con poteri limitati riservati ad aree cruciali per garantire la sicurezza, il rispetto dei diritti umani e delle minoranze. Si vogliono delegare più competenze possibili alle istituzioni del Kosovo e incentivare l’ “auto-governo”. L’UE non vuole però essere sola, e preme affinché altri attori siano coinvolti. Sono in particolare gli Stati uniti ad essere chiamati in causa, i quali hanno dall’inizio della crisi grande ruolo nelle questioni del Kosovo.
L’occasione per l’Europa di giocare un ruolo maggiore nei Balcani si ripropone. Sembra che l’UE abbia compreso la posta in gioco e voglia dimostrare di essere pronta per assumere tale compito. Per assicurare che la questione del Kosovo abbia le adeguate risorse umane e finanziarie, la Commissione europea ha anche creato di recente un’unità all’interno della Direzione generale per l’allargamento che si occuperà esclusivamente del Kosovo.
Il possibile futuro scenario? Al di là di uno status, il Kosovo necessita di maggiori garanzie per il rispetto dei diritti umani e di uno sviluppo economico sostenibile. Dopo che le Nazioni Unite avranno deciso lo status, il “testimone” passa all’Europa. Lo stesso Vice Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite Steven Schook, a conclusione dell’ultimo STM, sottolinea che “la prospettiva europea è di fondamentale importanza, per il Kosovo e per l’intera stabilità regionale”.
* Silvia Bolzan sta effettuando un periodo di stage presso la Direzione generale per l'allargamento della Commissione europea.